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Agenda Digitale, il governo M5S-Lega confermerà l’accentramento in Consip di tutto l’Ict?

La strategia dei passati governi, il ruolo della Consip e il dibattito fra addetti ai lavori sul rischio concentrazione dei lotti in pochi player di mercato. L'approfondimento di Pepito Sbazzeguti

Sta facendo discutere negli oltre 8 mila comuni italiani l’applicazione delle nuove regole per l’attuazione dell’Agenda Digitale.

CHE COSA PREVEDE LA LEGGE DI STABILITA’ SUGLI ACQUISTI INFORMATIVI

Tutto nasce dalla Legge di Stabilità del 2016 che prevede la riduzione della spesa media per gli acquisiti informatici di almeno il 50% nel triennio 2016-2018 rispetto al periodo 2013-2015. Nei bilanci 2019-2021, con la stessa logica, la misura diventerà strutturale per gli Enti Locali e la Pubblica Amministrazione.

L’EREDITA’ DI RENZI, MADIA E LOTTI

È l’opinione della Ragioneria Generale dello Stato e della Corte dei Conti sezione Lombardia, ma anche del governo che pare intenzionato a confermare l’impianto ereditato da Matteo Renzi, Marianna Madia e Luca Lotti.

IL PIANO DELL’ADIG, L’AGENZIA PER L’ITALIA DIGITALE

Secondo l’Agid, nel Piano Triennale per la Pubblica Amministrazione del 2017, i risparmi generati dalla tagliola del 50% saranno utilizzati dalle amministrazioni prioritariamente per investimenti in materia di innovazione tecnologica.

CHE COSA E’ ESCLUSO DAI TAGLI

Da questo taglio sono però esclusi gli investimenti e i servizi acquistati dalla PA per obiettivi contemplati dal Piano esclusivamente tramite la centrale Consip.

IL TESORETTO CHE POTREBBE SORGERE

Un percorso finalizzato a razionalizzare le scelte tecniche della PA e a centralizzare gli acquisti e i fornitori dei servizi Ict per gli Enti Locali che dovrebbe liberare un tesoretto di circa 800 milioni (al 2017) ritenuti spesa aggredibile su un totale di 5,6 miliardi spesi dalla Pubblica Amministrazione nell’Information Technology. Una voce importante nella spesa pubblica, una fetta rilevante di investimenti da indirizzare.

ECCO IL DOCUMENTO AGID

Nel documento dell’Agid si leggono indicazioni strategiche come il blocco delle nuove spese sui data center a meno di casi adeguatamente giustificati verso il cloud, la dismissione dei sistemi di autenticazione locali per l’utilizzo di SPID, l’adesione e pieno utilizzo di PagoPA con l’abbandono delle soluzioni locali e l’uso di software open source.

I DUBBI DI ALCUNI ADDETTI AI LAVORI

Resta però il dubbio che spingendo il mercato dei servizi Itc di carattere tecnico su pochi sistemi nazionali erogati esclusivamente tramite Consip il risultato, almeno nell’immediato, sia un aumento dei costi e dei disservizi, non fosse altro per la migrazione degli applicativi in uso su nuove piattaforme unificate.

IL CASO LOMBARDIA

La consolidata esperienza in questa direzione di Lombardia Informatica, società in-house per l’erogazione dei servizi informatici alla Regione Lombardia e agli enti del sistema regionale anche sanitari, non sembra essere stata proprio positiva se il governatore Attilio Fontana, con in discontinuità rispetto al passato, ha stabilito di sciogliere Lombardia Informatica in ARCA, la centrale di committenza lombarda che già si occupa di fare le gare ICT per l’intera PA lombarda.

LA LEGGE DI BILANCIO SILENTE

Nella legge di bilancio, almeno dai documenti in circolazione finora, nulla di nuovo viene detto su questo argomento. Siamo così portati a supporre che il governo Lega-5 Stelle condivida l’impianto elaborato dai precedenti esecutivi, salvo voglia rinviare a un intervento organico in sede di riordino della fallimentare legge che avrebbe dovuto abolire le Province.

CHE COSA SI DICE IN LEGA E M5S

Conoscendo l’attenzione che il movimento di Grillo e Casaleggio ha sempre dimostrato al tema dei servizi informatici e digitali, resta da attendersi comunque qualche intervento nel prossimo futuro. Anche sul fronte leghista, che governa a differenza dell’altro socio di governo un numero così elevato di amministrazioni locali, sarebbe lecito attendersi un intervento su un settore strategico.

TRA OBIETTIVI E STRATEGIE

In definitiva, un taglio draconiano del 50% della capacità di spesa non sembra una strategia coerente per centrare rapidamente l’obiettivo della digitalizzazione della burocrazia pubblica. Ridurre poi a pochi lotti di gara, 5 attualmente, l’offerta di servizi informatici complessi e articolati favorisce sicuramente la concentrazione di pochi player di mercato, ma riduce contemporaneamente la concorrenza e, altro paradosso, l’innovazione.

Pepito Sbazzeguti

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