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Crosetto Ucraina

Che cosa manda l’Italia all’Ucraina. Parola di Crosetto

Ecco che cosa ha detto il ministro della Difesa, Guido Crosetto, rispondendo al question time alla Camera sul sostegno militare all'Ucraina, in particolare sulla tipologia delle forniture e ai relativi profili economico-finanziari.

 

I mezzi inviati in Ucraina derivano dai precedenti decreti e il governo è al lavoro per ripristinare le scorte.

È quanto ha ribadito il ministro della Difesa, Guido Crosetto, rispondendo al question time alla Camera lo scorso 29 marzo sul sostegno militare all’Ucraina, in particolare sulla tipologia delle forniture e ai relativi profili economico-finanziari.

“In merito alla cessione di armamenti all’Ucraina, io non ravviso alcun elemento di distonia tra quanto il presidente del Consiglio ha affermato nel corso delle comunicazioni rese al parlamento il 21-22 marzo scorsi e quanto me dichiarato circa l’esigenza di ripristinare le scorte necessarie alla difesa nazionale” ha replicato Crosetto rispondendo alle affermazioni del capogruppo del Movimento 5 Stelle alla Camera Francesco Silvestri.

Tutti i dettagli.

LE PRECISAZIONI DI CROSETTO SULLE ARMI FINORA CEDUTE ALL’UCRAINA

Il ministro Crosetto ha sottolineato che “i mezzi, i materiali, gli equipaggiamenti militari oggetto di cessione all’Ucraina cui ha fatto riferimento il presidente del Consiglio, sono quelli ricompresi nel cosiddetto sesto decreto, primo e al momento unico di questo governo”. Allo stesso tempo ha precisato che “le mie riflessioni sulla necessità di ripristinare le scorte, sono riferite al complesso dei materiali ceduti, inclusi quelli ricompresi nei precedenti cinque decreti, decisi da un altro governo, anch’esso con il sostegno di un’ampia maggioranza del precedente Parlamento, di cui anche alcuni degli interroganti facevano parte”.

NECESSARIO A PRESCINDERE UN CONTINUO RIPIANAMENTO DELLE SCORTE

Inoltre, “la cessione di materiali all’Ucraina — ha spiegato il ministro — si inserisce nel normale ciclo di vita degli equipaggiamenti, che prevede un continuo aggiornamento agli standard tecnologici più avanzati, al fine di mantenere uno strumento militare all’avanguardia, permettendone tra l’altro la necessaria interoperabilità con le forze armate dei nostri alleati. Tutto ciò, pertanto, rende fisiologico procedere a un continuo ripianamento delle scorte sia per termine di vita operativa sia per ammodernamento degli stessi, a prescindere dall’esigenza ucraina. È da sempre così. Le esigenze di difesa nazionale impongono quindi la disponibilità di scorte adeguate”.

L’ACCESSO ALL’EPF

A questo proposito, il ministro Crosetto ha ricordato che “a tale scopo l’Unione europea ha autorizzato l’accesso all’European peace facility (Epf), istituito nel marzo 2021, al fine di re-integrare economicamente lo sforzo profuso dagli Stati membri a supporto dell’Ucraina a seguito dell’aggressione subita da parte della Federazione russa”.

“E l’Italia, al pari di altri stati membri dell’Ue, — ha reso noto il ministro — ha avuto accesso all’Epf, e allo stato attuale vede una prima assegnazione di tranche di fondi a parziale rimborso del controvalore economico delle forniture cedute e sarà erogata in tre fasi nel corso del triennio 2023-2025”.

CROSETTO RIBADISCE CHE L’ITALIA NON INVIERÀ MILITARI IN UCRAINA

“L’Italia non ha alcuna intenzione di inviare truppe sul campo”, ha precisato ancora il ministro Crosetto.

RIGUARDO AL SISTEMA SAMP-T

Passando all’invio del sistema di difesa aerea Samp/T, in coordinamento con la Francia, “ritengo necessario chiarire come l’Italia stia rendendo disponibili taluni componenti da un assetto non operativo. Non di meno, tali componenti, una volta integrati con quelle offerte dai francesi, costituiranno un sistema di difesa completo, impiegato da parte di Kiev dopo il necessario addestramento del personale” ha evidenziato Crosetto.

“Sono convinto che sia giusto addestrare il personale a difendere le città ucraine dagli attacchi missilistici russi. Questo non è un mezzo utilizzato per attaccare, ma serve a difendersi”, ha rimarcato il ministro.

COSTI E DETTAGLI SULLE FORNITURE INFORMAZIONI CLASSIFICATE

Infine, il ministro della Difesa ha ribadito che “le componenti cedute, sarebbero state oggetto di programmi di ammodernamento e rinnovamento a prescindere dall’esigenza ucraina”.

Per quanto attiene i costi delle forniture militari all’Ucraina, il ministro ha rammentato che “al pari del dettaglio, si tratta di informazioni classificate, e come tali, rese note e documentate al Copasir, in occasione della condivisione dei sei decreti legislativi autorizzativi”.

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