Fa sempre rumore quando una banca entra nel capitale di qualche startup o PMI. Ma la notizia è destinata ad avere una eco maggiore quando la realtà del caso si occupa di tecnologia, dato che il panorama italiano è ancora piuttosto tradizionale, sorretto dalla manifattura di stampo classico. Si sta parlando dell’investimento nel digitale compiuto dal Credito Emiliano (Credem) nella piccola ma promettente Andxor. “L’approccio delle aziende nei confronti dei servizi digitali ha visto un’accelerazione importante in questi ultimi mesi”, ha commentato Giancarlo Caroli, direttore generale di Credemtel. “Anche le realtà più resistenti al cambiamento hanno preso consapevolezza della necessità di innovare”.
CREDEMTEL HA ACQUISITO IL 20% DI ANDXOR
La notizia che Credemtel (realtà attiva nell’offerta di servizi digitali e nell’implementazione di progetti innovativi per le imprese), del druppo Credem, ha acquisito il 20% di Andxor Srl, è stata resa nota la scorsa settimana. L’acquisizione della Pmi di Cinisello Balsamo, però, è avvenuta a maggio. L’accordo, da quanto si apprende, prevede, oltre all’acquisto del 20% di Andxor da parte di del gruppo dell’istituto di credito emiliano fondato nel 1910, anche l’opzione di acquisire un ulteriore 20% nel corso del 2021. In più, nel medesimo atto si è decisa pure la nomina dell’ex direttore generale di Credemtel, Paolo Zavatti, nel consiglio di amministrazione di Andxor, presieduto da uno dei due soci di Andxor, Romano Pedroli.
COSA FA ANDXOR?
Andxor è una PMI lombarda fondata nel giugno del 1992 operante nel settore IT “che – si legge sul loro sito – mette a disposizione le proprie competenze tecnologiche partecipando come system integrator alla realizzazione e finalizzazione di progetti presso il cliente finale”. Andxor si muove “in diversi settori con particolare attenzione e dedizione alla realizzazione di soluzioni che coinvolgessero gli ambiti crittografici, firma elettronica e digitale, marcatura temporale, compressione dei dati, conservazione a lungo termine delle informazioni e produzione e visualizzazione di immagini con la stereoscopia”.
L’INVESTIMENTO IN UNA PMI INNOVATIVA
Insomma, offre alle imprese soluzioni e prodotti per garantire l’integrità e l’autenticità dei dati stoccati online e conservati digitalmente. Per questo non può che interessare a chi opera in ambito bancario, finanziario e assicurativo o, come fanno sapere dalla stessa Andxor, anche “farmaceutico, sanità, militare e pubblica amministrazione”. Se è naturale che le banche si appoggino a questo genere di servizi, data ormai l’esigenza di tenere in cassaforte non solo i soldi dei propri clienti, ma anche i dati, è un po’ più insolito, almeno nell’ecosistema italiano, che un istituto si muova in prima persona acquistando una di queste realtà. L’operazione – fanno sapere da Credemtel – ha l’obiettivo di “rafforzare la partnership con Andxor per offrire ai clienti soluzioni tecnologiche sempre all’avanguardia. La valenza strategica dell’accordo è legata in particolare alla piattaforma di firma, la cui funzionalità permette di gestire qualsiasi processo di sottoscrizione elettronica agevolando la completa digitalizzazione della documentazione aziendale”.
ANDXOR IN NUMERI
La società di Raffaello Galli e Romano Pedroli (soci a parimerito con una quota del 40%) ha registrato nel 2019 un EBITDA di circa 362mila euro (con ricavi per oltre un milione di euro), in crescita sul 2018 quando si fermò a quota 244mila euro e un EBIT di 358mila euro, con un utile che sfiora i 253mila euro.