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Soros, Dorsey e non solo. Cosa (non) pensano i big dell’alta finanza delle monete virtuali

L’approfondimento di Sebastiano Torrini con le ultime novità sul mondo delle criptomonete Anche i big della finanza mondiale possono cambiare idea sulle monete virtuali. L’esempio più clamoroso arriva da George Soros che negli ultimi giorni parrebbe aver cambiato giudizio sulle cripto-valute, almeno stando a quanto riporta Bloomberg. Il magnate si starebbe preparando, infatti, a trattare…

Anche i big della finanza mondiale possono cambiare idea sulle monete virtuali. L’esempio più clamoroso arriva da George Soros che negli ultimi giorni parrebbe aver cambiato giudizio sulle cripto-valute, almeno stando a quanto riporta Bloomberg. Il magnate si starebbe preparando, infatti, a trattare moneta digitale dalla sua base newyorchese che gestisce attualmente investimenti per 26 miliardi di dollari, voltando completamente pagina rispetto alle sue recenti affermazioni: non più tardi di gennaio, infatti, Soros aveva definito l’alta volatilità dei mercati delle monete virtuali “una bolla”.

SOROS TORNA SUI SUOI PASSI DOPO POCHI MESI

Adam Fisher del Soros Fund Management, che supervisiona i macro-investimenti dell’azienda, avrebbe ricevuto negli ultimi mesi l’approvazione interna per effettuare trasferimenti in valuta digitale anche se, sottolinea Bloomberg citando persone vicino al dossier, non si sarebbe ancora avventurato in simili transazioni. Il manager 87enne di origini ungheresi aveva fatto notizia all’inizio di quest’anno con le sue osservazioni durante il Forum economico mondiale tenutosi in Svizzera, dove aveva definito il bitcoin una “bolla tipica” affermando non trattarsi di una valuta. Sempre in occasione della riunione di Davos, Soros aveva anche chiesto l’introduzione di norme “più severe” sui titoli tecnologici statunitensi e predetto la scomparsa di Facebook e Alphabet da lui considerati “monopoli tecnologici”. “Finché si avrà la dittatura dell’incremento avremo un finale diverso, perché i governanti di alcuni paesi si rivolgeranno ai bitcoin per costruire un risparmio all’estero” aveva tuonato Soros il 25 gennaio scorso. Dopo le sue parole, la moneta digitale aveva perso oltre un terzo del suo valore a causa dei timori degli investitori per l’avvento di  una maggiore regolamentazione a livello mondiale, soprattutto in Corea del Sud, uno dei mercati più fiorenti del bitcoin. Valute digitali a parte, il fondo guidato da Soros, nel frattempo, ha già messo le mani su un asset “volatile” attraverso la partecipazione acquisita nel quarto trimestre dello scorso anno nella Overstock un’azienda americana che si occupa di vendite al dettaglio online attraverso cripto-valute, diventando il terzo azionista della compagnia.

PER IL NUMERO UNO DI TWITTER IL BITCOIN DIVENTERÀ LA MONETA UNICA DI INTERNET

Copyright Rex Shutterstock 2016;36199150;3840;5760;1460704535;Fri, 15 Apr 2016 07:15:35 GMT;0

D’altronde non è la prima volta che grandi manager intravedono un futuro luminoso per bitcoin e compagni: uno degli imprenditori più influenti della Silicon Valley ha fatto una dichiarazione coraggiosa qualche settimana fa sul futuro di bitcoin. Il numero uno di Twitter e Square, Jack Dorsey, ha detto di aspettarsi che la moneta digitale superi il dollaro per importanza, diventando la valuta leader di internet entro 10 anni. “Il mondo avrà una moneta unica, Internet una moneta unica. Personalmente credo che sarà il bitcoin”, ha Dorsey in un’intervista al The Times. Dorsey è sempre stato un convinto sostenitore della tecnologia decentralizzata: di recente è entrato a far parte di un consorzio di sostenitori che ha investito 2,5 milioni di dollari in Lighting Labs, una start-up che ha l’obiettivo di aumentare la velocità delle transazioni con blockchain e ridurre i costi.

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