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Fintech

L’Ue lancia l’Osservatorio Fintech, l’Italia una consultazione pubblica sulle cripto monete

Il ministero dell’Economia ha anche organizzato una seconda riunione informale al Fintech District di Milano per migliorare l’ecosistema e sostenere l’innovazione del settore che si conferma in forte espansione Europa e Italia sempre più attive sul fronte del Fintech per cercare di riguadagnare il terreno perduto nei confronti dei paesi asiatici e degli Stai Uniti.…

Il ministero dell’Economia ha anche organizzato una seconda riunione informale al Fintech District di Milano per migliorare l’ecosistema e sostenere l’innovazione del settore che si conferma in forte espansione

Europa e Italia sempre più attive sul fronte del Fintech per cercare di riguadagnare il terreno perduto nei confronti dei paesi asiatici e degli Stai Uniti. Se Bruxelles ha deciso di varare un Osservatorio e forum sulla blockchain, nel nostro paese il ministero dell’Economia ha organizzato nei giorni scorsi una seconda riunione informale al Fintech District di Milano per migliorare l’ecosistema e sostenere l’innovazione, lanciando anche una consultazione pubblica sulle valute virtuali.

Inaugurato l’Osservatorio e forum dell’Ue sulla blockchain

La Commissione europea ha inaugurato l’Osservatorio e forum dell’Ue sulla blockchain con il sostegno del Parlamento europeo, rappresentato dal deputato Jakob von Weizsäcker, autore della recente relazione sulle valute virtuali. L’Osservatorio e forum sulla blockchain si occuperà di evidenziare gli sviluppi più importanti di tale tecnologia, di promuoverne i protagonisti europei e di rafforzare l’impegno assunto a livello europeo con i diversi soggetti interessati coinvolti nel settore della blockchain. Le tecnologie blockchain registrano blocchi di informazioni distribuiti in tutta la rete e sono considerate una grande innovazione, in quanto offrono elevati livelli di tracciabilità e sicurezza nelle transazioni economiche online. Si prevede che influiranno sui servizi digitali e trasformeranno i modelli aziendali in molteplici settori, ad esempio in ambito sanitario, assicurativo, finanziario, energetico, logistico e nel settore della gestione dei diritti di proprietà intellettuale o dei servizi pubblici.

“Tecnologie come la blockchain possono aiutarci a ridurre i costi, rafforzando nel contempo la fiducia, la tracciabilità e la sicurezza – ha detto Andrus Ansip, Vicepresidente responsabile per il Mercato unico digitale in una nota –. Presentano enormi potenzialità nel rendere più sicure le transazioni sociali ed economiche effettuate online, in quanto offrono protezione contro possibili attacchi ed eliminano la necessità di intermediari. Intendiamo sfruttare l’importante bacino di talenti e l’eccellenza delle start-up in Europa per diventare una regione leader a livello mondiale nello sviluppo della blockchain e negli investimenti necessari a garantirne la diffusione”. “Tra le numerose tecnologie che stanno dando impulso all’innovazione digitale, la blockchain offre la possibilità di trasformare in profondità i mercati e i servizi finanziari. L’Osservatorio e forum sulla blockchain ne seguirà gli sviluppi e contribuirà all’elaborazione delle nostre politiche in questo ambito”, ha aggiunto Valdis Dombrovskis, Vicepresidente responsabile per la Stabilità finanziaria, i servizi finanziari e l’Unione dei mercati dei capitali. Mentre Mariya Gabriel, Commissaria responsabile per l’Economia e la società digitali, ha ammesso di considerare la blockchain “una svolta. Voglio che l’Europa – ha detto in una nota – sia all’avanguardia nel suo sviluppo. Dobbiamo creare le condizioni propizie al raggiungimento di tale obiettivo, vale a dire un mercato digitale unico per la blockchain a vantaggio di tutti i cittadini, invece di un mosaico di iniziative. L’Osservatorio e forum dell’Ue sulla blockchain rappresenta un importante passo avanti in questa direzione”.

Già ora la Commissione europea, attraverso il settimo programma quadro per la ricerca e il programma Orizzonte 2020 dell’Unione europea, finanzia progetti relativi alla blockchain dal 2013. Da qui al 2020 la Commissione finanzierà progetti in grado di sfruttare le tecnologie blockchain fino a un massimo di 340 milioni di euro e incoraggerà le amministrazioni pubbliche, l’industria europea e i cittadini a trarre beneficio dalle possibilità che offre la nuova tecnologia. Bruxelles intende però ampliare le iniziative esistenti, garantirne il funzionamento a livello transfrontaliero, consolidare le competenze e affrontare le sfide poste dai nuovi paradigmi che la blockchain rende possibili (come la disintermediazione e le questioni relative alla fiducia, alla sicurezza e alla tracciabilità a partire dalla concezione). In questo senso l’Osservatorio e forum dell’Ue sulla blockchain svolgerà un ruolo proattivo nell’aiutare l’Europa a cogliere le nuove occasioni offerte dalla blockchain, nello sviluppo delle competenze e nell’assumere un ruolo di guida in questo settore. E si occuperà di raccogliere informazioni, di seguire ed analizzare le tendenze, di affrontare le sfide e di esplorare il potenziale socioeconomico offerto dalla blockchain. L’Osservatorio e forum dell’Ue renderà possibile infine la cooperazione transfrontaliera nei casi di utilizzo pratico, riunendo i maggiori esperti a livello europeo e promuovendo uno spazio aperto in cui tecnici della blockchain, innovatori, cittadini, operatori del settore, pubbliche autorità, regolatori e supervisori possano discutere e sviluppare nuove idee al fine di imparare, partecipare e contribuire in modo aperto.

A Milano nuovo incontro del Mef con istituzioni, fondi e operatori. Focus su ecosistema e innovazione

Come anticipato, al Fintech District di Milano il ministero dell’Economia e delle Finanze ha organizzato la settimana scorsa la seconda riunione informale sul Fintech. Al tavolo, presieduto dal consigliere del ministro Padoan, Stefano Scalera, hanno partecipato le Istituzioni (Banca d’Italia, Consob, Agcm ed Ivass), startup, fondi di venture capital, studi legali e operatori di mercato. Durante l’incontro con la comunità Fintech italiana sono state presentate le norme della legge di bilancio di interesse del settore ed è proseguito il confronto per migliorare l’ecosistema e sostenere l’innovazione. Nell’incontro è stata anche richiamata l’indagine conoscitiva sulle tematiche relative all’impatto della tecnologia finanziaria sul settore finanziario, creditizio e assicurativo, della Commissione finanze della Camera. I partecipanti al tavolo hanno confermato l’importanza di questi appuntamenti proposti e organizzati dalla segreteria tecnica del ministro offrendo interessanti spunti di lavoro e contributi puntuali e concreti.

Valute virtuali: in consultazione pubblica lo schema di decreto per censire il fenomeno

Censire e comprendere nei diversi aspetti il fenomeno delle valute virtuali in Italia è l’obiettivo, invece, dello schema di decreto ministeriale in consultazione pubblica sul sito del Dipartimento del Tesoro del ministero dell’Economia e delle Finanze. Il Governo ha già previsto nel decreto legislativo 25 maggio 2017 n. 90 (che ha rafforzato la normativa italiana antiriciclaggio) che i prestatori di servizi relativi all’utilizzo di valuta virtuale debbano assolvere agli obblighi antiriciclaggio per evitare che le transazioni effettuate con le cripto valute possano essere utilizzate per fini illegali. Il testo, sul quale è possibile inviare osservazioni e contributi fino al prossimo 16 febbraio, prevede per chiunque sia interessato a svolgere sul territorio italiano l’attività di prestatore di servizi relativi all’utilizzo di valuta virtuale, l’obbligo di comunicazione al ministero dell’Economia e delle Finanze. Riprendendo la definizione introdotta dal decreto legislativo 25 maggio 2017, n. 90, il provvedimento in consultazione chiarisce che la valuta virtuale seppur “utilizzata come mezzo di scambio per l’acquisto di beni e servizi” (…) “non è emessa da una banca centrale o da un’autorità pubblica, non è necessariamente collegata a una valuta avente corso legale”.

bitcoinLo schema di decreto disciplina, appunti, le modalità con cui i prestatori di servizi relativi all’utilizzo di valuta virtuale sono tenuti a comunicare al ministero dell’Economia la loro operatività. Sono inclusi nell’obbligo di comunicazione anche gli operatori commerciali che accettano le valute virtuali quale corrispettivo di qualsivoglia prestazione avente ad oggetto beni, servizi o altre utilità. L’iniziativa mira a realizzare una prima rilevazione sistematica del fenomeno, a partire dalla consistenza numerica degli operatori del settore che, a regime, dovranno ad iscriversi in uno speciale registro tenuto dall’Oam, l’Organismo degli Agenti e dei Mediatori, per poter esercitare la loro attività sul territorio nazionale.

La previsione di obblighi e cautele a carico dei prestatori di servizi relativi alle valute virtuali è coerente con le più stringenti regole dettate dalla V direttiva Ue antiriciclaggio, ormai prossima alla pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale della comunità europea, di cui l’Italia ha di fatto anticipato l’adozione prevedendo già dal 4 luglio 2017 (data di entrata in vigore decreto legislativo 25 maggio 2017, n. 90), norme più rigorose in materia di prevenzione dei reati finanziari. Sempre l’Oam sarà incaricato di tenere anche un altro nuovo registro, quello dei compro-oro, dando attuazione alla regolamentazione del settore introdotta dal già citato decreto legislativo 25 maggio 2017, n. 92. Il Dipartimento del Tesoro ha ultimato l’istruttoria del decreto ministeriale recante le specifiche tecniche di alimentazione del registro che quindi dovrà essere avviato nei 3 mesi successivi all’entrata in vigore del decreto.

“C’è un presupposto comune agli interventi regolatori sulle valute virtuali e sui compro-oro – spiega Roberto Ciciani, direttore della Direzione Generale competente in materia di prevenzione dei reati finanziari – Entrambi rispondono alla necessità di censire puntualmente e dettagliatamente nuovi fenomeni, capirne le dimensioni, comprenderne anche la diffusione sul territorio. In particolare per quanto concerne le criptovalute, con i relativi rischi di utilizzo per fini illeciti, quali il riciclaggio di denaro e il finanziamento del terrorismo, la normativa italiana già prevede che i prestatori di servizi relativi alla valuta virtuale siano  annoverati tra i soggetti tenuti all’assolvimento di obblighi di adeguata verifica della clientela e di segnalazione alla UIF (Unità di Informazione Finanziaria della Banca d’Italia) delle operazioni sospette di riciclaggio e finanziamento del terrorismo. Il censimento e l’avvio del registro consentiranno anche di vigilare meglio sul rispetto delle regole da parte degli operatori e daranno loro certezza sull’esercizio legale della propria attività”.

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