Tra i possibili acquirenti di Yahoo anche società di private equity, come Bain capital partners, KKR e Tpg
Yahoo cerca un acquirente. La decisione non coglie impreparati, perché fa seguito ad anni difficili per la società, anni in cui il colosso del web si è dovuto confrontare con la grande ascesa di Google. La decisione arriva dopo mesi in cui si è tentato di risollevare le sorti dell’azienda. Uno degli ultimi quello che prevedeva un taglio del 15% della forza lavoro: l’obiettivo era snellire l’azienda e renderla pronta alle nuove sfide con il mondo digitale. Tutti i tentativi, però sono falliti. Ed ora non rimane che vedere chi potrebbe essere interessato ad acquistare l’azienda e quale sia il suo valore.
I possibili acquirenti di Yahoo
Secondo quanto annunciato, la società del motore di ricerca ha già annunciato che Goldman Sachs, Jp Morgan e Pjt Partners inc. forniranno consulenza finanziaria, mentre una nuova commissione di manager sarà impegnata nel trovare partner potenziali e valutare le eventuali offerte.
Chi è interessato al motore di ricerca? Sicuramente i colosi delle telecomunicazioni come Verizon, Comcast e At&t. Le prime indiscrezioni svelano che At&t, pur di lanciarsi in nuovi mercati, sarebbe disposta a investire quest’anno 10 miliardi di dollari.
Secondo quanto riportato da Bloomberg ad esser interessate all’acquisto di Yahoo sono anche società di private equity, quali Bain capital partners, KKR e Tpg. Ma le prime vere offerte potrebbero arrivare solo tra un mese.
Anche Time Inc, società che edita 130 riviste fra le quali Sports Illustrated, People e Time, starebbe pensando seriamente di acquisire il gigante del web.
Quel che è certo che ‘ciò che gli investitori vogliono è spingere per la soluzione più veloce e più pulita, che ottimizza il valore’ dell’azienda, ha affermato Robert Peck, un analista di Internet, al New York Times.
Perchè Yahoo È in crisi?
Se è vero che la pressione su Yahoo! Si è enfatizzata solo negli ultimi mesi, è anche vero che la grave situazione in cui adesso si trova l’azienda ha radici lontane. Senza dubbio, il motore di ricerca è stato un gigante del web, grazie anche alla fornitura di servizi gratuiti di posta elettronica.
Yahoo è stato fondato da due giovani ricercatori della Stanford University, David Filo e Jerry Yang. Il motore di ricerca sfruttava il servizio di posta per attrarre investimenti pubblicitari, ottenendo gran successo nei primi anni.
A segnare l’inizio del declino è l’arrivo, mentre si contendevano il mercato Yahoo e Google, di Microsoft, interessato ad acquistare il pacchetto di maggioranza delle azioni della compagnia della rete. A respingere l’offerta (di 44,6 miliardi di dollari) è stato Jerry Yang. Respingere l’offerta per Yahoo, forte in quel periodo delle quotazioni in borsa, significava vincere la battaglia contro Microsoft. Ma proprio da quella battaglia è iniziata la fine del colosso. In pochi mesi le azioni di Yahoo! hanno perso metà del loro valore e Jerry Yang è stato costretto a lasciare il consiglio di Amministrazione. A sostituirlo è stata Marissa Mayer, prima ingegnere donna assunta da Google.
Nemmeno l’intervento della nuova Ceo, Marissa Mayer è bastato per fermare il declino. Motivo? Yahoo non si è ben adattato ai cambiamenti del panorama della Rete. Ora non basta più un servizio di mail gratuito per attirare investimenti in pubblicità. E ad oggi, nella produzione di contenuti e nella capacità di sviluppare applicazioni che creano fidealizzazione, Yahoo! sembra avere poco da offrire.
Per risollevare l’azienda si è pensato anche al ridimensionamento di migliaia di ‘knowledge workers’, il vero punto di forza del motore di ricerca.
Ripercorriamo alcune tappe che hanno contraddistinto il lavoro di Marissa Mayer negli ultimi due anni:
- a Marzo 2015 i vertici della compagnia annunciano le dismissioni dell’ultimo ufficio cinese, di Pechino, dove lavoravano 350 dipendenti. Non un ufficio operativo ma un centro di ricerca e sviluppo, inaugurato nel 2009.
- a Gennaio 2015 alcune indiscrezioni di stampa riportano che il numero uno di Yahoo vuole puntare sulla pubblicità su device mobili. A coordinare le attività sarà Prashant Fuloria, manager con una carriera importante nel mercato pubblicitario.
- all’inizio di Gennaio del 2015 timidi segnali di ripresa. Il motore di ricerca guidato dalla Mayer recupera il 2% passando dall’8 al 10% del totale delle ricerche su territorio americano. Nello stesso periodo Google cala dal 77,5% al 75,3%.
- Novembre 2014, Mozilla si allea con Yahoo. Accordo importante per Marissa Mayer, perchè secondo i dati di Netmarketshare, nel settore del desktop il divario tra Chrome e Mozilla è del 7%: 21% contro il 14% dei neo alleati di Yahoo.
- Ottobre 2014. La Mayer ipotizza di acquistare Snapchat, il famoso servizio di chat “usa e getta” molto in voga tra i ragazzi americani. Ma l’assalto al gioiellino della messaggistica temporanea, valutato circa 10 miliardi di dollari, si rivela solo una indiscrezione giornalistica.