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Cloud Pa, ecco come Fastweb cerca di sedurre il governo

Un socio istituzionale e quattro fornitori cloud americani. Tutti i punti cardine della proposta di Aruba e Fastweb gara per il Cloud nazionale Pa 

 

Il duo Aruba-Fastweb intende realizzare il Cloud nazionale con le tecnologie americane di Amazon Web Services, Microsoft Azure, Google Cloud, Oracle.

La gara per il Polo strategico nazionale (Psn), che prevede la realizzazione del cloud per la pubblica amministrazione, è stata assegnata al momento al raggruppamento costituito da Aruba e Fastweb.

Lo ha reso noto il ministero per l’Innovazione Tecnologica lo scorso 22 giugno.

Si tratta di una cambio di fronte totale visto che nella prima parte della gara aveva vinto il gruppo costituito da Sogei, Leonardo, Cdp Equity e Tim. Ora quest’ultimo raggruppamento – in base alle regole – ha 15 giorni di tempo per poter ‘pareggiare’ la proposta e vedersi assegnare la gara.

In attesa della più che probabile controfferta (c’è tempo fino al 7 luglio) Alberto Calcagno, amministratore delegato di Fastweb, rivela i principali punti della proposta basata sull’impiego di quattro grandi data center per gestire di dati critici della Pa in un’intervista al Sole 24 Ore.

Dalla proposta di governance alla presenza di fornitori di cloud statunitensi, ecco come il tandem Fastweb-Aruba si è candidato a realizzare il cloud nazionale con un’offerta economicamente più vantaggiosa rispetto alla cordata capeggiata da Tim. (Qui l’approfondimento di Startmag su Fastweb e Aruba fanno lo scherzetto a Tim, Leonardo e Cdp sul Cloud nazionale).

Tutti i dettagli.

IL TANDEM FASTWEB-ARUBA SI AFFIDA A AWS, MICROSOFT AZURE, GOOGLE CLOUD E ORACLE

Come la cordata composta da Sogei, Leonardo, Cdp Equity e Tim anche Fastweb-Aruba si affideranno a fornitori cloud americani.

La proposta della cordata Tim-Cdp-Leonardo-Sogei per il Psn si basa su accordi con alcuni dei principali Cloud Service Provider andando “ad operare direttamente, con personale proprio o dei propri Soci e presso i propri data center (collocati in Italia) sulle tecnologie di Public Cloud messe a disposizione dai CSP.

Stessa scelta tecnologica anche per il tandem Fasweb-Aruba.

“Abbiamo inserito nell’offerta quattro fornitori – Amazon Web Services, Microsoft Azure, Google Cloud, Oracle – uno in più rispetto alla prima offerta dell’altra cordata. E la nostra soluzione tecnica è stata evidentemente ritenuta dal governo fedele al suo interesse di preservare la sicurezza dei nostri dati e l’indipendenza della governance”, ha sottolineato l’ad di Fastweb Calcagno al Sole 24 Ore.

LA MOZIONE DEL GOVERNO

Le precisazioni riguardo la sicurezza dei dati e l’indipendenza della governance sono una prerogativa essenziale per la realizzazione del Psn, una delle missioni previste dal Pnrr.

Si ricorda infatti che lo scorso gennaio la Camera ha approvato la mozione di maggioranza che indica gli impegni al Governo in tema di sicurezza e trasparenza del cloud nazionale.

Il documento dedicato alle “Infrastrutture digitali efficienti e sicure per la conservazione e l’utilizzo dei dati della Pubblica amministrazione”, sul quale l’esecutivo ha espresso parere favorevole, chiede, tra l’altro, che siano adottate iniziative “per assicurare che il Polo strategico nazionale (Psn) sia sottoposto a vigilanza pubblica, in particolare sotto il controllo dell’Agenzia nazionale per la cybersicurezza per quanto concerne le modalità di adattamento e localizzazione dei dati strategici e la gestione di chiavi e strumenti di crittografia per dati della Pubblica amministrazione nell’ambito delle competenze già previste dall’ordinamento vigente e che comunque i concessionari dello stesso siano per tutta la durata della concessione conformi ai requisiti definiti dall’esercizio del ‘Golden power’”.

ASSICURARE TRASPARENZA SULL’AUTONOMIA DEL PSN

Con la mozione, la presidenza del Consiglio e il ministero della Difesa sono sollecitati a “far pervenire alle competenti Commissioni parlamentari una relazione dettagliata per l’espletamento delle procedure relative al Polo, al fine di assicurare trasparenza in ordine all’autonomia tecnologica del Psn, con particolare riferimento all’eventuale coinvolgimento, anche indiretto, di operatori extraeuropei”.

Il richiamo indiretto è – di fatto – a Google, Microsoft e Amazon Web Services (Aws), operatori soggetti alla normativa extraterritoriale Usa del cloud.

I TIMORI DETTATI DAL CLOUD ACT USA

I colossi statunitensi Google e Microsoft, insieme al leader di mercato Aws, dominano infatti il regno dell’archiviazione dei dati in tutto il mondo. Tuttavia, alimentano anche le preoccupazioni in Europa sul rischio di sorveglianza da parte degli Stati Uniti sulla scia dell’adozione dello Us Cloud Act del 2018 e del Foreign Intelligence Surveillance Act (Fisa).

Il Cloud Act Usa consente alle autorità statunitensi, forze dell’ordine e agenzie di intelligence di acquisire dati informatici dagli operatori di servizi di cloud computing (quindi Google &co) a prescindere dal posto dove questi dati si trovano; quindi anche se sono su server fuori dagli Usa.

Pertanto, il coinvolgimento di questi operatori nel Polo strategico nazionale suscita perplessità circa la riservatezza e sicurezza ai dati dei cittadini italiani custoditi presso il cloud Pa.

LA GOVERNANCE PROPOSTA

Ma Fastweb con Aruba intende assicurare al governo, in caso di aggiudicazione finale della gara, la scelta un socio istituzionale da inserire nella compagine. Così da assicurare che il Polo strategico nazionale (Psn) sia sottoposto a vigilanza pubblica, come auspicato dal diktat della Camera.

Riguardo al soggetto pubblico, “Sarebbe il ministero a scegliere, qualsiasi indicazione per noi andrebbe bene” precisa il numero uno di Fastweb al quotidiano confindustriale. “Ci impegniamo a rinunciare a una quota di minoranza del capitale sociale a favore della società pubblica, l’istituzione, l’ente che sarà considerato più adeguato per condividere il controllo, la supervisione e l’indirizzo strategico del Polo. E, si badi bene, secondo noi anche l’altra cordata, alla luce delle regole del partenariato pubblico fissate dal Codice degli appalti, dovrebbe garantire questo medesimo assetto di governance al committente” ha aggiunto l’ad di Fastweb Alberto Calcagno.

FASTWEB IPOTIZZA L’INGRESSO DI DIFESA SERVIZI SPA

In realtà, la cordata capeggiata da Tim ha già al suo interno tre partner controllati o partecipati dal Mef, sottolinea il Sole 24 Ore.

“Ma magari al ministero dell’Innovazione interessa avere nella gestione delle società ancora più specializzate in vista del progetto. La cordata avversaria si è formata in maniera indipendente rispetto al committente, al quale diamo uno strumento di maggiore flessibilità per scegliere chi ha più competenza. Pensiamo alla stessa Difesa Servizi Spa specializzata nella sicurezza” ha concluso il numero uno di Fastweb.

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