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Nexi

Perché Nexi si quota (e che cosa si bisbiglia sulla fusione con Sia)

Fatti, numeri, indiscrezioni e scenari

 

Uno sbarco in Borsa misto per spingere sulla crescita e ridurre il debito.

Sono questi in sostanza obiettivi e direzione di marcia del processo di quotazione a Piazza Affari di Nexi, il gruppo attivo nel settore dei pagamenti digitali.

Le ultime informazioni le ha svelate oggi il Sole 24 Ore: ieri i rappresentanti di alcuni grandi fondi esteri (da Blackrock a Vanguard ad altri giganti dell’asset management) si sono trovati per la presentazione della quotazione di Nexi, ha scritto Carlo Festa sul quotidiano diretto da Fabio Tamburini.

TEMPI E MODI DELLA QUOTAZIONE PER NEXI SECONDO IL SOLE

Lo sbarco a Piazza Affari prosegue secondo le attese: la campanella è fissata ad aprile. Il prospetto dovrebbe essere depositato alla Consob entro la prossima settimana. Al lavoro è il nutrito consorzio bancario: Banca Imi, Bofa-Merrill Lynch, Credit Suisse, Goldman Sachs e Mediobanca come global coordinator e ben otto bookrunner (Barclays, Citi, Hsbc, UniCredit, Banca Akros, Ubi Banca, Mps e Ubs).

ECCO GLI OBIETTIVI DELL’IPO PER NEXI

“Si prospetta – ha aggiunto il Sole 24 Ore – un’operazione mista, un’Opvs: in gran parte saranno i private equity azionisti (Bain Capital, Advent e Clessidra) a vendere le loro quote azionarie.
Ma è previsto anche un aumento di capitale compreso tra 600 e 700 milioni. Parte delle risorse dell’Ipo, oltre che sulla crescita, potrebbero quindi essere utilizzate per ridurre l’indebitamento”.

IL PESO DEI DEBITI

Al 31 dicembre 2018 spiccano passività finanziarie totali per 3,7 miliardi di euro, di cui 2,57 miliardi per titoli emessi; il resto sono debiti verso banche (793 milioni) e verso la clientela (354 milioni)

I CONTI 2018 DI NEXI

Nexi ha chiuso il 2018 con ricavi operativi netti per 931 milioni di euro e un Ebitda, escludendo le componenti non ricorrenti, di 424 milioni. La nota datata 1 marzo del gruppo guidato dall’ad, Paolo Bertoluzzo, ha precisato che ulteriori benefici sull’Ebitda, pari 95 milioni di euro e non inclusi nel 2018, saranno rappresentati nei dati 2019 e, integralmente, nel 2020. Gli investimenti sono stati pari a 150 milioni di euro, al 16% dell’Ebitda (massimi livelli del settore).

I RISULTATI DI NEXI

I risultati prima di tali operazioni vedono i ricavi operativi netti a 550 milioni e l’ebitda normalizzato a 287 milioni di euro. Il management stima inoltre che le iniziative sulla riduzione dei costi e sulle sinergie da acquisizioni comportino un beneficio sull’ebitda stimato in 126 milioni annui a regime, di cui 31 milioni già con effetto sul 2018.

 

LE PREVISIONI DEL PIANO DI NEXI

Nel piano al 2023 Nexi prevede una crescita dei ricavi operativi netti tra il 5% e il 7% medio annuo e un ebitda normalizzato in crescita tra il 13% e il 16%.

LE PROSPETTIVE DI NEXI

Nel 2020, secondo indiscrezioni bancarie, sono destinate a scadere alcune convenzioni con istituti di credito. “Il flottante dovrebbe alla fine essere pari a circa il 40%con un’offerta dedicata soltanto agli investitori istituzionali italiani ed esteri. L’Ipo potrebbe avere una valutazione attorno ai 7 miliardi di euro, collocandosi al primo posto delle Ipo in Italia negli ultimi anni e in cima alle prime quotazioni, per valore, in Europa nel 2019”, ha scritto oggi il Sole.

SCENARIO FUSIONE CON NEXI

E’ chiaro che nel governo, in Cdp e in Poste Italiane si punti a un campione nazionale fra Nexi e Sia. E per questo ci sono tensioni tra gli azionisti di Sia e tra alcuni soci con i vertici della società. Sia opera a livello europeo nella progettazione, realizzazione e gestione di infrastrutture e servizi tecnologici dedicati a istituti di credito, banche centrali, imprese e pubbliche amministrazioni.

CHI SONO I SOCI DI SIA

Il maggior azionista di Sia è il veicolo Fsia Investimenti (che vede Fsi Investimenti di Cdp al 70% e Poste Italiane al 30%) con il 49,48%, seguito da F2i con il 17,05%, dal fondo Hat Orizzonte (8,64%) e dal gruppo di banche storicamente presenti nella compagine: Banco Bpm (4,82%), Intesa Sanpaolo (4,05%), Unicredit (3,97%), Mediolanum (2,85%), Deutsche Bank (2,58%).

LE MIRE DI CDP

La Cdp (controllata dal Tesoro) e Poste Italiane puntano a creare un campione nazionale a partire da Sia. Obiettivo della Cassa? Rendere sempre più competitiva la società e con un maggior respiro europeo. Una prospettiva che prevede il coinvolgimento della società Nexi.

LE TENSIONI IN SIA

Ma non tutti sono d’accordo con l’auspicio di Cdp in casa di Sia. Le banche (Banco Bpm, Intesa Sanpaolo, Unicredit, Mediolanum, Deutsche Bank) sono pro Ipo e per un’azienda indipendente da singoli azionisti-clienti, cioè da Poste Italiane e istituti di credito, ha scritto ieri Start Magazine.

LE IPO PREFERITE DALLE BANCHE

Per questo alla fine le banche, azioniste sia di Nexi che di Sia, gradiscono far cassa subito con le due Ipo, bisbiglia chi nel governo e nelle società controllate dal Tesoro lavora a un grande polo nazionale.

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