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App Immuni, come si muoverà il Copasir

Tutti i nodi ancora da sciogliere per l'avvio dell'app Immuni. I fatti. Le indiscrezioni. Il caos istituzionale. Il ruolo delle aziende. E il dossier al vaglio del Copasir

“Aspettiamo di vedere il funzionamento dell’app, ma invito a considerare che potremmo essere tra i primi al mondo ad avere sviluppato un sistema pubblico con tutte le garanzie”.

È quello che ha detto ieri sull’app Immuni il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, in un’intervista al Corriere della Sera.

Ci sono ancora aspetti tecnologici e di sicurezza ancora da sbrogliare, mentre tra gli esperti del ramo e tra componenti la task force del ministero dell’Innovazione c’è ancora dibattito anche piuttosto acceso, come si può evincere su Twitter.

Tra l’altro non ci sono state smentite alle indiscrezioni secondo cui il ministro dell’Innovazione, Paola Pisano (M5s), ha detto al Copasir che la scelta dell’app, caduta su Immuni e non sull’altra valutata dalla task force, è stata del Dis, il Dipartimento delle informazioni per la sicurezza che coordina i Servizi segreti.

Proprio il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica presieduto da Raffaele Volpi (Lega) è al centro del dossier. Tra l’altro il vicepresidente del Copasir, Adolfo Urso (Fratelli d’Italia), si è chiesto nei giorni scorsi per quale motivo sull’app non sia stata coinvolto il gruppo attivo nella difesa Leonardo (ex Finmeccanica) partecipato dal ministero dell’Economia e delle Finanze con il 30%: “Preferisco che questo tipo di app sia nelle mani di un’azienda controllata dallo Stato tramite il Mef come Leonardo”, ha detto Urso.

Il dossier app ora è nelle mani del membro del Copasir Paolo Arrigoni (Lega):

Mercoledì 13 maggio, alle ore 14, il Copasir si riunirà per esaminare una proposta di relazione riguardante il progetto di Immuni.

Il Comitato — secondo la ricostruzione di Start Magazine — vuole rimarcare la necessità di un piano ben definito sull’intero impianto di gestione della fase 2, dai test agli studi epidemiologici, di cui la app è solo un tassello, e sul ruolo di Apple e Google, che lo scorso 10 aprile hanno siglato un patto per superare gli ostacoli di comunicazione via bluetooth tra i dispositivi delle 2 Big e che, in pratica, danno ormai le carte al tavolo di sviluppo delle app di contact tracing.

Infine, secondo fonti parlamentari, il Comitato richiederà passi chiari riguardo il futuro di Immuni: ci saranno upgrade della app o interventi sulla sicurezza informatica? E perché l’esecutivo tace o — peggio — va a rilento senza chiarire i passaggi operativi?

Ci sarebbe peraltro da sbrogliare un caos istituzionale: “È boom di app di telemedicina, ne vengono lanciate infatti ben 10 a settimana”, ha sottolineato due giorni fa l’Ansa.

Ultimissimo punto, fanno notare esperti del settore che seguono il dossier: che cosa si fa riguardo alle eventuali questioni legali circa le aziende che hanno riaperto — da Electrolux alla Ferrari — e stanno sviluppando le proprie app antivirus?

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