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At&t-Time Warner? Rischio colonizzazione dell’Italia. Parola di Anica (Confindustria)

“Un’industria di alta qualità ma di dimensioni medio-piccole, come l’audiovisivo italiano, è a rischio di colonizzazione, e di trasformarsi in mera fornitrice di servizi pregiati per questi nuovi giganti”. È il grido di allarme lanciato dalle aziende italiane del settore riunite nell’associazione Anica di Confindustria che rappresenta le imprese nazionali cinematografiche audiovisive e multimediali. CHI FA…

“Un’industria di alta qualità ma di dimensioni medio-piccole, come l’audiovisivo italiano, è a rischio di colonizzazione, e di trasformarsi in mera fornitrice di servizi pregiati per questi nuovi giganti”. È il grido di allarme lanciato dalle aziende italiane del settore riunite nell’associazione Anica di Confindustria che rappresenta le imprese nazionali cinematografiche audiovisive e multimediali.

CHI FA PARTE DI ANICA

Di Anica fanno parte tre associazioni: UNEFA (Unione Nazionale Esportatori Film e Audiovisivi), CARTOON ITALIA (Associazione Nazionale Produttori d’Animazione) e Anem (Associazione Nazionale Esercenti Multiplex). A quest’ultima sono iscritti i due principali gruppi The Space Cinema e UCI Cinemas, cui si affiancano anche Movieplex , Cinemars, Stardust Village, Starplex, Multiplex 2000, Multiplex Super 8, Cinemacity, Cinelandia e il gruppo Stella Film della Lucisano Media. Group.

I GIUDIZI DEL PRESIDENTE DI ANICA

“Il via libera alla fusione tra AT&T e Warner, stabilito con molta nettezza a New York dal Giudice Federale Leon, apre la strada a dirompenti cambiamenti per il sistema globale dell’audiovisivo: noi italiani dobbiamo esserne consapevoli, e pronti ad affrontare le trasformazioni in arrivo”, dice il presidente di Anica, Francesco Rutelli: “A cascata – e probabilmente a breve – verra’ risolta la competizione Disney-Comcast per Fox; si determineranno nuove aggregazioni e fusioni – oggi imprevedibili – tra gli Studios, in competizione e relazione con i nuovi giganti del web (Netflix, Amazon, Google, etc)”.

L’ALLARME DELLE AZIENDE ITALIANE

“Il nuovo contesto potrebbe manifestarsi in modalità-tsunami, soprattutto per l’aggressività delle grandi piattaforme”, secondo il presidente di Anica: “Ciò puà avere impatti sistemici, sia sulla creazione di contenuti che sulla distribuzione; sulle sale cinematografiche (con l’accorciamento delle ‘finestre’ di programmazione, a partire dagli Usa), sui rapporti con i broadcaster, sulla valorizzazione dei contenuti di film e serie tv. Dunque – aggiunge Rutelli -, un’industria di alta qualità ma di dimensioni medio-piccole, come l’audiovisivo italiano, è a rischio di colonizzazione, e di trasformarsi in mera fornitrice di servizi pregiati per questi nuovi giganti. Occorre che tutti gli attori della filiera, assieme al nuovo Governo, affrontino questo scenario in veloce cambiamento con visione strategica e la massima compattezza possibile”.

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