skip to Main Content

Stazione Spaziale Cina

Che cosa succede al razzo cinese Long March 5B?

Previsto nel week end il rientro di un razzo cinese “fuori controllo”. Ma dalla Cina tranquillizzano: rischi per la caduta dei detriti su aree abitate "estremamente bassi". Anche il Pentagono degli Stati Uniti ha detto che non ha intenzione di abbattere i detriti

 

Il secondo stadio del razzo cinese Long March 5B è in “caduta libera” verso la Terra.

Ma niente panico. La Cina definisce “estremamente bassi” i rischi per la ricaduta sulla Terra dei detriti del vettore Long March 5B. Lo scorso 29 aprile il razzo ha portato in orbita il primo modulo della nuova stazione spaziale cinese.

Lo ha assicurato oggi il portavoce del ministero degli Esteri Wang Wenbin, dopo che gli Stati Uniti hanno avvertito che i detriti potrebbero schiantarsi su un’area abitata. “La gran parte dei componenti saranno distrutti dall’ablazione durante il rientro nell’atmosfera e la probabilità di causare danni alle attività o alle persone a terra è estremamente bassa”, ha aggiunto Wang.

Anche il Pentagono ha riferito che non ha intenzione di abbattere i detriti. I militari americani si aspettano che sbarcheranno nell’oceano questo fine settimana.

Nel frattempo, si è tenuto ieri sera presso la sede del Dipartimento della Protezione Civile italiana il primo incontro del tavolo tecnico che seguirà le operazioni di rientro incontrollato in atmosfera del razzo cinese. “Non è ancora possibile escludere la remota possibilità che uno o più frammenti del satellite possano cadere sul nostro territorio”, ha fatto sapere la Protezione civile.

L’ultima volta che un razzo cinese Long March 5B è rientrato nell’atmosfera (5 maggio 2020), i detriti sono atterrati su un villaggio in Costa d’Avorio.

Tutti i dettagli.

IL RIENTRO INCONTROLLATO DI LONG MARCH 5B

Secondo gli scienziati, il rientro nell’atmosfera del razzo Long March 5B è previsto intorno al 10 maggio. Ma potrebbe avvenire anche con due giorni di anticipo o di ritardo rispetto a questa data.

Per lo Space Command degli Stati Uniti il rientro avverrà l’8 maggio.

Ma non è solo questione di tempo: il fatto è che non è possibile prevedere il punto dove cadranno i detriti del vettore.

Il rientro incontrollato del razzo nell’atmosfera terrestre aveva destato perplessità tra gli scienziati internazionali, per il rischio che i rottami possano causare danni schiantandosi al suolo, per quanto rimanga più probabile una loro caduta in mare.

LE RASSICURAZIONI DI PECHINO

La Cina fa sapere che sono bassi i rischi di danni sulla Terra per la caduta del suo razzo Long March 5B.

La Cina segue con attenzione il rientro nell’atmosfera della fase finale del razzo, ha detto il portavoce del ministero degli Esteri, Wang Wenbin nella conferenza stampa quotidiana, assicurando che la maggior parte delle componenti si distruggerà nel processo di rientro.

“La probabilità di causare danni alle attività aeree o (a persone e attività) a terra è estremamente bassa”, ha detto Wang. E ha assicurato che le autorità “informeranno il pubblico della situazione in modo tempestivo”.

Tuttavia, l’agenzia spaziale cinese deve ancora precisare se la discesa del Long March 5B sia controllata o meno.

DOPO I TIMORI DEGLI SCIENZIATI

Esperti militari americani si aspettano che il razzo Long March 5B, separatosi dal modulo centrale della stazione spaziale cinese, ritorni sulla Terra tra sabato e domenica, avvertendo che era difficile prevedere dove e quando sarebbe caduto.

Il timore degli scienziati è che i rottami della parte centrale del razzo possano finire al suolo, magari in un’area disabitata, e che il rientro incontrollato del razzo possa essere uno dei maggiori di sempre. Secondo SpaceNews, il Long March 5B è sceso di quasi ottanta chilometri di altitudine e sta perdendo quota avvicinandosi all’atmosfera terrestre. Si stima che il nucleo del razzo pesi circa 21 tonnellate.

“Le possibilità che colpisca un’area popolata sono piccole, ma non pari a zero” ha sottolineato il New York Times.

IL PIANO DEL PENTAGONO

Tra i timori sulla traiettoria del razzo di ritorno sulla Terra, il segretario alla Difesa americano Lloyd Austin ha affermato ieri che l’esercito Usa non ha intenzione di abbatterlo. “Abbiamo la capacità di fare molte cose, ma non abbiamo un piano per abbatterlo”, ha dichiarato Austin.

La Aerospace Corp, un’organizzazione senza scopo di lucro finanziata in gran parte dal governo Usa, ha detto che si aspetta che i detriti del razzo colpiscano l’Oceano Pacifico vicino all’equatore dopo aver superato le città degli Stati Uniti orientali.

IL TAVOLO TECNICO DELLA PROTEZIONE CIVILE

Nel frattempo, anche in Italia si studia il rientro del razzo cinese.

Ieri sera ha avuto luogo presso la sede del Dipartimento della Protezione Civile il primo incontro del tavolo tecnico che seguirà le operazioni di rientro incontrollato in atmosfera del Long March 5B.

Alla riunione, oltre all’Agenzia Spaziale Italiana (Asi), ha partecipato un membro dell’ufficio del Consigliere militare della Presidenza del Consiglio, rappresentati del Ministero dell’Interno – Dipartimento dei Vigili del Fuoco, della Difesa – Coi e degli Esteri, Enac, Enav, Ispra e la Commissione Speciale di Protezione civile della Conferenza delle Regioni.

“Sulla base degli ultimi dati forniti dall’Asi, al momento la previsione di rientro sulla terra è fissata per il prossimo 9 maggio, con un’ampia finestra di incertezza. Non è quindi ancora possibile escludere la remota possibilità che uno o più frammenti del satellite possano cadere sul nostro territorio”, fa sapere la Protezione civile.

SPAZIO, L’ULTIMA FRONTIERA DELLO SCONTRO CINA-USA

Lo Spazio è diventato l’ultimo teatro delle grandi lotte di potere tra Cina e Stati Uniti.

La Cina ha investito miliardi di dollari nell’esplorazione spaziale nel tentativo di accrescere la sua statura globale di potenza tecnologica, seguendo le orme di Stati Uniti, Russia ed Europa.

PRIMO PEZZO DELLA STAZIONE SPAZIALE CINESE IN ORBITA

Il lancio del 29 aprile del modulo Tianhe è la prima delle 11 missioni necessarie per completare la stazione spaziale cinese.

II presidente Xi Jinping ha rimarcato che la stazione è strategica per la “costruzione di una grande nazione di scienza e tecnologia”. La struttura, il cui nome ‘Tiangong’ significa “Palazzo celeste”, sarà operativa entro il 2022.

La Stazione Spaziale Cinese alla fine sarà circa un quarto delle dimensioni della Stazione Spaziale Internazionale. Avrà lo spazio per ospitare tre astronauti e una serie di esperimenti a bassa gravità. Pechino spera di completare altri 10 lanci nei prossimi 20 mesi e di concludere il progetto entro la fine del 2022.

Dato il programma di lanci pianificato della Cina, negli anni a venire sono possibili più rientri incontrollati di razzi.
Back To Top