La risposta europea alla costellazione di satelliti per connessioni Internet Starlink di Elon Musk fatica a decollare.
Titola così oggi Politico, rivelando che il programma Iris² dell’Ue (acronimo di Infrastructure for Resilience, Interconnectivity and Security by Satellite) “rischia di cadere vittima di un ripensamento importante, poiché si scontra con sforamenti di costi, crescenti ritardi e controversie tra la Commissione europea e i titani del settore scelti per costruirlo”.
Come progetto spaziale più importante dell’Unione europea dopo i programmi Galileo (posizionamento satellitare) e Copernicus (monitoraggio del clima), Iris² prevede una rete di satelliti multiorbitali (che è una prima mondiale), di cui 170 in orbita bassa, da lanciare tra il 2025 e il 2027. Lo scopo è assicurare connessioni sicure, in particolare per uso militare e anche in caso di incapacità delle infrastrutture terrestri, in un contesto di crescenti minacce alla sicurezza informatica. L’importanza strategica di questo tipo di infrastrutture è cresciuta, come dimostrato dall’uso dei sistemi di comunicazione Starlink nella guerra in corso in Ucraina.
Da una parte quindi la questione risorse: il costo previsto inizialmente era di circa 6 miliardi di euro. Questa cifra è salita a 11,4 miliardi di euro nelle ultime proposte, secondo tre funzionari informati sui colloqui, riporta Politico.
Dall’altra parte le incertezze delle industrie coinvolte: a metà mese il quotidiano francese La Tribune ha riferito che sia Airbus sia Thales Alenia Space si stanno muovendo per ritirarsi dal consorzio SpaceRise che hanno contribuito a fondare. SpaceRise, che comprende operatori di telecomunicazioni e società satellitari, prevede di sviluppare e poi gestire IRIS² per 12 anni nell’ambito di una partnership pubblico-privata.
Tutti i dettagli.
CHE COS’È IL PROGETTO UE IRIS2
Era febbraio 2023 quando il Parlamento europeo approvava pressoché all’unanimità la proposta di regolamento che istituisce il programma dell’Unione per una connettività sicura per il periodo 2023-2027. Il programma mira a far sì che l’Unione europea disponga di una propria costellazione di 5 satelliti denominata “Iris” (Infrastruttura per la resilienza, l’interconnettività e la sicurezza via satellite) che dovrebbe assicurare servizi di comunicazione sicuri entro il 2027.
Iris2 è la risposta del Vecchio Continente ai progetto Starlink — il servizio di connessione a Internet satellitare di SpaceX, la società aerospaziale di Elon Musk — e OneWeb.
Nel marzo 2023 Bruxelles ha lanciato un bando di gara per avviare questo progetto, costruito sulla base di un partenariato pubblico-privato. A fine maggio la Commissione europea ha selezionato un consorzio composto da Airbus Defence & Space, Eutelsat, Hispasat, SES e Thales Alenia Space, sostenuto anche da Deutsche Telekom, OHB SE, Orange, Hisdesat, Telespazio e Thales Group che ha dovuto presentare le proposte iniziali di progettazione, costi, tempi e investimenti del settore privato.
Anche il nostro paese è quindi coinvolto nel progetto. Inoltre, lo scorso marzo il ministro delle Imprese Adolfo Urso ha annunciato che il Centro Spaziale del Fucino è stato individuato in sede europea come il luogo che ospiterà il principale dei tre centri di controllo della nuova galassia di satelliti Iris 2.
LA RETROMARCIA DI AIRBUS E THALES ALENIA SPACE
Nel frattempo, due dei principali membri del consorzio istituito per sviluppare la costellazione europea di satelliti per comunicazioni sicure Iris vogliono rivedere la loro partecipazione a un progetto che considerano troppo rischioso allo stato attuale.
Come ha rivelato per primo La Tribune, Airbus e Thales Alenia Space hanno scritto agli altri principali attori del progetto, gli operatori Eutelsat, Hispasat e Ses, per far sapere che intendevano ritirarsi dal consorzio. Non si tratta di mettere in discussione l’interesse per questo progetto ma allo stato attuale “le condizioni non sono soddisfatte”, aveva dichiarato all’Afp una fonte vicina al dossier, sottolineando una necessaria “fase di riduzione del rischio” sia tecnologicamente che finanziariamente prima di intraprendere un programma così innovativo.
Invece di guidare il consorzio, i produttori di satelliti si concentreranno sulla produzione della tecnologia del progetto come appaltatori principali, ha affermato Michael Schoellhorn, ceo di Airbus Defence and Space, prima del Salone di Farnborough di questa settimana, riferisce Politico.
LE IMMEDIATE CONSEGUENZE
Ciò ha scatenato frustrazione e scetticismo sul futuro del programma. “Alcune aziende spaziali europee, a differenza dei loro concorrenti globali, non sono pronte a guidare la gara, hanno paura del rischio e quindi sono destinate a perdere commercialmente”, ha affermato sempre a Politico un funzionario dell’Ue che sostiene il progetto e insiste sul fatto che è ancora in carreggiata.
IN RITARDO SULLA TABELLA DI MARCIA
Secondo la testata statunitense, dopo una serie di date obiettivo mancate, la Commissione europea ha ora dato al consorzio SpaceRise una scadenza del 2 settembre per presentare una proposta riorganizzata.
Se la Commissione accetta il nuovo progetto, con Iris² destinato a includere centinaia di piccoli satelliti situati in orbite multiple, allora il team di valutazione delle offerte dell’UE potrebbe approvare il programma intorno al 25 settembre, ricostruisce Politico. Ciò consentirebbe la firma dei contratti nella prima metà di ottobre, poche settimane prima della fine dell’attuale Commissione europea, secondo una bozza di programma visionata da Politico.
QUESTIONE DI SPETTRO…
Mentre SpaceX ha dispiegato oltre 6mila satelliti Starlink in orbita, i funzionari informati sul programma Iris² sostengono che non c’è praticamente alcuna possibilità che il sistema europeo trasmetta servizi sulla Terra quest’anno come previsto utilizzando satelliti commerciali esistenti, o che sia pienamente operativo entro il 2027 come promesso, riporta ancora Politico.
Questi ritardi sono anche un problema data la competizione per lo spettro e gli slot nell’orbita terrestre bassa, la fascia di spazio più vicina alla Terra dove le mega costellazioni, come Starlink, si stanno sviluppando rapidamente. “Se il programma è in ritardo potremmo perdere l’assegnazione dello spettro e SpaceX o un’azienda cinese potrebbero utilizzarlo al suo posto”, ha affermato uno dei funzionari informati sui colloqui.
…E DI RISORSE
Allo stesso tempo, incombe anche il nodo risorse finanziarie sul proseguimento del programma.
Degli attuali 11,4 miliardi di euro di costi previsti, il consorzio SpaceRise fornirà circa 4,4 miliardi di euro dai tre operatori satellitari coinvolti (SES, Eutelsat e Hispasat), con 2,4 miliardi di euro già stanziati da vari fondi UE e l’Agenzia spaziale europea che contribuirà con circa 600 milioni di euro, riassume Politico.
Secondo la testata, ciò potrebbe lasciare circa 4 miliardi di euro di finanziamenti mancanti per Iris² che dovranno essere trovati da qualche parte se la costellazione verrà mai completata.
LE ALTERNATIVE AL PIANO ORIGINARIO UE IRIS2?
Infine, se non si riuscirà a raggiungere un accordo tra il consorzio SpaceRise e la Commissione entro l’autunno, allora l’idea di costruire e gestire Iris² come un partenariato pubblico-privato dovrà probabilmente essere ripensata completamente, hanno affermato due funzionari, ripresi da Politico.
Da qui le indiscrezioni secondo cui funzionari del governo europeo e dell’industria stanno valutando una versione ridotta della rete di comunicazioni satellitari sicure IIris² se non andasse in porto il partenariato pubblico-privato. Secondo Politico, un piano alternativo è quello di ridimensionare drasticamente le aspettative della Commissione e trasformare Iris² in una rete più piccola riservata al governo invece di una costellazione di mercato di massa.