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Apple si allea con Broadcom sui chip per evitare le ire di Biden

Apple e Broadcom siglano accordo multimiliardario per produrre chip negli Usa. La mossa fa parte dell'investimento di 430 miliardi di dollari del gigante tecnologico di Cupertino impegnato a sostenere l'economia americana 

Apple spinge gli acquisti a livello nazionale.

Il produttore di iPhone ha annunciato un accordo multimiliardario con la società statunitense Broadcom, per la produzione e lo sviluppo di componenti elettroniche per le frequenze radio utilizzate per la tecnologia 5G negli Stati Uniti.

“Tutti i nostri prodotti si basano su tecnologie sviluppate e prodotte qui negli Stati Uniti, e continueremo ad investire nel Paese” ha commentato il ceo di Apple, Tim Cook, nel comunicato della società di Cupertino dove si specifica che l’accordo con Broadcom fa parte del suo impegno di investire 430 miliardi di dollari nell’economia statunitense.

Inoltre, l’accordo segna l’ultima fase della partnership tra le due società: Broadcom aveva già annunciato, nel 2020, che avrebbe venduto 15 miliardi di dollari di componenti wireless ad Apple. Il gigante di Cupertino è il più grande cliente di Broadcom, rappresentando circa il 20% delle vendite annuali del gruppo di chip lo scorso anno.

Tutti i dettagli.

COSA PREVEDE L’ACCORDO TRA APPLE E BROADCOM

L’accordo Broadcom copre una gamma di componenti di connettività wireless 5G, inclusi i filtri FBAR che consentono agli iPhone di connettersi alle reti 5G. Le società non hanno precisato il valore monetario specifico dell’accordo.

Nella nota di Apple, si sottolinea l’importanza della connettività 5G nell’elettronica di consumo, aggiungendo che la società sta spendendo miliardi di dollari per sviluppare la tecnologia a livello nazionale. I dispositivi Apple sono compatibili con il 5G dal 2020, ricorda Quartz.

I SITI DI PRODUZIONI A STELLE E STRISCE

Le componenti saranno prodotte in una serie di impianti e hub produttivi negli Usa, inclusa la fabbrica di Broadcom a Fort Collins, in Colorado.

LA STRATEGIA DEL COLOSSO DI CUPERTINO

Questo aumento degli investimenti nella produzione interna fa parte di una più ampia strategia di Apple per spostare la produzione fuori dalla Cina, segnala Quartz.

Apple in genere rivela molto poco sui fornitori con cui lavora, ma il gruppo tecnologico è finito sotto esame per la sua dipendenza da produttori e componenti cinesi, sottolinea il Financial Times. Mentre le relazioni USA-Cina continuano a inasprirsi, la società deve affrontare pressioni da parte dei legislatori americani per ridurre il suo vasto processo di produzione ancorato in Cina. Il produttore di iPhone anche incolpato le politiche cinesi dell’era della pandemia e le rivolte nelle fabbriche Foxconn (l’impianto Foxconn di Zhengzhou è conosciuto anche come ‘iPhone City’) per i problemi della catena di approvvigionamento.

OBIETTIVO FINALE: SLEGARE LA PRODUZIONE DALLA CINA

In risposta, Apple ha aperto nuovi stabilimenti in India e Vietnam per produrre hardware come iPhone e Macbook.

Il colosso di Cupertino ha scommesso in grande per l’India: nel 2017 ha iniziato infatti ad assemblare iPhone nel paese tramite Wistron e successivamente con Foxconn, in linea con la spinta del governo indiano per la produzione locale. Lo scorso dicembre, Cook ha annunciato che Apple avrebbe iniziato a procurarsi i suoi chip da una fabbrica dell’Arizona di proprietà di Taiwan non appena 2024.

Anche se Apple ha spinto verso la diversificazione, con investimenti in India e Vietnam e maggiori acquisti da Taiwan, Stati Uniti e altrove, analisti e accademici sostengono che rimarrà fortemente esposta alla Cina per molti anni a venire.

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