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ChatGpt punterà alla pubblicità?

Lo sviluppo dell'intelligenza artificiale ha un costo. E anche alto. Ecco perché OpenAI sta pensando di includere in futuro la pubblicità su ChatGpt. Tutti i dettagli e i numeri dell'azienda guidata da Sam Altman

 

Mentre Elon Musk tenta di ostacolare OpenAI con l’ennesima causa, la software house che ha dato alla luce ChatGpt sta considerando di introdurre nel suo chatbot la pubblicità come strategia di sostenibilità finanziaria. A rivelarlo in un’intervista al Financial Times è stata Sarah Friar, direttore finanziario dell’azienda di intelligenza artificiale (IA).

COSTI CHE AUMENTANO

I costi per sviluppare l’IA – e rimanere i primi nel settore – sono considerevoli. E OpenAI, che ora è una delle aziende private di maggior valore della Silicon Valley con una valutazione di 150 miliardi di dollari, è nel bel mezzo della ristrutturazione come società a scopo di lucro. Mossa che sta innervosendo non poco Elon Musk, il quale ha appena intentato la terza causa contro OpenAI, che aveva contribuito a fondare per poi abbandonare il progetto. Il patron di Tesla, che intanto ha messo su xAI, accusa l’azienda di aver svenduto i propri ideali in nome del profitto.

Ma tutte le società di IA, da Anthropic alla stessa xAI, stanno cercando modi per commercializzare la loro tecnologia e sono spesso impegnate in raccolte fondi. OpenAI, lo scorso ottobre, ha ottenuto un nuovo finanziamento di 6,6 miliardi di dollari ma “è sulla buona strada per bruciarne più di 5 di liquidità”, scrive il FT.

LA SOLUZIONE POTREBBE ESSERE LA PUBBLICITÀ

Al Financial Times, Friar ha detto che OpenAI “sta valutando un modello di pubblicità”, anche se resta da capire “quando e dove implementarli [gli annunci]”. L’idea tra l’altro non sarebbe innovativa. Perplexity infatti sta già sperimentando la pubblicità nel suo motore di ricerca alimentato dall’IA.

“La nostra attuale attività sta vivendo una rapida crescita e vediamo opportunità significative all’interno del nostro modello di business esistente. Anche se siamo aperti a esplorare altri flussi di entrate in futuro, non abbiamo piani attivi per perseguire la pubblicità”, ha aggiunto in un’altra dichiarazione citata da FT.

La pubblicità, osserva il quotidiano finanziario, “è stata una strada di grande successo per le grandi aziende tecnologiche come Google e Meta per monetizzare il loro enorme pubblico online” ma, stando ad alcune fonti, “i dirigenti di OpenAI sono divisi” sulla questione. Il suo amministratore delegato Sam Altman, però, si starebbe avvicinando all’idea.

DUBBI

Tuttavia, Friar ha anche aggiunto alcuni dubbi, mettendo in evidenza problemi come il fatto che i modelli pubblicitari sono sensibili alle oscillazioni del ciclo economico generale e che tendono a spostare l’attenzione di un’azienda dalla soddisfazione degli utenti a quella degli inserzionisti.

RECLUTATI GLI STRATEGHI DELLA PUBBLICITÀ

Oltre a Friar, che in passato ha ricoperto ruoli di leadership in aziende come Nextdoor, Square e Salesforce, il FT afferma che OpenAI ha assunto anche talenti pubblicitari provenienti da competitor quali Meta e Google. Friar ha anche sottolineato l’esperienza di Kevin Weil, chief product officer dell’azienda. Weil infatti è stato responsabile della creazione di prodotti supportati da annunci pubblicitari presso le principali piattaforme tecnologiche, tra cui Instagram e X. Inoltre, lo scorso maggio, OpenAI ha assunto come vicepresidente anche Shivakumar Venkataraman, che in passato ha guidato il team pubblicitario di ricerca di Google.

I NUMERI DI OPENAI…

Attualmente OpenAI – il cui valore, ricordiamo, è di 150 miliardi di dollari – monetizza ChatGpt principalmente dall’accesso alla sua interfaccia di programmazione delle applicazioni (API), che consente ad aziende e sviluppatori di costruire con la sua tecnologia, e dalla vendita di licenze individuali e aziendali del suo chatbot.

L’API, tuttavia, spiegano gli esperti, non è un’attività ad alto margine e molti utenti utilizzano la versione gratuita.

Ad ogni modo, il fatturato di OpenAI è salito a circa 4 miliardi di dollari su base annua e, in due anni, l’azienda ha superato i 250 milioni di utenti attivi settimanali, diventando l’app con la crescita più rapida della storia. Ma, secondo Finimize, vuole andare ben oltre e punta a raggiungere un miliardo di utenti nel 2025. Con questo obiettivo ha rilasciato altri prodotti, tra cui il proprio motore di ricerca SearchGpt e degli assistenti simili a chatbot che possono aiutare a svolgere le attività sul web. Ha anche stretto una partnership con Apple, che integrerà ChatGpt nei suoi dispositivi.

…E DELL’IA

Infine, come osserva Finimize, il suo successo, è anche quello di altre sei Big Tech – Nvidia, Microsoft, Apple, Amazon, Meta e Alphabet -, che hanno visto il loro valore di mercato combinato crescere di oltre 8.000 miliardi di dollari dal debutto di ChatGpt.

E, sebbene c’è chi si chieda se l’IA è solo un’altra bolla, l’anno scorso il mercato dei servizi e dell’hardware legati all’IA ha raggiunto i 185 miliardi di dollari e la società di consulenza Bain prevede un’espansione dal 40% al 55% ogni anno fino al 2027, raggiungendo potenzialmente i 1.000 miliardi di dollari.

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