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Worldcoin

Altolà del Garante Privacy al progetto Worldcoin di Sam Altman (OpenAI)

Sulla scansione dell'iride in cambio di dati prevista dal protocollo Worldcoin arriva l'avvertimento del Garante privacy in Italia. Il progetto di criptovaluta co-fondato da Sam Altman prevede un programma di verifica dell'identità mondiale che si basa sulle scansioni dell'iride come prova di identità.

Altolà del Garante della Privacy a Worldcoin.

Se il progetto Worldcoin, basato sulla scansione dell’iride per verificare l’identità degli utenti approdasse in Italia, con ogni probabilità violerebbe il regolamento Ue, con tutte le conseguenze di carattere sanzionatorio previste dalla normativa.

È questo in sintesi l’avvertimento che l’Autorità garante per la protezione dei dati personali presieduta da Pasquale Stanzione ha inviato a Worldcoin Foundation, che sostiene il progetto lanciato nel 2019 da Sam Altman, ceo di OpenAI — la società dietro al chatbot virale ChatGpt — per poter scambiare cryptovalute, dopo i primi riscontri forniti dalla società nell’ambito dell’istruttoria avviata nei mesi scorsi dall’authority.

Il progetto co-fondato dal numero uno di OpenAI incoraggia le persone a farsi scansionare l’iride in cambio di un ID digitale e in alcuni paesi di criptovaluta gratuita e ha già sollevato preoccupazioni da parte dei regolatori di tutto il mondo.

La condivisione di tali dati biometrici, anche se questi non vengono salvati, può esporre le persone a una serie di rischi che vanno dalla frode sull’identità alle violazioni della privacy sanitaria e alla discriminazione. Tanto che in Spagna e Portogallo nelle scorse settimane c’è stato uno stop a Worldcoin. Il gruppo britannico Big Brother Watch ha affermato, dopo il lancio, che c’era il rischio che i dati biometrici potessero essere hackerati o sfruttati. L’autorità francese di vigilanza dei dati Cnil ha effettuato controlli presso l’ufficio di Parigi di Worldcoin. E in Kenya, dove il progetto è stato testato, sono state sospese le attività ad agosto, ricorda l‘Ansa.

Tutti i dettagli.

COS’È WORLDCOIN

Il protocollo Worldcoin ha l’obiettivo di creare un’identità (World ID) e una rete finanziaria (basata sulla cryptovaluta WLD) a livello globale. Al centro del progetto l’Orb, un dispositivo biometrico che scansiona il volto e l’iride, appunto, un codice identificativo univoco a livello mondiale per ciascun individuo – World ID – in grado, secondo la Worldcoin Foundation, di distinguere gli esseri umani dai prodotti dell’intelligenza artificiale.

L’OBIETTIVO

Sam Altman e i co-fondatori Max Novendstern e Alex Blania si sono posti l’obiettivo ambizioso di rendere Worldcoin una criptovaluta universalmente utilizzata nei paesi in via di sviluppo – e la coppia ha da tempo accennato all’utilizzo dell’infrastruttura del token per distribuire i futuri programmi di reddito di base universale.

I NUMERI

Sebbene la startup abbia ricevuto recensioni polarizzanti, la società ha comunque attirato l’attenzione di grandi investitori come Andreessen Horowitz e il co-fondatore di LinkedIn Reid Hoffman, ricordava l’anno scorso Axios.

Secondo Gli investitori hanno versato circa 250 milioni di dollari nella società, tra cui i gruppi di venture capital Andreessen Horowitz e Khosla Ventures, l’imprenditore di Internet Reid Hoffman e, prima del crollo del suo impero FTX, Sam Bankman-Fried.

Il sistema conta più di 1 milione di utenti attivi mensili, 4 milioni di download e 22 milioni di transazioni. Sono i dati ufficiali della piattaforma resi noti a novembre, mentre cresce in diversi paesi l’attenzione delle autorità privacy per la gestione dei dati personali, rileva oggi l’Ansa.

I RILIEVI DEL GARANTE PRIVACY ITALIANO

Anche se i dispositivi Orb non sono ancora funzionanti in Italia, rileva il Garante, i cittadini italiani possono già scaricare, dagli app store, la World App, fornire i relativi dati personali e prenotare i propri WLD token gratuiti. Orb, World ID e World App, strettamente interconnessi tra loro, costituiscono l’ecosistema Worldcoin. Dalle informazioni ricevute dalla società e da quelle reperibili sul sito della stessa, l’Autorità ritiene che il trattamento dei dati biometrici basato sul consenso degli aderenti al progetto, rilasciato sulla base di una informativa insufficiente, non può essere considerato una base giuridica valida secondo i requisiti richiesti dal Regolamento europeo.

“Oltretutto, la promessa di ricevere WLD token gratuiti da parte di Wordcoin incide negativamente sulla possibilità di esprimere un consenso libero e non condizionato al trattamento dei dati biometrici effettuato attraverso gli Orb. Infine, i rischi del trattamento risultano ulteriormente amplificati dall’assenza di filtri per impedire l’accesso agli Orb e alla World App ai minori di 18 anni” ha concluso l’authority italiana. Il provvedimento del Garante è in corso di pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale.

IL GIRO DI VITE DEI REGOLATORI DELLA PRIVACY

Come già detto, nel resto d’Europa e non solo i regolatori della privacy si sono già mossi contro Worldcoin.

A inizio marzo l’AEPD, l’autorità spagnola per la protezione dei dati, ha chiesto a Worldcoin di cessare immediatamente la raccolta di informazioni personali nel paese tramite le scansioni e di smettere di utilizzare i dati già raccolti. Alla fine di gennaio, l’autorità di vigilanza sulla privacy di Hong Kong, la Personal Data Privacy Commission (“PCPD”), ha fatto irruzione in sei sedi di Worldcoin. L’authority ha condotto un’indagine sulle operazioni di Worldcoin, sospettando che le sue pratiche di raccolta di dati personali sensibili (ad esempio informazioni sull’iride) potrebbero violare l’ordinanza sulla privacy dei dati personali.

Il Kenya ha sospeso le registrazioni di nuovi utenti, mentre Germania e Francia hanno sollevato preoccupazioni sulla privacy e hanno avviato le proprie indagini sulle operazioni di Worldcoin. Lo scorso dicembre è emerso che Worldcoin aveva smesso di scansionare i bulbi oculari in Francia, India e Brasile, anche se la società ha cercato di trasformare la ritirata in un ridimensionamento temporaneo, riporta TechCrunch.

LA DIFESA DI WORLDCOIN

Nei giorni scorsi la società ha spiegato di aver compiuto progressi significativi in termini di trasparenza e sicurezza. Ha reso noto, ad esempio, di aver reso il software e l’hardware di Orb aperto, open source. I dati del dispositivo sono auto-custoditi “per dare alle persone il pieno controllo su come utilizzarli ed eliminarli”, ha spiegato su X-Twitter il co-fondatore della società Alex Blania. Worldcoin ha inoltre aggiunto di aver adottato misure aggiuntive per garantire che solo le persone di età superiore ai 18 anni possano effettuare la verifica presso un dispositivo Orb.

 

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