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Bayraktar, ecco come i droni della Turchia difendono l’Ucraina contro la Russia

Droni armati Bayraktar TB2: come funzionano, chi lo produce, quanto costano e che ruolo giocano nella guerra in Ucraina. Tutti i dettagli

 

La resistenza dell’Ucraina contro l’invasione russa conta sull’efficacia dei droni armati Bayraktar TB2 di fabbricazione turca.

Fin dal primo giorno dell’attacco russo, le truppe ucraine hanno caricato video sui social media in cui schernivano l’esercito invasore con storie degli attacchi letali del Bayraktar TB2, equipaggiato per trasportare quattro bombe a guida laser.

“Ad ora l’impiego dei droni è rivolto principalmente contro sistemi di difesa aerea, come i Buk, oppure contro i mezzi logistici dell’Esercito russo tra cui le autobotti di combustibile”, spiegava la scorsa settimana AresDifesa.

Finora, i droni da guerra TB2 sono stati impiegati in Libia, in Siria e nel Nagorno-Karabakh. Molti analisti ritengono che il drone turco sia stato decisivo nel conflitto tra Armenia e Azerbaigian nel 2020.

Ma il drone turco sarà davvero l’asso nella manica della difesa ucraina?

DI QUANTI BAYRAKTAR TB2 DISPONE L’UCRAINA

“Secondo le stime ufficiali l’Ucraina dovrebbe disporre di un totale di sei droni TB2 a fronte di un ordine complessivo di 54 velivoli”, riporta AresDifesa.

Mercoledì scorso, il ministero della Difesa ucraino ha dichiarato l’acquisto di un altro numero imprecisato di droni TB2 e che questi erano pronti per entrare in combattimento. Giovedì, il presidente ucraino Volodymyr Zelenskyy ha affermato che il suo paese ha tratto grandi benefici dai droni di fabbricazione turca.

LE CARATTERISTICHE DEI DRONI TURCHI

“Il TB2 è stato fin qui costruito in più di 250 esemplari ed è in servizio dal 2015 in Turchia dove ha raggiunto il traguardo delle 400.000 ore di volo, diventando l’aereo turco con più ore di volo nella storia” evidenzia AresDifesa.

Il Bayraktar TB2 è lungo 6,5 metri e ha un’apertura alare di 12 metri. Può rimanere in aria fino a 24 ore e viaggia a una velocità massima di 220 chilometri orari. Come spiega SkyNews “è un drone guidato con una stazione di controllo a terra con pilota ed osservatore e sfrutta la potenza di un motore a 4 cilindri. È omologato per trasportare un carico di 150 kg su 4 piloni sotto le ali, che comprende: mini bombe a guida laser MAM-L, missili anticarro a lungo raggio UMTAS e razzi Cirit da 70 mm, tutti prodotti dalla turca Rocketsan”.

“Il Bayraktar fa, in piccolo, il lavoro che farebbe un cacciabombardiere da 200 milioni, solo che si nasconde in cantina in caso di bombardamento, si trasporta con un camioncino e non ha bisogno di aeroporti” sottolinea il Corriere della Sera.

IL COSTO

“Il primo veicolo aereo senza pilota (UAV) della Turchia potrebbe non essere all’avanguardia come i droni americani MQ-9 Reaper o SkyGuardian della General Atomics. Eppure il suo fascino risiede in un rapporto costi-benefici brutalmente efficiente sul campo di battaglia”, evidenzia Fortune.

Si stima infatti che ogni esemplare costi tra 1 milione e 2 milioni di dollari. Secondo Reuters Bayraktar è probabilmente il drone più venduto al mondo.

COSA FA LA BAYKAR TECHNOLOGIES

A sviluppare e produrre il Bayraktar TB2 è l’azienda turca, Baykar Technology. Fondata nel 1986, l’azienda è cresciuta fino a diventare un gigante della difesa turca, appartenente alla famiglia Bayraktar. Il genero del presidente turco Recep Tayyip Erdogan, Selcuk Bayraktar, è il chief technology officer dell’azienda.

Da quando il drone è stato esportato per la prima volta in Qatar nel 2018, il TB-2 si è assicurato ordini commerciali da 16 paesi, tra cui Ucraina, Azerbaigian, Marocco, Tunisia, Kirghizistan e Turkmenistan. La Polonia è stato il primo membro della Nato ad acquistare il drone l’anno scorso, aggiungendone 24 al suo arsenale.

Grazie al successo del drone, Baykar afferma di aver finito per esportare UAV per un valore di 360 milioni di dollari nel 2020.

IL COMMENTO DEGLI ESPERTI

Ma questi droni saranno davvero decisivi nel conflitto attuale?

Per Wolfgang Richter, colonnello in pensione dell’esercito tedesco ed esperto militare presso l’Istituto tedesco per gli affari internazionali e di sicurezza (SWP), no. “Un drone può attaccare solo un bersaglio alla volta”, ha sottolineato a DW. “Ciò significa che può eliminare carri armati o pezzi di artiglieria”. “Se l’esercito ucraino avesse tutti i droni che aveva ordinato, potrebbe infliggere perdite alla parte russa ma rispetto al combattimento a terra, l’impatto della guerra con i droni sarebbe limitato”, ha affermato Richter.

Can Kasapoglu, direttore del programma di studi sulla sicurezza e la difesa presso il principale think tank turco Center for Economics and Foreign Policy Studies (EDAM), ha affermato a Nikkei che le riprese video suggeriscono che l’Ucraina sta utilizzando i droni principalmente per colpire le linee di rifornimento russe per interrompere le loro operazioni.

Kasapoglu ha osservato che con l’attuale inventario di droni dell’Ucraina, secondo quanto riferito, circa 20 unità, da soli non possono fermare grandi divisioni corazzate o brigate.

Infine “I Bayraktar TB2 sono lenti, grandi, a bassa quota e radiocomandati” sottolinea Lauren Kahn, ricercatrice presso il Council on Foreign Relations. “Il che li rende bersagli relativamente facili per sistemi di difesa aerea più sofisticati e a più livelli e capacità di guerra elettronica”. “Inoltre, i precedenti successi del TB2 nel Nagorno-Karabakh e in Libia erano in parte dovuti al loro utilizzo contro obiettivi non mimetizzati e non dispersi e vecchi sistemi di difesa aerea” conclude Kahn.

https://twitter.com/ukrintr/status/1497857490976972804?s=12

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