That’s all, folks. E questo è tutto, gente. L’iconica frase pronunciata dai Looney Tunes per oltre trent’anni, dal 1930 al 1969, al termine di ogni cartone animato con Bugs Bunny, Willy E. Coyote e Duffy Duck potrebbe presto essere l’epitaffio di alcune divisioni di Warner Bros. Discovery. Il gigante americano, infatti, per dare respiro ai propri conti, secondo diversi analisti inasprirà le misure di contenimento delle spese arrivando anche ad alcune alienazioni eclatanti.
LA GRANDE FAMIGLIA DI WARNER BROS. DISCOVERY
Oggi Warner Bros. Discovery possiede il servizio di notizie Cnn, la piattaforma di streaming Max – precedentemente nota come Hbo Max – e gli studi cinematografici Warner Bros. In Italia Warner Bros. Discovery è il terzo editore italiano per share e ha un portfolio multipiattaforma di 17 canali (tra cui la rete ammiraglia Nove) oltre a discovery+.
PERFORMANCE POCO BRILLANTI
Se in Italia, favorita dalla scarsa competizione sul fronte televisivo e dall’emorragia di volti noti in fuga dalla Rai, l’emittente Nove gongola e cresce negli ascolti anche grazie al successo di programmi come Che tempo che fa? di Fabio Fazio, a livello mondiale la holding non riesce a risollevarsi dalla crisi.
Nel secondo trimestre la perdita è stata di 9,1 miliardi di dollari, cui occorre aggiungere altri 2,1 miliardi di dollari di costi legati alla acquisizione, da parte di Discovery Inc, di WarnerMedia, per un calo complessivo che sfonda la soglia psicologica dei 10 miliardi e raggiunge quota 11,2 miliardi di dollari in svalutazioni e oneri. Al 31 marzo il debito complessivo del gruppo si aggirava attorno i 39 miliardi.
LA DIFFICILE PARTITA CON L’NBA
Non ha aiutato, specie per ciò che concerne le performance americane, la decisione della National Basketball Association di abbandonare Warner Bros. come partner televisivo e di assegnare un accordo sui diritti mediatici da 76 miliardi di dollari, della durata di 11 anni, all’eterna rivale Walt Disney Co., Comcast Corp. e Amazon.com Inc. Decisione che infatti ha mandato su tutte le furie Warner Bros. che ha deciso di trascinare in causa Nba sostenendo la violazione del contratto in essere.
CARTOON NETWORK TRASMETTERA’ ANCORA?
E ora bisogna studiare le contromosse per aggiustare la rotta. Anche se per molti Warner Bros. è anzitutto sinonimo di “cartoni animati” il canale Cartoon Network potrebbe essere in bilico. A suggerire ai media che l’emittente nata nel 1992 possa essere al centro del piano di riordino della holding il fatto che, nelle ultime ore, sia stato chiuso il sito britannico per rimandare al servizio Max, sempre nel portafogli WB.
La situazione in merito appare confusa, dato che altre pagine europee continuano a essere raggiungibili. E Warner Bros. Discovery, almeno per il momento, non ha diramato comunicati ufficiali. Non ci sono ufficializzazioni nemmeno sui rumor che vorrebbero cancellata Fixed, vociferata pellicola animata vietata ai minori diretta da Genndy Tartakovsky sulle disavventure di un cane la notte prima della propria sterilizzazione. Secondo alcuni siti di settore il progetto portato avanti con Sony avrebbe visto nelle ultime ore la fuoriuscita di Warner.
Per gli analisti Warner Bros. starebbe per dire addio all’emittente polacca Tvn il cui valore è stato stimato dalla Bank of America 3,5 miliardi di dollari in caso di scorporo. Soldi che non basterebbero però a richiudere la voragine che si è aperta nei conti del Gruppo.
I PIANI ANDATI IN FUMO
Come ricorda il Financial Times, Warner Bros Discovery aveva preso in considerazione precedenti combinazioni sia con NBCUniversal di Comcast sia con Paramount, che da allora ha accettato di vendere allo studio Skydance di David Ellison.
Lo scorso dicembre c’era stata ai vertici una conversazione preliminare con il Ceo di Paramount Global, Bob Bakish, almeno secondo quanto riportato dalla Cnbc. Una mega fusione tra i due colossi dell’entertainment avrebbe creato una delle più grandi società di media del mondo.
Il valore di mercato combinato di Warner e Paramount sarebbe potuto essere pari a 38 miliardi di dollari, calcolava la Bbc. Tuttavia, all’inizio del mese di luglio Paramount Global ha voltato le spalle alla Casa di Bugs Bunny e Gatto Silvestro, accettando di fondersi con la nuova arrivata dell’era dello streaming Skydance Media.
GAME OVER NEI VIDEOGAME PER WARNER BROS.?
La diffidenza di Paramount sul fatto che quello con WB potesse essere un matrimonio felice del resto è comprensibile. In un anno, annota Il Sole 24 Ore, il titolo ha perso oltre il 46,5% ma le azioni del Gruppo, dalla fusione da 42 miliardi tra Warner Media e Discovery, sono crollate del 70 per cento.
E i guai tracimano gli argini della divisione televisiva e interessano anche quella videoludica, nota come Warner Bros. International Enterprises (o Warner Bros. Games) che pure conta su Ip di tutto rispetto, da Harry Potter a Game of Thrones, passando per Mortal Kombat e i titoli degli eroi DC Comics.
DAVID ZASLAV NON GIOCA PIU’?
I profitti della divisione gaming di Warner Bros. Discovery sono calati del 41% rispetto all’anno passato, colpa dello sfortunato Suicide Squad: Kill the Justice League, sparatutto di Rocksteady che non ha venduto come sperato dal colosso dell’intrattenimento.
Nel corso della riunione con gli investitori, il Ceo di Warner Bros. Discovery, David Zaslav, ha ammesso che “nel primo trimestre dell’anno passato l’azienda aveva registrato grandi numeri grazie al lancio di Hogwarts Legacy, mentre nell’anno in corso, i risultati dei primi tre mesi hanno subito un duro colpo a causa del deludente lancio di Suicide Squad: Kill the Justice League“.
I TITOLI CHE ARRANCANO
Nemmeno l’altro titolo di punta, MultiVersus, avrebbe sfondato. E a tutto ciò, come sottolineato da Zaslav nel rimarcare le differenze rispetto all’anno precedente, si aggiunge la forte frenata – fisiologica, in questo caso – nelle vendite di Hogwarts Legacy, che dopo 24 milioni di copie distribuite (risultato che ne ha fatto il videogame più venduto del 2023), ora sembra avere esaurito la propria carica propulsiva.
I POSSIBILI COMPRATORI DI WARNER BROS. GAMES
Anche per questo, secondo il Financial Times, il gruppo Warner Bros. Discovery starebbe valutando di vendere la divisione videogiochi. Sony, Microsoft ed EA sarebbero interessate ad acquisire alcuni studi minori che fanno parte della holding statunitense, principalmente per mettere mano sulle Ip di maggior rilievo.
Qui in caso di scorporo le cifre sono assai più alte e, perciò, allettanti: tra i 5,5 e i 6 miliardi di dollari. La vendita di questo asset e della emittente Tvn permetterebbe insomma di colmare la passività multimiliardaria fotografata nell’ultima trimestrale. Ma non basterebbe a risanare i conti: sarebbe solo un inizio. That’s all, folks per la divisione gaming?