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Digital Decade

Amazon, Microsoft, Oracle. Che cosa si mormora tra i colossi sulle voglie a 5 Stelle (Sarmi in azione?)

Fatti, nomi, indiscrezioni e scenari sul dossier Cloud nella Pubblica amministrazione

Movimento 5 Stelle e Lega studiano il dossier Cloud nella Pubblica amministrazione. E i colossi privati temono – sulla base di incontri e riunioni informali a carattere tecnico – che esecutivo e Agid possano imboccare una strada “statalista” che secondo le multinazionali non trova riscontro in altri Paesi. Ecco dettagli, approfondimenti e rumors.

CHE COSA BOLLE IN PENTOLA NEL CLOUD DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE

I servizi cloud della pubblica amministrazione italiana dall’1 aprile scorso possono essere affidati solo a Cloud Service Provider (Csp) qualificati e pubblicati sul “Catalogo dei servizi Cloud qualificati per la PA”, realizzato da Agid. Tuttavia, si tratta di un ristretto numero di società abilitate da Agid “aggregate attraverso una semplice autocertificazione in linea con gli standard indicati da AGID medesima”, ha precisato Raffaele Barberio direttore di Key4Biz, e composte prevalentemente da aziende “multinazionali e ciclopiche (tra cui spiccano Amazon, Microsoft, Oracle, Salesforce), alcune società private nazionali di medie dimensioni ed una sola società pubblica CSI-Piemonte”. Ma le tentazioni di voltare pagina con i privati e affidare tutto al pubblico sono forti, soprattutto tra gli M5s. In fondo all’articolo l’elenco completo dei Csp qualificati.

GLI M5S FAVOREVOLI A UNA SOLUZIONE “PUBBLICA”

Per capirlo basta leggere le recenti dichiarazioni del il sottosegretario al Mise, Andrea Cioffi (M5S), nel corso del XVI Digital & Payment Summit organizzato dall’Associazione prestatori di servizi di pagamento (Apsp): “Il mondo corre vorticosamente e noi abbiamo il dovere di cambiare approccio per evitare che tutto cada in mano a oligarchie private. Preferisco i sistemi democratici. I grandi operatori del cloud sono tutte società che non hanno sede in Europa, ma è necessario che queste diano qualche risposta all’Europa nel suo insieme. Un esempio è il programma Hpc che verrà installato in Italia”, ha detto il sottosegretario pentastellato riferendosi al progetto europeo finanziato da Horizon 2020 per l’installazione di un super-computer.

I RUMORS TRA LEGA E MOVIMENTO 5 STELLE

Non è una voce isolata, né tra i Cinque Stelle né nella Lega. Dice un esponente di spicco del movimento capitanato da Luigi Di Maio: “Sui clouD della pubblica amministrazione dovrebbero avere un ruolo determinante le aziende pubbliche”. Nella maggioranza di governo filtra l’indiscrezione che il dossier è studiato da alcuni tecnici. In primis Massimo Sarmi, già in Siemens e a capo azienda di Poste Italiane. Da poco Sarmi è stato nominato dalla Cdp con il gradimento della Lega di Matteo Salvini alla vicepresidenza di Sia.

PER IL MOMENTO FUNZIONANO SOLO I CLOUD SERVICE PROVIDER

Ma qual è lo stato dell’arte? Dal primo aprile Agid ha fatto partire i Cloud Service Provider per le modalità di “trasferimento dei dati della PA verso il Cloud”, accantonando i Poli Strategici Nazionali previsti dal Team digitale di Palazzo Chigi, cioè poli centrali in grado di consentire risparmi ingenti accorpando gli oltre undicimila data center pubblici nazionali in massimo sette strutture. Come ricorda lo stesso Barberio “la valutazione dei Poli Strategici Nazionali doveva esser fatta entro il maggio 2018, per dar luogo a giugno ad una lista di soggetti prescelti e da sottoporre alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, cui doveva seguire entro luglio una definizione della lista dei Poli prescelti, con l’obbligo di dar luogo alle Convenzioni tra AgID e i singoli soggetti entro il dicembre scorso”.

LA CIRCOLARE DI AGID

Per il momento è stata pubblicata una circolare dell’Agenzia per l’Italia Digitale (AgID) sul “Censimento del patrimonio ICT delle Pubbliche Amministrazioni e classificazione delle infrastrutture idonee all’uso da parte dei Poli Strategici Nazionali”. Il provvedimento contiene indicazioni per avviare il processo di razionalizzazione dei data center delle Pubbliche amministrazioni italiane e alla formazione dei Poli Strategici Nazionali (PSN) introducendo inoltre la definizione di uno standard comune di qualità e una classificazione dei data center pubblici con l’obiettivo finale di aumentare il livello di sicurezza delle infrastrutture della pubblica amministrazione.

COSA FANNO REGNO UNITO, FRANCIA E GERMANIA

Anche altri paesi hanno già intrapreso un percorso simile a quello dei poli strategici nazionali, anche se nessuno – si dice nei colossi privati – si è affidato solo alle società statali: il Regno Unito per esempio ha lanciato nel 2011 il programma “G-Cloud” si legge in uno studio I-Com sullo Stato di avanzamento nelle reti e nei servizi. Si tratta “di un’iniziativa finalizzata a diffondere l’utilizzo del cloud nel settore pubblico formata da ‘pilastri’: una serie di accordi quadro, uno store online di servizi cloud ed un’iniziativa di consolidamento dei data center”. Grazie a queste procedure “le PA possono selezionare dallo store i servizi richiesti e concludere accordi di fornitura senza dover completare l’intero iter relativo all’assegnazione di appalti tramite bando pubblico”. Anche la Spagna è stato uno “dei primi paesi a muoversi sul versante della diffusione del cloud presso la PA lanciando nel 2011 l’iniziativa SARA. Il progetto consiste nella creazione di una rete che collega amministrazioni centrali, regionali e locali fornendo servizi di SaaS (Software as a service) e Iaas (Infrastructure as a service) per le amministrazioni locali”. L’infrastruttura SARA “nata come architettura privata per fornire servizi alle Pa, verrà convertita progressivamente in cloud ibrido, aggiungendo quindi nodi pubblici ai nodi privati e la fornitura di servizi aperti al pubblico”. In Francia il progetto Cloude Andromede previsto nel 2011 “allo scopo di fornire un cloud sicuro e nazionale per il settore pubblico e le imprese” è stato abbandonato per disaccordi tra Orange da un lato e Thales e Dassault dall’altro, dando via a due progetti nel 2012: “Cloudwatt gestito da Orange e Thales e Numergy capeggiatato da Sfr e Bull”. Stesso discorso in Germania dove le “iniziative pubbliche relative al cloud sono state introdotte all’interno di strategie più ampie di intervento sulle infrastrutture IT”. Iniziative più recenti del 2015 lo Sharing Government IT – Bundescloud “hanno previsto il consolidamento applicativo all’interno di un cloud federale ad architettura privata così come il consolidamento operativo delle infrastrutture all’interno di una rete di proprietà pubblica, la ITZbund entro il 2020”.

ECCO L’ELENCO COMPLETO DEI CLOUD SERVICE PROVIDER QUALIFICATI:

Il Registro pubblico dei CSP qualificati è esposto nell’ambito del Cloud Marketplace ai sensi dell’art. 4 della Circolare AgID n. 2 del 9 aprile 2018. Si ricorda che i servizi SaaS proposti per la qualificazione devono essere erogati mediante un’infrastruttura CSP qualificata da AgID e quindi inserita nel presente registro come “Tipo B” oppure “Tipo C” (nel caso in cui il servizio SaaS non sia erogato tramite SPC Cloud Lotto 1 o tramite un PSN) ai sensi dell’art. 3 della Circolare AgID n. 3 del 9 aprile 2018. Si riporta di seguito l’elenco dei CSP qualificati con le rispettive tipologie.

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