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Che cosa lega Rutte a Trump? Il caso Asml

L’ascesa parallela della consapevolezza strategica del ruolo di ASML e della leadership politica di Mark Rutte non è una coincidenza. L'analisi di Alessandro Aresu.

Grazie ai messaggi privati diffusi dal presidente Trump, conosciamo ormai l’affetto che prova per lui il segretario generale della NATO, Mark Rutte, che anche nel recente summit si è rivolto a Trump con appellativi come “daddy”, poi amplificati con piacere dalla comunicazione del presidente.

Un rimpianto è che non siano stati diffusi invece gli SMS che Rutte e Trump si sono probabilmente scambiati nel 2018 e 2019, nei momenti iniziali di un rapporto personale nato all’ombra della macchina più importante del mondo, realizzata dal campione tecnologico dei Paesi Bassi, ASML. Si tratta di una vicenda cruciale nella guerra tecnologica tra Pechino e Washington, che ho analizzato nei miei libri “Il dominio del XXI secolo” (2022) e “Geopolitica dell’intelligenza artificiale” (2024) e su cui interessanti particolari sono forniti dal giornalista nederlandese Marc Hijink in “Focus: the ASML Way”, uscito nel 2024.

La vicenda inizia a fine 2018, quando l’allora CEO Peter Wennink incontra i rappresentanti del governo cinese, con cui stabilisce un dialogo per continuare a vendere le macchine più avanzate (con tecnologia EUV) tramite licenze di esportazione dei Paesi Bassi. Nonostante la fiducia iniziale di Wennink, gli Stati Uniti avviano una campagna diplomatica per bloccare queste esportazioni e colpire quindi gli affari di ASML, che rischiano di favorire le ambizioni tecnologiche del loro avversario strategico.

Il tema ASML viene sollevato negli incontri tra Rutte e Trump al G20 di Buenos Aires alla fine del 2018. Tim Morrison, al tempo nel National Security Council con Trump, visita l’Aja in quello stesso periodo, cercando un allineamento anti-cinese dell’alleato. Rutte, nel frattempo, si afferma come uno dei leader occidentali più in grado di trattare con Trump, costruendo con lui un rapporto personale fatto di cortesie e sorrisi concilianti.

In quel periodo, gli Stati Uniti continuano la loro pressione, basata anche sulle analisi di intelligence relative alla possibilità che le macchine di ASML rafforzassero le capacità militari cinesi. Tra il 2019 e il 2020, si afferma ormai un’attenzione inedita, anche a livello politico, sulle implicazioni strategiche delle capacità sui semiconduttori. I Paesi Bassi non concedono le licenze per le esportazioni per le macchine più avanzate di ASML. Inoltre, la Cina viene indicata in modo sistematico – fino ai giorni nostri, con le più recenti dichiarazioni ministeriali nederlandesi a maggio – come un rischio di sicurezza e spionaggio sulla proprietà intellettuale per i Paesi Bassi.

Mentre Rutte, come sappiamo, è passato dal ruolo di primo ministro dei Paesi Bassi a quello di segretario generale della NATO, la “questione cinese” continua a essere fonte di incertezza e di rischio per ASML.  La Cina è il maggiore acquirente di apparecchiature per semiconduttori, con il 42% della spesa globale nel 2024, in crescita del 35% su base annua, e ha continuato ad accumulare scorte in previsione di ulteriori restrizioni. La catena di valore globale si sta biforcando, con la Cina che accelera la localizzazione, ma rimangono forti elementi di interdipendenza. Pechino, pur non avendo accesso alle macchine con tecnologia EUV, è un fondamentale mercato di riferimento per le tecnologie precedenti di ASML e in alcuni trimestri la Cina ha pesato addirittura per metà dei ricavi. Anche i dipendenti di ASML di nazionalità cinese subiscono questa situazione di incertezza, che a volte colpisce la loro libertà d’azione dentro l’azienda.

L’ascesa parallela della consapevolezza strategica del ruolo di ASML e della leadership politica di Mark Rutte non è una coincidenza e ci ricorda quanto la guerra tecnologica sia un fattore determinante degli equilibri mondiali. In attesa che Trump recuperi qualche messaggio su EUV e DUV del 2018 e 2019.

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