Se fino a poco tempo fa Google si batteva in tribunale in una causa antitrust affermando che se tutti usano il suo motore di ricerca è semplicemente perché è il migliore – e non perché attua pratiche anticoncorrenziali -, ora, con la diffusione dell’intelligenza artificiale (IA) e, di conseguenza, di nuovi modi di fare ricerca (vedi ChatGPT di OpenAI o Claude di Anthropic), non ne è più così sicura.
E a insidiare ulteriormente un campo in cui finora ha avuto una specie di monopolio è arrivata anche Apple, che sta studiando come inserire la ricerca basata sull’IA nel suo browser Safari.
La notizia ha fatto crollare le azioni di Alphabet, società madre di Google, dell’8% – provocando nervosismo tra i suoi investitori.
CHE INTENZIONI HA APPLE SULL’IA IN SAFARI
Apple sta “valutando attivamente” come integrare l’intelligenza artificiale nel suo browser Safari. A lanciare la bomba è stato il vicepresidente senior dei servizi, Eddy Cue, durante la sua testimonianza nel processo antitrust contro Alphabet, intentato dal dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti.
In questa vicenda, il colosso di Cupertino è coinvolto per aver reso Google il motore di ricerca predefinito sui suoi iPhone, con un accordo che gli fa incassare circa 20 miliardi di dollari all’anno da Alphabet ma che, a seconda dell’esito del processo, potrebbe mettere la parola fine a una partnership di lunga data.
POSSIBILI PARTNER
Apple potrebbe quindi trasformarsi dal più grande cliente di Google alla sua più grande minaccia. In merito a potenziali accordi per integrare l’IA in Safari, l’azienda ha riferito di essere già in trattative con Perplexity AI.
“Prima dell’AI, la mia sensazione era che nessuno degli altri fosse una scelta valida – ha detto Cue -. Penso che oggi ci sia un potenziale molto maggiore perché ci sono nuovi operatori che attaccano il problema in modo diverso”.
Attualmente, ChatGPT di OpenAI è offerto come opzione in Siri e Apple è pronta ad aggiungere anche Gemini di Google nel corso dell’anno, ma per Cue “questo è solo l’inizio” e si aspetta che in futuro l’azienda integri diversi motori di IA in Safari, offrendo agli utenti la possibilità di scegliere.
Apple infatti ha preso in considerazione anche Anthropic, la cinese DeepSeek e Grok di Elon Musk poiché l’accordo con OpenAI le consente di aggiungere altri fornitori di IA al sistema operativo dell’azienda, compreso il proprio, anche se attualmente la sua tecnologia IA è rimasta indietro rispetto a quella degli altri concorrenti e non dispone di un motore di ricerca IA.
LA FINE DI UN’ERA
La minaccia che strumenti di ricerca tradizionali, come Google e Bing, vengano mandati in pensione dall’IA è più che reale. Sullo stesso Safari, le ricerche sono calate per la prima volta nel mese di aprile e, stando a Bloomberg, “questo dato è in linea con un più ampio cambiamento nel comportamento dei consumatori, che si rivolgono sempre più spesso a modelli linguistici di grandi dimensioni (LLM) per ottenere risposte”.
Anche Cue ha lasciato intendere che il monopolio della ricerca online, che finora è stato pressoché nelle mani di Google, potrebbe essere rivoluzionato da società come Perplexity AI, OpenAI e Anthropic, e che a sceglierlo saranno gli utenti. Il manager di Apple ha infatti precisato che sebbene questi strumenti non siano ancora perfetti sono “talmente migliori che la gente cambierà”.
Google, tuttavia, ha risposto affermando di aver registrato un aumento delle query di ricerca dai dispositivi Apple.
RIPERCUSSIONI SIA PER GOOGLE CHE PER APPLE
Ma le parole di Cue e la possibilità che l’accordo tra i due giganti possa concludersi, non hanno avuto effetto solo su Alphabet, le cui azioni ieri sono crollate del 7,3%, segnando il calo maggiore da febbraio. Anche quelle di Apple, alla chiusura del mercato, erano in calo dell’1,1%.
Lo stesso Cue, nonostante quanto detto, ha aggiunto che secondo lui Google dovrebbe rimanere l’opzione predefinita in Safari e non ha nascosto che la possibilità della fine del loro accordo gli ha fatto “perdere il sonno” perché a oggi “presenta ancora le condizioni finanziarie più favorevoli”.
Come spiega Bloomberg, Cue infatti è responsabile di offerte come iCloud, TV+ e Apple Music, ma è anche noto per essere il principale artefice degli accordi dell’azienda. Eventuali perdite derivanti dallo scioglimento della partnership con Google si rifletterebbero sui risultati finanziari della sua divisione, che negli ultimi trimestri è stato un punto di forza dell’azienda, generando un fatturato record di 26,6 miliardi di dollari nel periodo di marzo.