L’azienda statunitense di semiconduttori Advanced Micro Devices, meglio nota come Amd, ha firmato un accordo pluriennale e multimiliardario per la fornitura di microchip per l’intelligenza artificiale a OpenAi, la società che ha sviluppato ChatGpt. La notizia ha fatto schizzare il titolo di Amd in borsa, che lunedì è cresciuto di oltre il 34 per cento, facendo aumentare il valore di mercato della società di circa 80 miliardi di dollari e migliorando la sua posizione nella competizione con Nvidia, l’azienda nettamente dominante nel settore dei processori per l’intelligenza artificiale (che di recente, peraltro, ha annunciato un investimento fino a 100 miliardi proprio in OpenAi).
LO STATO DELL’INDUSTRIA DELL’INTELLIGENZA ARTIFICIALE
L’accordo tra Amd e OpenAi – che potrebbe anche decidere di acquisire una quota del 10 per cento del chipmaker – è la conferma della grande fame di potenza di calcolo dell’industria dell’intelligenza artificiale. Industria che si trova in una fase “disordinata”, con numerosissime aziende spesso ad altissima capitalizzazione (quella di OpenAi è di 500 miliardi) impegnate nello sviluppo di tecnologie nuove e sempre più avanzate, benché non ancora redditizie.
LA SITUAZIONE DI AMD
Il mega-accordo con OpenAi rafforza la posizione di Amd in questo Ai boom e ne ribadisce lo status di rivale numero uno di Nvidia. La posizione dominante dell’azienda di Jensen Huang, però, non sembra essere in discussione, data la fortissima domanda per i suoi (costosissimi) processori ad alte prestazioni.
Nvidia controlla da sola quasi il 90 per cento del mercato globale dei chip per l’intelligenza artificiale. La quota di Amd è del 10,3 per cento, mentre quella di Intel – da tempo in serie difficoltà – è dell’1 per cento.
COSA C’È NELL’ACCORDO CON OPENAI
L’accordo tra OpenAi e Amd, comunque, riguarda la fornitura di centinaia di migliaia di unità di elaborazione grafica – in gergo Gpu: sono dei processori utilizzati per velocizzare i processi di addestramento e inferenza dei sistemi di intelligenza artificiale – dalla potenza equivalente di 6 gigawatt, a partire dalla seconda metà del 2026. 6 GW corrispondono grossomodo al fabbisogno energetico di cinque milioni di abitazioni.
OpenAi, inoltre, costruirà un impianto da 1 GW dedicato ai microchip serie Mi450 di Amd, che saranno disponibili dall’anno prossimo. Nel 2026 verranno anche rilasciati i nuovi server Helios, formati da settantadue microchip modello Mi400 e con prestazioni equivalenti a quelle dei server Nvl72 di Nvidia. Alcune funzioni dei server Helios, come gli standard di rete, saranno disponibili apertamente e condivise con la concorrenza: si tratta di una scelta dettata dalla volontà di Amd di diffondere i suoi prodotti a scapito di quelli di Nvidia, come la ricercatissima tecnologia di connettività NvLink (Intel vi avrà accesso).
I DETTAGLI ECONOMICI
Amd prevede che l’accordo con OpenAi le garantirà entrate annue nell’ordine di decine di miliardi di dollari. Quest’anno l’azienda, guidata da Lisa Su, dovrebbe riportare entrate di 32,7 miliardi; per fare un paragone, quelle di Nvidia dovrebbero ammontare a 206 miliardi.
Quanto a OpenAi, non è chiaro con quali risorse finanzierà l’accordo con Amd. La società capeggiata da Sam Altman – il finanziatore principale, invece, è Microsoft – ha una valutazione di 500 miliardi di dollari, come detto, e nella prima metà del 2025 ha registrato entrate per 4,3 miliardi, con perdite però di 2,5 miliardi.