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Roma Banda Ultralarga

Banda ultralarga a Roma: cosa prevede l’accordo Open Fiber-Acea

Open Fiber ed Acea siglano un Memorandum of Understanding per portare la banda ultralarga a Roma. Entro 5 anni sarà cablata l’80% della città   Open Fiber cablerà anche Roma. È questo l’ultimo successo dell’azienda partecipata da Enel e Cassa Depositi e Prestiti, contro Tim, concorrente diretto in tema di fibra. Mentre la Tlc fa…

Open Fiber ed Acea siglano un Memorandum of Understanding per portare la banda ultralarga a Roma. Entro 5 anni sarà cablata l’80% della città

 

Open Fiber cablerà anche Roma. È questo l’ultimo successo dell’azienda partecipata da Enel e Cassa Depositi e Prestiti, contro Tim, concorrente diretto in tema di fibra. Mentre la Tlc fa i conti con un cambio al vertice e la presa francese di Vivendi, infatti, la società della fibra ha accelerato per aggiudicarsi l’importante mercato della Capitale.

In base a quanto si dice in un Memorandum of Understanding, Open Fiber porterà la fibra ad un milione e 300mila romani sfruttando le infrastrutture esistenti di Acea, senza lavori ex novo, e in tempi relativamente brevi. Acea, d’altro canto, potrà ampliare il proprio business e offrire ai propri clienti tutti i servizi che la società moderna propone (oltre alla Luce, anche internet, per intenderci).

Il Memorandum Of Understanding

MetrowebE’ stato siglato nella giornata di giovedì 3 agosto 2017, dall’Amministratore Delegato di Acea Stefano Antonio Donnarumma e da Tommaso Pompei, Amministratore Delegato di Open Fiber, un Memorandum of Understanding che definisce i termini e le condizioni per l’avvio di una partnership industriale strategica per la realizzazione di una rete di comunicazioni elettroniche a banda ultra-larga sul territorio del Comune di Roma. La sigla è avvenuta alla presenza dei presidenti delle società Luca Lanzalone (Acea) e Franco Bassanini (Open Fiber).

Nel Memorandum, che avrà durata fino al 31 dicembre 2017, si configura il ruolo di Acea come fornitore di infrastrutture. Le società di energia si impegna a concedere l’utilizzo dell’infrastruttura di proprietà (o comunque nella propria disponibilità) a Open Fiber, fornendo i dati cartografici e il supporto necessario all’individuazione delle infrastrutture per la realizzazione della rete a banda ultralarga. Non è escluso che Acea possa contribuire alla realizzazione fisica della rete stessa.

Open Fiber, invece, si impegna ad individuare l’architettura di rete e, qualora Acea manifesti interesse in svolgere tale attività, fornire a quest’ultima le specifiche tecniche per la progettazione e la realizzazione delle opere; a fornire servizi di rete e commerciali ad Acea in modalità wholesale (come la locazione di porzioni di rete, di collegamenti e di servizi attivi); ad assicurare il passaggio del know-how tecnico e tecnologico a favore di Acea funzionale allo sviluppo dei propri servizi (telecontrollo degli impianti e/o servizi di tipo Smart City).

Una nuova società?

Non solo. Nel Memorandum Of Understanding si legge anche che Acea ed Open Fiber potranno costituire una società, a maggioranza Acea, per lo sviluppo di progetti nell’ambito “Smart City”.

banda ultralargaE ancora. Entrambe le parti si impegnano a non avviare discussioni con terzi, relative alla realizzazione di una rete di comunicazioni elettroniche sul territorio del Comune di Roma o anche su parte di esso, per tutta la durata del Memorandum Of Understanding.

“Acea conferma con questo protocollo d’intesa la sua ferma volontà di utilizzare la sua capillare infrastruttura per fare di Roma una città sempre più all’avanguardia a livello tecnologico, attraverso uno sviluppo pienamente sostenibile. Grazie a questo grande progetto di cablaggio la Capitale sarà infatti in grado di utilizzare al meglio, al massimo delle sue possibilità, le infinite applicazioni che una efficiente e moderna rete di telecomunicazioni consente, riuscendo a fornire ai cittadini moltissimi altri utili servizi”, ha dichiarato l’Amministratore Delegato di Acea, Stefano Antonio Donnarumma. “Una di queste applicazioni permetterà di avviare il monitoraggio e l’automazione avanzata delle reti elettriche e idriche, contribuendo alla loro manutenzione preventiva, ad esempio, per quanto riguarda l’individuazione delle perdite occulte nelle tubature”.

“L’intesa con Acea rappresenta un passaggio fondamentale nel consolidamento del piano industriale di Open Fiber. Stiamo implementando la realizzazione della nostra infrastruttura in tutte le città metropolitane, vogliamo farlo anche nella Capitale. Roma avrà una rete in fibra ottica FTTH capillare e diffusa che consentirà a cittadini, imprese e pubblica amministrazione di raggiungere livelli di connessione mai avuti prima”, ha invece commentato Tommaso Pompei, amministratore delegato di Open Fiber.

Progetto e costi

I cantieri dovrebbero prendere avvio a partire dal 2018 e i lavori per cablare l’80% della Capitale dovrebbero durare 4-5 anni. Non ci saranno scavi particolari, perchè si lavora su un’infratsruttra già esistente e la commercializzazione delle prime linee internet ultraveloce dovrebbe arrivare nel giro di pochi mesi.

Si inizierà, molto probabilmente, da “Roma Sud, per la facilità di accesso alla rete”, ha spiegato Tommaso Pompei, aggiungendo che a regime la banda ultralarga arriverà a 1 mln 200mila/1 mln 300mila unità abitative (Fiber to Home, modalità che quasi nessuno offre), nell’ottica di un target di copertura all’80%. L’investimento di Open Fiber sarà di circa 400 milioni mentre la ricaduta di occupazione per l’indotto è prevista in 1.500 posti.

Open Fiber e la banda ultralarga nelle aree a fallimento di mercato

Non sono mancati accenni ai progetti di Open Fiber per le aree a fallimento di mercato. Il Piano del Governo, approvato dalla Ue, per la realizzazione delle infrastrutture nelle aree bianche di mercato (20 milioni di abitanti, circa 7 milioni di edifici), quelle considerate a fallimento, prevede che le aziende interessate si sfidino in dei bandi di gara.

Il primo bando è stato già assegnato. Sarà Open Fiber, società di Enel e Cdp, a portare la fibra in 3.043 comuni, di sei regioni d’Italia (Abruzzo, Molise, Toscana, Emilia Romagna, Lombardia e Veneto) incluse nel primo bando Infratel, la cui procedura di assegnazione si è conclusa con la firma del contratto di concessione tra Infratel e Open Fiber. Il bando era stato pubblicato lo scorso 3 giugno ed era stato suddiviso in cinque lotti, tutti ottenuti da Open Fiber. Alla firma, avvenuta nella sede del ministero dello Sviluppo economico, erano presenti tra gli altri il ministro per la Coesione territoriale Claudio De Vincenti, il sottosegretario con delega alle Comunicazioni Antonello Giacomelli e il presidente di Open Fiber Franco Bassanini. Open Fiber si è aggiudicata questa prima gara con un importante ribasso rispetto alla base di asta: 675 milioni di euro contro gli 1,45 miliardi previsti da bando.

Open Fiber si è aggiudicata anche la seconda gara bandita da Infratel per le aree a fallimento di mercato. Il bando vale 1,2 miliardi di euro e riguarda 3.710 comuni, ovvero 5,5 milioni di persone e 3,9 milioni di unità abitative o aziendali in dieci regioni, più la provincia autonoma di Trento (Piemonte, Valle d’Aosta, Liguria, Friuli Venezia Giulia, Umbria, Marche, Lazio, Campania, Basilicata, Sicilia. Sono coinvolti 3.710 comuni divisi in sei lotti di gara).

“Per la prima gara siamo risultati vincitori in tutti i lotti. E dopo 35 giorni dalla concessione abbiamo avviato i lavori” ha affermato Tommaso Pompei. “Per la seconda gara, Open Fiber è risultata aggiudicataria. Entro fine settembre dovranno concludersi tutte le verifiche amministrative della questione. Quindi scatteranno i 60 giorni per la concessione della gara ed entro 35 giorni inizieremo i lavori. La messa in vendita spetta ai nostri partner, tutto dipende da loro”.

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