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Munizioni Ucraina Ue

Armi e munizioni all’Ucraina, tutto sul nodo della produzione in Usa e Europa

L'Ucraina sta finendo le munizioni. Gli Stati Uniti e altri alleati in Europa devono fronteggiare la sfida dell'aumento di produzione di armi e proiettili. La guerra ha messo in luce l'incapacità di aumentare rapidamente la produzione industriale. Fatti, numeri e approfondimenti

 

La volontà di sostenere l’Ucraina con la fornitura di armi e munizioni c’è da parte di Stati Uniti e Europa così come la sfida dell’aumento di produzione per l’industria.

Il 20 marzo diciotto paesi membri dell’Ue hanno siglato l’accordo di progetto dell’Agenzia europea per la difesa (Eda) per l’approvvigionamento di munizioni da inviare all’Ucraina e ricostituire le scorte nazionali degli Stati membri.

I funzionari ucraini hanno affermato di aver bisogno di almeno 1 milione di proiettili da 155 millimetri per rifornire e mantenere le loro difese, una cifra che supera di gran lunga la capacità di produzione annuale dell’Europa, segnala Politico.

Ieri il commissario europeo per il mercato interno e i servizi, Thierry Breton ha fatto tappa in Polonia dove ha visitato la fabbrica di Zaklady Meralowe Dezamet, che sviluppa e produce munizioni per l’esercito e le forze di sicurezza della Polonia. Da metà marzo, Breton ha intrapreso un “tour della difesa” attraverso gli Stati membri per valutare lo stato delle capacità dell’industria, con l’obiettivo di visitare le 15 aziende in 11 Stati membri che sarebbero in grado di aumentare la loro produzione interna di armamenti secondo l’attuale e bisogni futuri, riportava EurActiv.

Ma i nodi alla produzione industriale non riguardano solo il Vecchio Continente. Nella corsa per armare l’Ucraina, anche gli Stati Uniti affrontano sfide nella produzione manifatturiera, come riporta il Washington Post. Il conflitto ha messo a nudo problemi profondi che gli Stati Uniti devono superare per fabbricare efficacemente le armi necessarie non solo per aiutare i propri alleati ma anche per l’autodifesa americana in caso di conflitto con la Russia, la Cina o un’altra grande potenza.

Tutti i dettagli.

IL TOUR DELLA DIFESA DI BRETON

Ieri il commissario Breton ha incontrato il premier della Polonia, Mateusz Morawiecki, a Nowa Deba. Morawiecki ha affermato che le munizioni sono ciò di cui hanno più urgente bisogno le forze armate ucraine con Kiev che dovrebbe ricevere un milione di proiettili entro la fine dell’anno. I funzionari hanno affermato che l’Europa deve aumentare urgentemente la sua produzione di munizioni e hanno esortato gli Stati membri dell’Ue a trasferire le loro scorte esistenti in Ucraina.

Il 16 marzo Il commissario Ue aveva visitato la città di Sopot, sede della più grande fabbrica statale bulgara di armi e munizioni, VMZ, e ha tenuto incontri con i rappresentanti dell’industria bellica del paese.

Breton ha affermato che con le sue visite intende “capire come aumentare le capacità nei piani, valutare la loro credibilità e quindi assicurarsi che saremo in grado di fornire supporto finanziario e anche supporto logistico per aumentare la capacità dell’Ue di produrre ciò che è necessario per l’Europa”.

IL PIANO UE PER LE MUNIZIONI ALL’UCRAINA

Il piano prevede l’utilizzo di 2 miliardi di euro da un fondo congiunto, l’European Peace Facility (EPF), e arriva in risposta alle richieste di Kiev per proiettili da 155 mm e altre forniture di artiglieria richiesti dall’Ucraina per difendersi dall’offensiva russa.

Dunque, secondo il piano concordato a Bruxelles, 1 miliardo di euro sarà utilizzato per la consegna immediata di munizioni provenienti da scorte esistenti o ordini già approvati. Un altro miliardo di euro sarà utilizzato per sottoscrivere acquisti congiunti di nuove munizioni per l’Ucraina fino alla fine di settembre.

“L’UE ha urgente bisogno di aumentare la produzione di munizioni per la propria sicurezza. Visito paesi con industrie della difesa pronte ad aumentare la loro capacità” ha sottolineato Breton.

Ma i problemi di produzione tra cui la carenza di materie rischia di vanificare l’intento europeo. Le scarse forniture di polvere da sparo e tritolo ritarderanno il passaggio alla “produzione bellica su larga scala”, secondo i rappresentanti dell’industria della difesa ripresi dal Financial Times. (Qui l’approfondimento di Startmag sul perché gli Stati dell’Ue hanno un grosso problema di munizioni).

APPROVVIGIONAMENTO E PRODUZIONE DI ARMI NELL’AGENDA BIDEN

Ma anche dall’altra parte dell’Atlantico negli ultimi mesi sono aumentate pubblicamente le preoccupazioni che gli Stati Uniti da soli potrebbero non essere in grado di mantenere la loro fornitura costante all’Ucraina.

L’approvvigionamento e la produzione di armi è un punto chiave dell’agenda per l’amministrazione Biden, soprattutto negli ultimi mesi, poiché è diventato sempre più chiaro che i depositi di munizioni statunitensi si stanno esaurendo, segnala Nbcnews.

La produzione interna americana di armi convenzionali – come obici, carri armati e le munizioni necessarie per loro – cadde fuori moda nella base industriale statunitense dopo la fine della Guerra Fredda. Quelle linee di produzione, che sono diventate inutilizzate nei decenni successivi, hanno tardato a tornare pienamente operative.

Nonostante vantino il più grande budget militare del mondo – più di 800 miliardi di dollari all’anno – e la sua industria della difesa più sofisticata, gli Stati Uniti hanno lottato a lungo per sviluppare e produrre in modo efficiente le armi che hanno permesso alle forze statunitensi di superare tecnologicamente i loro pari evidenzia il Wp.

Il Pentagono, la Casa Bianca, il Congresso e gli appaltatori militari stanno tutti adottando misure per affrontare questi problemi. Ma è probabile che questi cambiamenti richiedano del tempo per avere effetto, lasciando i militari a guardare diminuire le scorte di alcune armi chiave, scriveva proprio ieri il New York Times.

ANCHE NEGLI USA I VERTICI MILITARI METTONO IN LUCE IL NODO PRODUZIONE

Sempre il Nyt, ricorda l’appello dell’ammiraglio Daryl Caudle, vertice dello United States Fleet Forces Command lanciato agli appaltatori della Difesa durante una riunione del settore a gennaio.

Il vertice della Marina ha chiamato in causa l’industria della difesa per i ritardi nella fornitura di armi. “Non perdono il fatto che non ci consegnino gli ordigni di cui abbiamo bisogno”, ha detto a proposito della prontezza delle forze armate statunitensi alle prese con le spedizioni di miliardi di dollari di assistenza militare all’Ucraina. “Tutte queste cose sul Covid, sui pezzi di ricambio, sulla catena di approvvigionamento, non mi interessano”, ha detto. “Abbiamo tutti un lavoro difficile”.

La sua aperta frustrazione riflette un problema diventato evidente a Washington. Mentre il Pentagono invia le proprie scorte di armi per aiutare l’Ucraina e la Casa Bianca osserva le mosse della Cina su Taiwan, gli Stati Uniti non hanno la capacità di produrre le armi di cui la nazione e i suoi alleati hanno bisogno in un momento di accresciute tensioni tra le superpotenze, conclude il New York Times.

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