Alibaba, Tencent e Baidu, ossia le tre compagnie tecnologiche più grandi della Cina, hanno avviato il processo di sostituzione dei microchip stranieri – necessari per lo sviluppo dell’intelligenza artificiale – con alternative nazionali. Non sarà facile, considerato che le capacità di chipmaking cinesi sono lontane dai livelli di sofisticatezza delle aziende americane e taiwanesi, ma è considerato un passo necessario per ridurre la dipendenza da Nvidia, in particolare, e per reagire ai sempre più stringenti controlli alle esportazioni applicati dagli Stati Uniti.
LE RESTRIZIONI SUI PROCESSORI DI NVIDIA
A questo proposito, di recente l’amministrazione di Donald Trump ha imposto delle restrizioni alla vendita in Cina del processore H20 di Nvidia, un modello “depotenziato” che era stato sviluppato appositamente per il mercato cinese: l’H20 è infatti una versione a basse prestazioni del processore H800 (la cui vendita in Cina era concessa fino al 2023), che a sua volta è la versione depotenziata dell’H100, uno dei prodotti di punta di Nvidia, molto utilizzato per i sistemi di intelligenza artificiale.
Secondo le fonti del Financial Times, le scorte di microchip Nvidia in possesso delle compagnie tecnologiche cinesi sono sufficienti ad alimentare lo sviluppo dei sistemi di intelligenza artificiale fino ai primi mesi del 2026: non è detto che Nvidia svilupperà altri modelli per il mercato cinese – modelli che dovranno contemporaneamente essere conformi ai controlli americani sulle esportazioni e abbastanza competitivi rispetto alla concorrenza cinese -, e comunque i nuovi ordini di chip richiedono solitamente dai tre ai sei mesi di tempo per essere spediti.
I PIANI DI BAIDU, ALIBABA E TENCENT SUI MICROCHIP
“Riteniamo che nel tempo i chip autosufficienti sviluppati a livello nazionale, insieme a stack di software sempre più efficienti, costituiranno insieme una solida base per l’innovazione a lungo termine dell’ecosistema cinese dell’intelligenza artificiale”, ha dichiarato Shen Dou, a capo della divisione cinese di Baidu.
Similmente, l’amministratore delegato di Alibaba, Eddie Wu, ha fatto sapere di stare “esplorando attivamente soluzioni diversificate per soddisfare la crescente domanda dei clienti”. Mentre il presidente di Tencent, Martin Lau, ha spiegato che la sua azienda sta puntando sia sull’efficientamento dell’utilizzo dei microchip, sia sulla ricerca di alternative ai dispositivi americani: “dovremmo avere abbastanza chip di fascia alta per continuare ad addestrare i nostri modelli per qualche altra generazione”.
IL RUOLO DI HUAWEI
Secondo il China Institutes of Contemporary International Relations, un think tank associato al ministero della Sicurezza dello stato della Cina, i controlli alle esportazioni introdotti dagli Stati Uniti non hanno causato solo sofferenza all’industria tecnologica cinese, ma hanno anche “dato il via a un’ondata di innovazione indipendente nei chip nazionali di fascia alta per l’intelligenza artificiale, di cui la serie di chip Ascend di Huawei è il primo esempio”.
Per il momento, gli utilizzatori principali dei microchip di Huawei sono le compagnie statali cinesi nei settori della telefonia, della difesa, della sanità e della finanza. Impossibilitata a rifornirsi dei migliori apparecchi di chipmaking sul mercato, però, Huawei potrebbe avere difficoltà a far progredire le sue capacità tecnologiche, che sono già arretrate rispetto a quelle di altre società.
I PROBLEMI CON LA SOSTITUZIONE DEI MICROCHIP DI NVIDIA
Il problema con la sostituzione dei microchip di Nvidia non sta solo nella difficoltà di trovare sostituti altrettanto “performanti”, però. Come ha scritto il Financial Times, la trasposizione (porting, in gergo) del codice sviluppato con il software Cuda di Nvidia al Cann di Huawei, per esempio, “richiede molto tempo e spesso un supporto significativo da parte degli ingegneri di Huawei per il debug e l’ottimizzazione”.
Di conseguenza, diverse aziende stanno valutando un approccio ibrido: per l’addestramento dei sistemi di intelligenza artificiale, cioè, continueranno a utilizzare i microchip di Nvidia, mentre per la fase di inferenza – cioè il processo seguito da un sistema per prendere decisioni o fare previsioni sulla base dei dati ricevuti – verranno impiegati i processori cinesi.
Oltre a quelli di Huawei, le compagnie tecnologiche cinesi stanno testando anche i microchip di Cambricon e Hygon. Alibaba e Baidu stanno lavorando anche allo sviluppo di processori propri.