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Spazio Francia Italia

Chi e perché in Francia borbotta sullo sprint spaziale dell’Italia

I sindaci di Cannes e Tolosa lamentano che l’Italia potrebbe superare la Francia per crescita del settore spaziale sulla scia di massicci investimenti a favore del comparto. Ecco come commentano l'Asi e il ministro Urso

Un vero e proprio “Cahiers de doléances” quello di due primi cittadini di Francia riguardo il possibile declassamento dell’industria satellitare spaziale francese a favore dell’Italia.

In un intervento sul quotidiano francese La Tribune, David Lisnard e Jean-Luc Moudenc, sindaci rispettivamente di Cannes e di Tolosa, hanno lamentato infatti che il nostro paese potrebbe superare la Francia per crescita del settore aerospaziale sulla scia di massicci investimenti a favore del comparto.

E dal nostro Paese arrivano le repliche dell’Agenzia spaziale italiana (Asi) e di Adolfo Urso, ministro delle Imprese del made in Italy e autorità delegata per le politiche del settore spaziale.

Tutti i dettagli.

L’ALLARME SULLO STATO DI SALUTE DEI PRODUTTORI FRANCESI DEL SETTORE SPAZIALE

Il primo trimestre del 2023 in Francia “è stato caratterizzato da diversi allarmi sullo stato dei produttori francesi del settore spaziale”, affermano Lisnard e Moudenc, osservando che “tali difficoltà, incontrate dai maggiori attori nazionali, sollevano interrogativi sulla strategia francese in questo settore”.

Nello specifico, si ricorda che Thales Alenia Space (jv partecipata al 67% dalla francese Thales e al 33% dall’italiana Leonardo) ha annunciato l’intenzione di ridistribuire 1.300 posti all’interno del gruppo Thales, di cui 1.000 in Francia, tra Cannes e Tolosa. Dopodiché Airbus Defense&Space ha registrato un onere di 600 milioni di euro nei suoi conti, e il gruppo delle industrie aeronautiche e spaziali francesi (GIFAS) ha espresso al governo le sue preoccupazioni per la preoccupante situazione economica del settore.

FRANCIA PRESTO SUPERATA DALL’ITALIA?

Alla luce di questa situazione del comparto industriale la Francia, incalzano i due sindaci, “finora leader in Europa dell’industria spaziale e rappresenta quasi il 40% dei 57.000 posti di lavoro del settore, è sul punto di essere raggiunta, e presto superata, a causa del disinvestimento – letterale e figurato – nel settore satellitare”. Invece, “al di là degli americani o dei cinesi, dovrebbero ispirarci strategie messe in atto da Paesi molto più vicini a noi”, dalla Germania all’Italia.

LA CORSA TRICOLORE ALLO SPAZIO

Alla guida di due città molto esposte nell’aerospazio per la presenza di gruppi come Thales e Airbus (Tolosa), i sindaci sottolineano che il nostro paese ha impegnato “2,2 miliardi di euro allo Spazio nell’ambito del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr)”.

Inoltre, sempre i due primi cittadini francesi hanno evidenziato che l’Italia “investe massicciamente nelle infrastrutture e tecnologie satellitari (con la creazione di una fabbrica di integrazione satellitare a Roma e il progetto ‘Città dell’Aerospazio’ a Torino), riscontrando successi immediati nelle esportazioni e nuovi contratti per i suoi produttori”.

Il primo riferimento è la Space Smart Factory. Una fucina digitale per la realizzazione di satelliti, costellazioni e mega costellazioni che sorgerà al Tecnopolo Tiburtino di Roma nell’ambito del Pnrr, realizzata dal Raggruppamento Temporaneo di Imprese guidato da Thales Alenia Space. Secondo Massimo Claudio Comparini, ad di Thales Alenia Space Italia, “La Space Factory avrà una capacità complessiva di produrre fino a 120-130 satelliti nella classe Nimbus l’anno. Un vero assetto produttivo nonché elemento di competitività per il Paese, perché la Space Factory sarà collegata digitalmente con la filiera, le piccole e medie imprese e sarà un luogo dove potranno lavorare anche le pmi con gli stessi nostri processi”.

“Di questo passo, l’Italia supererà presto la Francia nella corsa ai satelliti, cosa totalmente impensabile solo dieci anni fa” hanno constatato i due sindaci francesi.

LA POSIZIONE DELL’ASI

Nel frattempo, la presa di posizione dei sindaci francesi di Cannes e Tolosa non è passata inosservata nel nostro Paese.

Per primo è intervenuto Teodoro Valente, presidente dell’Agenzia spaziale italiana (Asi). Interpellato dall’Adnkronos, Valente ha rilevato che “le tante risorse stanziate in ambito nazionale unite ai fondi del Pnrr dedicati allo spazio, più di 7 miliardi per la filiera da qui al 2026, stanno facendo registrare una forte espansione e crescita in tutti i campi del settore”.

Del resto, prosegue il presidente dell’Asi, “già gli stanziamenti messi in campo in ambito Esa ci hanno portato a un filo di distanza dai francesi, con i quali ci contendiamo la seconda posizione come contributori dopo la Germania. E non sono solo i programmi di investimento nelle tecnologie satellitari e nei processi di fabbricazione digitale il fiore all’occhiello delle strategie italiane: le iniziative sono numerose e spaziano da aspetti normativi, la prima legge quadro italiana sullo spazio dello scorso giugno, alla costituzione della Fondazione AI4Industry, che ha tra i primi settori di intervento l’aerospazio”. Pertanto, “L’Italia è pronta ad affrontare le sfide future nel quadro della cooperazione europea, necessaria per fare avere al nostro continente un legittimo ruolo di primo piano a livello mondiale”, ha concluso Valente.

LA REPLICA DEL MINISTRO URSO ALLE LAMENTELE DEI SINDACI IN FRANCIA PER IL SORPASSO SPAZIALE DELL’ITALIA

E oggi sulla questione è intervenuto anche il ministro Adolfo Urso.

Intervistato dal Corriere della Sera riguardo le affermazioni dei sindaci Lisnard e Moudenc sull’Italia più avanti rispetto ai francesi nel mondo dei satelliti, il titolare del Mimit ha evidenziato: «È un riscontro oggettivo, di cui persino i francesi hanno dovuto prender atto. Abbiamo costruito in questi due anni una strategia di crescita sullo Spazio che sta già portando cospicui risultati, sin dalla ministeriale del novembre 2022, in cui raggiungemmo una intesa trilaterale con Francia e Germania sull’accesso allo spazio dell’Europa e nel contempo consolidando le posizioni con Gran Bretagna e Stati Uniti. Siamo tornati a essere i protagonisti dello Spazio, come dimostra anche la legge quadro sulla Space Economy, in esame alla Camera».

Dopodiché, il ministro Urso ha constatato che «il mercato dei grandi satelliti deve vincere la concorrenza, sempre più serrata, delle costellazioni satellitari come Starlink di Elon Musk. In questo settore la Francia ha difficoltà, acuite anche dai ritardi del progetto europeo Iris2 che potrebbe rilanciarne le capacità. L’Italia invece nei piccoli satelliti ha dimostrato di saperci fare grazie ai programmi dell’Asi e alla costellazione Iride. Di qui la tesi del sorpasso dell’Italia».

LA SFIDA SUI LANCIATORI

Infine, la questione dei lanciatori europei. Come ricorda il Corriere “c’è una lotta per i lanciatori spaziali di domani”, in un momento delicato per l’accesso autonomo allo spazio e le strategie comuni dei Paesi nel settore.

«Con il ministro Le Maire ho subito instaurato, sin dalla ministeriale di Parigi e poi nell’ambito del Trattato del Quirinale un rapporto di leale collaborazione e insieme al nostro collega tedesco Habeck abbiamo indicato la strada per i lanciatori spaziali europei. La nostra Avio, che produce ed assembla gran parte del lanciatore Vega e del prossimo Vega-C ha ottenuto maggiori poteri per la loro commercializzazione” ha ricordato il ministro Urso.

E il riferimento è alle intese siglate lo scorso novembre: Italia, Francia e Germania hanno raggiunto un accordo per sostenere i futuri lanci dei lanciatori europei Ariane 6 e Vega C. Riguardo quest’ultimo, si è aperta alla commercializzazione autonoma dei lanci che potrà essere svolta direttamente anche da parte di Avio, in condivisione con quanto già oggi fa la società francese Arianespace.

Arianespace è la società controllata dal colosso franco-tedesco ArianeGroup che gestisce i lanciatori europei Vega (prodotto da Avio, la società aerospaziale di Colleferro guidata da Giulio Ranzo) e Ariane (realizzato da Arianegroup). Dunque la Francia attraverso Arianspace ha un’esclusiva per commercializzare Vega, almeno fino a quel momento. Dunque separazione consensuale tra Parigi e Roma sulla commercializzazione del Vega.

«Certo occorre monitorare con attenzione tali sviluppi e renderli al passo con quello che stanno facendo altri attori globali» ha chiosato il ministro Adolfo Urso.

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