È iniziata la migrazione delle prime Pa sul cloud nazionale gestito dal Polo strategico nazionale (Psn).
Il Polo Strategico Nazionale (Psn) è l’infrastruttura che la newco omonima partecipata da Tim, Leonardo, Cdp e Sogei, aggiudicataria di un partenariato-pubblico, si è impegnata a realizzare con l’obiettivo di dotare la Pubblica Amministrazione di un’infrastruttura cloud sicura, efficiente ed affidabile, con i fondi del Pnrr.
A regime, il 75% dei dati delle amministrazioni italiane dovrebbero migrare nel cloud entro il 2026 (almeno 280 Pa). La prima milestone – quella prevista per ottemperare agli obblighi richiesti della Ue sui fondi del Pnrr – prevede la migrazione delle prime 100 amministrazioni entro settembre 2024.
“Siamo riusciti sia a gestire l’avvio dell’azienda sia a essere pienamente operativi con 4 Data Center nazionali e Security Operation Center messo a disposizione da Leonardo”, ha spiegato Emanuele Iannetti, ad del Psn, a proposito del primo anno di attività della startup, intervenendo al Cybertech Europe 2023, tenutosi a metà ottobre a Roma.
“A un anno di operatività, 200 Amministrazioni hanno deciso di migrare verso Psn, di cui oltre 30 Pubbliche Amministrazioni Centrali (Difesa, Interni, Esteri, Giustizia), più di 130 società e aziende Locali e una serie di Comuni che sono stati apripista; siamo andati oltre le aspettative, ora abbiamo il compito di portare il risultato a casa” gli ha fatto eco Paolo Trevisan, Chief Technology & Information Officer di Polo Strategico Nazionale.
Tutti i dettagli.
COS’È IL POLO STRATEGICO NAZIONALE
Il 24 agosto 2022 il Psn ha sottoscritto, con il Dipartimento per la trasformazione digitale della Presidenza del Consiglio dei Ministri, la Convenzione per l’affidamento in concessione, per la durata di 13 anni, della progettazione, realizzazione e gestione dell’infrastruttura per l’erogazione di servizi cloud per la Pubblica Amministrazione.
L’infrastruttura poggia su quattro data center nazionali (due nel Lazio e due in Lombardia), gestiti direttamente dalla società Psn, sono già stati certificati secondo i più alti standard di sicurezza, sostenibilità ambientale ed efficienza energetica. Nello specifico, Leonardo, attraverso il SOC a Chieti e il centro di cybersecurity a Genova, garantisce alla infrastruttura un monitoraggio continuo rispetto a minacce e cyber attacchi.
IL PERCORSO COMPIUTO NEL 2023
Dall’inizio del 2023, Pubblica Amministrazione Centrale (Pac), Locale e Aziende Sanitarie hanno potuto richiedere un finanziamento per avviare la migrazione dei propri dati strategici e critici e servizi a Polo Strategico Nazionale.
Dal mese di febbraio fino al 15 maggio 2023 (prorogato rispetto alla chiusura iniziale del 28 aprile), la Pubblica Amministrazione Centrale ha potuto richiedere l’accesso al nuovo avviso promosso dal Dipartimento per la trasformazione digitale, nell’ambito della Misura 1.1 “Infrastrutture digitali”, per migrare in cloud i propri dati e servizi, a partire da quelli critici e strategici, verso il Polo Strategico Nazionale (PSN). Come ricordava Wired lo scorso maggio, “sul piatto l’avviso metteva 373 milioni di euro. Più della metà non è stata assegnata. Il che significa molti uffici centrali, che si possono muovere anche a livello di dipartimento o direzione generale, non hanno fatto pervenire per tempo i loro progetti”.
LE RICHIESTE DI ASL E AO
Dal 15 marzo al 21 luglio, Aziende Sanitarie Locali e le Aziende Ospedaliere hanno potuto fare domanda per i fondi previsti dal Pnrr per migrare al cloud nazionale i propri dati, servizi e sistemi informativi, per una dotazione finanziaria complessiva pari a 300 milioni di euro. Di questi 300 milioni, risultano ancora disponibili 36,9 milioni, come si evince dal sito del bando.
Come spiega il sito del Psn, oltre 190 ASL e Aziende Ospedaliere hanno potuto scegliere tra una di queste soluzioni: migrare tutti i dati e servizi verso PSN, migrare dati e servizi verso un’infrastruttura adeguata o una soluzione cloud qualifica, optare per una soluzione mista.
Di queste, già 130 hanno scelto di migrare verso il cloud di Polo Strategico Nazionale.
IL NUOVO AVVISO PER LA PAC
Dopodiché il 3 luglio è partito un nuovo avviso che ha stanziato, entro il 15 settembre 2023, di nuovo prorogato al 30 novembre, 280 milioni di euro del Pnrr per consentire ad altre 278 Pubbliche Amministrazioni Centrali di migrare dati e servizi verso il cloud di Polo Strategico Nazionale. Il 30 novembre 2023 si chiude quindi il bando per le Pac e al momento su 280 milioni stanziati, 262,1milioni di euro sono disponibili.
D’altronde l’adesione al Psn per gli enti pubblici è volontaria.
LA POSIZIONE DEL SOTTOSEGRETARIO BUTTI
“Il Polo Strategico Nazionale ha un ruolo fondamentale nella digitalizzazione del nostro Paese e, in collaborazione con il Dipartimento per la Trasformazione Digitale, guida la Pubblica Amministrazione verso un futuro cloud”, ha commentato il Sottosegretario all’Innovazione Tecnologica Alessio Butti su Linkedin, all’indomani del primo anno di operativa del Psn.
“Sostenuto dai fondi PNRR”, ha concluso Butti, “il PSN garantisce la protezione dei dati strategici e una sempre maggiore qualità nei servizi ai cittadini. Un ringraziamento a tutte le donne e gli uomini che, negli ultimi dodici mesi, hanno contribuito a costruire questa infrastruttura cloud affidabile, sicura ed efficiente. Con il PSN, l’Italia punta a un futuro della PA interconnesso e innovativo”.
LA QUESTIONE DEL CLOUD ACT
Tuttavia, lo stesso sottosegretario all’Innovazione non ha mancato di esprimere qualche perplessità.
Il Polo Strategico nazionale proposto dalla cordata Tim-Cdp-Leonardo-Sogei si basa infatti anche su accordi con alcuni dei principali Cloud Service Provider (Csp), ovvero Google (partner di Tim) Microsoft e Oracle.
Facciamo un passo indietro. Le soluzioni che offre il Psn sono: servizi di Housing & Hosting (utilizzano uno spazio attrezzato di proprietà di Polo Strategico Nazionale oppure offrono la possibilità di utilizzare le infrastrutture di proprietà del PSN (server, storage…); servizi Private Cloud (offrono alle Amministrazioni un’infrastruttura virtualizzata, dedicata o condivisa, per la gestione degli applicativi e dei dati); Servizi Cloud con CSP (vengono erogati in modalità public e hybrid: soluzioni avanzate per accompagnare la PA in una trasformazione digitale sostenibile e servizi professionali (quest’ultimi costituiscono soluzioni aggiuntive, offerte da Polo Strategico Nazionale, per supportare le Amministrazioni, offrendo strategie complete nel percorso digitale).
Proprio il sottosegretario Butti ha sollevato timori per le implicazioni del Cloud Act statunitense in relazione ai dati ospitati nei quattro data center del Psn a causa degli accordi con i Csp sopra menzionati. Quest’ultimo può consentire alla giustizia o ai servizi di intelligence americani di accedere in alcuni casi ai dati ospitati al di fuori degli Stati Uniti. I mega-big del cloud (Google, Oracole e Microsoft) non sono infatti tagliati fuori dal Polo Strategico nazionale.
Per il sottosegretario “rimangono aperte le criticità sulla minaccia alla sovranità digitale nazionale rappresentata dal Cloud Act americano, che eserciterebbe la propria giurisdizione anche sul territorio italiano”. “L’unico strumento di difesa è quello di non trovarsi nella condizione di applicabilità del Cloud Act” aveva sottolineato il sottosegretario Butti in audizione alla Camera lo scorso dicembre. “Occorrerà valutare i margini di manovra per assicurare una tutela piena dei dati dei cittadini”, spiegava Butti.