Deliveroo, Glovo, Uber Eats e Foodora sono finiti nel mirino della Procura di Milano, che ha condotto una maxi indagine che ha portato ad elevare ammende per 733 milioni di euro alle principali aziende di delivery che operano in Italia.
Motivo? Il trattamento dei fattorini che, per la procura, dovranno avere un contratto di lavoro coordinato e continuativo. In 60.000 dovranno essere assunti. Tutti i dettagli.
L’INDAGINE SU DELIVEROO, GLOVO, UBER EAST E FOODORA
Partiamo dal principio. Deliveroo, Glovo, Uber Eats e Foodora sono coinvolte in un’inchiesta della Procura di Milano, coordinata dal procuratore aggiunto Teresa Siciliano e dalla e la pm Maura Ripamonti (dipartimento salute e sicurezza pubblica).
L’indagine, partita da Milano dopo vari infortuni stradali durante il lockdown, è stata condotta su tutto il territorio italiano grazie al Nucleo tutela lavoro dei carabinieri (coordinato da Antonino Bolognani).
GLI INDAGATI
Sei gli indagati nell’ambito dell’inchiesta avviata dalla procura di Milano, tra cui i vertici delle quattro società, come amministratori delegati, presidenti dei consigli di amministrazione e delegati per la sicurezza.
I REATI CONTESTATI
Ed è proprio la sicurezza dei rider ad essere messa in dubbio. In particolare, si rimprovera alle società la violazione della legge 81 del 2018, che nei suoi vari articoli racchiude le norme in materia di salute e sicurezza dei lavoratori, tra cui obblighi di prevenzione dei rischi, obbligo di visite mediche e protezione individuale e di formazione specifica per le attività.
SICILIANO: INACCETTABILI LE CONDIZIONI IN CUI LAVORANO I FATTORINI
“E’ inaccettabile” il modo in cui vengono trattati i ciclo-fattorini, ha affermato il procuratore aggiunto Teresa Siciliano.”Si tratta di persone che tutto il giorno vanno in bicicletta con uno zaino pesante e il rischio incidenti è altissimo. E’ un lavoro duro, usurante e faticoso e i lavoratori vanno tutelati”.
Il procuratore boccia anche il “meccanismo del ranking”. “Non è affatto vero che (i rider, ndr) hanno libertà di decidere quando andare a lavorare, perché chi non può farlo, anche solo per un giorno magari per motivi di salute, viene penalizzato” dall’algoritmo.
DA CONTRATTO AUTONOMO A CONTRATTO SUBORDINATO
Ed è per questo che la Procura di Milano notificherà a Just Eat, Glovo-Foodinho, Uber Eats e Deliveroo verbali che imporranno di trasformare i contratti dei rider da lavoratori autonomi (previsti anche contratto siglato tra Assodelivery e Ugl), a parasubordinati.
ASSUNZIONI ENTRO TRE MESI
In pratica, ben 60.000 fattorini, dovranno sottoscrivere un contratto di lavoro coordinato e continuativo. Le aziende avranno novanta giorni per adeguarsi, e non incappare in un decreto ingiuntivo.
MULTE PER 733 MILIONI DI EURO
Non solo obbligo di contratto. Le società sono state multate per 733 milioni, che, spiega la Procura, possono essere estinti pagando fino ad un quarto della pena massima.
LE PAROLE DEL PM GRECO
“Non è più il tempo di dire che i rider sono schiavi, è arrivato il tempo di dire che sono cittadini che hanno bisogno di una tutela giuridica”, ha affermato il procuratore capo di Milano, Francesco Greco. “In questa situazione di Covid i rider hanno svolto una funzione essenziale sia per portare da mangiare alle persone, sia per permettere a molte imprese di sopravvivere, con le consegne”.
AVVIATA ANCHE INDAGINE FISCALE
E c’è di più. La Procura di Milano ha anche avviato un’indagine fiscale su Uber Eats, la divisione consegne del colosso americano, con l’obiettivo di “verificare se ci sia una stabile organizzazione occulta” che nasconde al Fisco italiano gli introiti delle grandi società di delivery. Dopo aver stabilito dove finiscono i pagamenti dei clienti, gli inquirenti stabiliranno se gli introiti ottenuti attraverso l’attività dei rider dovranno essere riportati in Italia.