Intesa Sanpaolo e Nexi potrebbero unire le forze, in nome del business sui pagamenti digitali? Ecco rumors e smentite-precisazioni.
ALLEANZA IN VISTA TRA NEXI E INTESA SANPAOLO?
Tra Nexi e Intesa Sanpaolo ci sarebbero dei “contatti preliminari” per un’eventuale alleanza nel settore dell’“acquiring”, ovvero dei contratti che ogni titolare di Pos ha con la banca. Secondo indiscrezioni del Messaggero, Intesa Sanpaolo potrebbe ricevere il 30-40% del capitale di Nexi in cambio delle sue attività di acquiring.
LA SMENTITA DI INTESA SANPAOLO
Che cosa ha fatto sapere il gruppo bancario dopo i rumors pubblicati dal Messaggero? “Intesa Sanpaolo precisa che sono stati avviati contatti preliminari tra la Banca e Nexi volti ad esaminare eventuali operazioni finalizzate al rafforzamento della partnership commerciale già in essere tra le parti. Tali eventuali operazioni non configurerebbero per Intesa Sanpaolo obblighi di promozione di un’offerta pubblica di acquisto”, ha fatto sapere l’istituto finanziario guidato da Carlo Messina. Il fatto che non scatterebbe l’obbligo di opa significa che ad Intesa San Paolo spetterebbe una percentuale inferiore alla soglia del 25% che fa scattare l’opa. Dunque, nessuno scambio azionario in cantiere, come invece adombrato dal quotidiano del gruppo Caltagirone.
LA NOTA DI NEXI
L’azienda guidata da Paolo Bertoluzzo ha confermato i colloqui preliminari ma ha specificato che “non è stato definito alcun progetto, né di natura industriale né tanto meno di natura finanziaria che contempli valori”.
LE QUOTE E I RUMORS
Ed è proprio Nexi, nella sua nota, a sottolineare che la percentuale del 30-40% del capitale che dovrebbe andare a Intesa Sanpaolo non è corretta. “E’ del tutto priva di fondamento la notizia secondo cui l’ipotetica operazione possa contemplare una partecipazione azionaria nel capitale di Nexi pari al 30-40%”, ha detto la quotata Nexi.
LA PRECISAZIONE DI NEXI
E c’è di più, nella nota la società dei pagamenti digitali tiene anche a specificare che “in ogni caso qualsiasi ipotetica operazione non potrà che essere coerente con la missione di Nexi di essere la Paytech – partner indipendente – di tutto il sistema bancario italiano”.
NEXI FESTEGGIA IN BORSA
A Piazza Affari, sulla scia delle notizie poi ridimensionate, il titolo Nexi ha fatto registrare un aumento che nel corso della giornata ha toccato anche il 5%.
DOSSIER ACQUIRING
L’acquiring che sarebbe conferito da Intesa Sanpaolo è il pacchetto dei servizi che il gestore della carta di credito fornisce a un esercente affinché possa accettare pagamenti con le carte appartenenti a circuiti di credito o debito. La divisione è un pezzo dei sistemi di pagamento di Ca’ de Sass ed è un’attività del corporate guidata da Stefano Favale (head of global transaction banking) che a sua volta è a riporto di Mauro Micillo.
I GIUDIZI DEGLI ANALISTI
Nel frattempo banche d’affari e analisti si erano sbizzarriti. Gli analisti finanziari giudicano positivamente la possibile cessione dell’attività di acquiring di Intesa Sanpaolo a Nexi: l’operazione consentirebbe alla società dei pagamenti digitali di crescere in uno dei suoi core business mentre farebbe emergere il valore delle attività per Intesa, che resterebbe presente in un business in forte crescita diventando azionista di Nexi.
PAROLE E REPORT DI MEDIOBANCA
L’acquisizione rappresenterebbe per Nexi “un importante passo avanti nel segmento acquiring, consoliderebbe la sua posizione competitiva e rafforzerebbe i suoi rapporti con il suo principale cliente”, affermano gli analisti di Mediobanca Securities. C’è chi nota come Mediobanca sia advisor di Nexi e che negli scorsi giorni un report degli analisti londinesi di Mediobanca intravvedeva i margini per limare le commissioni a differenza di quanto hanno sostenuto le aziende del settore in Parlamento.
CHE COSA DICE EQUITA
Per Equita “da un punto di vista industriale l’operazione avrebbe senso per Nexi in quanto il business dei pagamenti è di scala e verrebbero generate importanti sinergie mentre dal punto di vista finanziario non è possibile al momento fare una valutazione in quanto i dati di Intesa acquiring non sono noti”.
IL COMMENTO DI KEPLER
Se confermata, l’operazione potrebbe far emergere il valore di questo business dando a Intesa un’esposizione azionaria in un leader nel mercato in forte crescita dei pagamenti”, scrive Kepler Cheuveux che ricorda come nei conti di Intesa non ci sia uno spaccato dei risultati dell’attività di acquiring anche se “nei nove mesi 2019 il gruppo ha riportato 350 milioni di commissioni nette dal debito e dalle carte di credito”.
LO SCENARIO VISTO DA FIDENTIIS
“Dal punto di vista di Intesa l’operazione non sarebbe un’uscita definitiva dal business dell’e-payment considerato che Intesa resterà largamente investita nel settore seppur indirettamente”, afferma Fidentiis, che ricorda come nel 2016 Intesa aveva venduto all’allora Icbpi per 1,03 miliardi di euro le attività relative ai pagamenti di Setefi e Isp Card.