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Ecco perché per le aziende Fintech il Regno Unito è un Eldorado

L’adozione da parte delle autorità di regolamentazione britanniche delle norme bancarie “aperte” europee ha dato al settore un nuovo slancio C’è un settore che sembra essere immune dalle problematiche legate alla Brexit nel Regno Unito ed è quello delle aziende Fintech nate a cavallo dell’ultimo decennio per sfidare le banche tradizionali. IL CASO DI FUNDING…

L’adozione da parte delle autorità di regolamentazione britanniche delle norme bancarie “aperte” europee ha dato al settore un nuovo slancio

C’è un settore che sembra essere immune dalle problematiche legate alla Brexit nel Regno Unito ed è quello delle aziende Fintech nate a cavallo dell’ultimo decennio per sfidare le banche tradizionali.

IL CASO DI FUNDING CIRCLE

Il momento particolarmente vivace del settore della finanza tecnologica d’oltremanica si è mostrato in tutta la sua enfasi questo fine settimana quando Funding Circle, la principale azienda di lending peer-to-peer del paese, ha presentato il suo piano di Offerta pubblica iniziale (Ipo) da 300 milioni di sterline per un valutazione che si ipotizza però attorno agli 1,5 miliardi. Mostrando, in sostanza, come le quotazioni di queste tipologie di società, siano salite vertiginosamente nell’ultimo anno grazie agli investitori che sempre di più scommettono nella digital disruption.

CON WORLDPAY REGNO UNITO SUPERA STATI UNITI E CINA NEL PRIMO SEMESTRE DELL’ANNO PER INVESTIMENTI TOTALI

Non solo. La Gran Bretagna può vantare una delle più grandi operazioni Fintech dell’anno scorso con l’acquisizione di Worldpay, il principale operatore britannico nel settore dei pagamenti con carte di credito e debito, acquistato dal suo rivale statunitense Vantiv. Secondo un recente rapporto di KPMG, la chiusura dell’operazione ha aiutato il Regno Unito a superare Stati Uniti e Cina nel primo semestre dell’anno per investimenti totali nel settore delle tecnologie finanziarie, comprendendo venture capital, private equity e acquisizioni. Secondo l’esperto di Fintech di KPMG Anton Ruddenklau, citato dal Financial Times, tutto il mondo guarda al Regno Unito quando si tratta di Finanza tecnologica, aggiungendo che molto si deve alla rapida adozione da parte dell’autorità di regolamentazione britannica delle norme Ue relative all'”open banking” – la Psd2 – che di fatto costringe gli istituti di credito ad aprire alle Fintech l’accesso a dati e conti dei clienti che lo richiedono.

A FEBBRAIO 775 MLN DI STERLINE SUL MERCATO BANCARIO

Un altro colpo di acceleratore dovrebbe arrivare quando il prossimo febbraio verrà riversata sul mercato liquidità per 775 milioni di sterline dalla Royal Bank of Scotland destinata a stimolare la concorrenza nel settore bancario britannico per le piccole imprese, comprese le Fintech, effettuato su ordine delle autorità di regolamentazione europee.

MOLTE LE UNICORNO NEL REGNO UNITO

L’Ipo di Funding Circle è solo l’ultima iniziativa di raccolta fondi effettuata dalle società finanziarie britanniche recentemente entrate a far parte del club delle start-up “unicorno” con una valutazione di oltre 1 miliardo di dollari. In aprile, Revolut ha annunciato una raccolta fondi di 250 milioni di dollari che ha valutato la società di pagamenti digitali con sede nel Regno Unito a 1,7 miliardi di dollari, più di cinque volte il livello del suo ultimo round di investimenti nel 2017. Lo scorso novembre, TransferWise è stato valutato a 1,6 miliardi di dollari dopo che la società di cambio transfrontaliera britannica ha raccolto 280 milioni di dollari dagli investitori. La Monese, con sede in Gran Bretagna, ha dichiarato la settimana scorsa di aver raccolto 60 milioni di dollari in una operazione guidata da Kinnevik, il gruppo d’investimento svedese diventato uno dei più grandi nomi della tecnologia europea. Lo stesso giorno, Acorn OakNorth specializzata nei prestiti immobiliari ha ottenuto una valutazione di 2,3 miliardi di dollari dopo aver raccolto sul mercato 100 milioni di dollari.

BENE GLI SFORZI DEL GOVERNO NEL SOSTEGNO AL FINTECH

Rishi Khosla, co-fondatore e amministratore delegato di Acorn OakNorth, si è detto incoraggiato dai recenti sforzi del cancelliere britannico Philip Hammond per sostenere il settore finanziario, ad esempio creando “ponti” normativi con altri paesi. “La Cina sta facendo cose che il resto del mondo non ha ancora realizzato e l’India le sta copiando rapidamente – ha detto Khosla -. Ma se si eliminano questi due mercati, direi che il Regno Unito è molto più avanti del resto del mondo sviluppato”.

LE FINTECH BRITANNICHE HANNO AUMENTATO GLI INVESTIMENTI DEL 40% RISPETTO ALLO STESSO PERIODO DELL’ANNO SCORSO

Le migliori Fintech del Regno Unito sono tuttavia ancora limitate rispetto ai più grandi gruppi americani, come Stripe, Robinhood o SoFi. E anche loro sono minuscoli rispetto a Ant Financial, il ramo della finanza digitale della cinese Alibaba, che di recente è stato valutata 150 miliardi di dollari. Anche alcuni gruppi europei, in alcuni casi, hanno scavalcato i loro rivali britannici: Adyen, il provider di pagamenti olandese, è diventato pubblico a giugno e ora ha una capitalizzazione di mercato di 18 miliardi di euro che supera alcune delle più note banche europee. Anche escludendo l’accordo di Worldpay, le Fintech britanniche hanno aumentato gli investimenti del 40% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso e hanno superato di quasi 10 volte i rivali tedeschi e oltre 20 volte i francese nello stesso periodo. Insomma, l’unico rischio per l’ascesa delle Fintech britanniche è rappresentato dalla Brexit che potrebbe finire per danneggiare la posizione del Regno Unito come hub globale.

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