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La nuova frontiera del Fintech è l’Africa?

La maggior parte delle entrate del Continente è generata da società di telefonia mobile. Secondo una ricerca di Fsd Africa l’industria tecnologica impiega 3 milioni di persone nel continente. E potrebbe generare un contributo di 150 miliardi di dollari di Pil entro il 2022 Il contributo dell’industria della tecnologia finanziaria (Fintech) alla produzione economica dell’Africa…

Il contributo dell’industria della tecnologia finanziaria (Fintech) alla produzione economica dell’Africa subsahariana aumenterà di almeno 40 miliardi di dollari raggiungendo i 150 miliardi di dollari entro il 2022. È la stima di Financial Sector Deepening Africa (Fsd Africa), un’organizzazione di finanziamento allo sviluppo.

CIRCA 3 MILIONI DI PERSONE IMPIEGATE NELLA FINANZA TECNOLOGICA

L’industria della finanza tecnologica attualmente impiega circa 3 milioni di persone direttamente e indirettamente nella regione, ha detto Evans Osano, direttore dei mercati finanziari africani di FSD Africa, in un’intervista rilasciata a Bloomberg. Mentre il prodotto interno lordo dell’Africa subsahariana è di circa 1.6 trilioni di dollari, secondo i dati del Fondo Monetario Internazionale. “Se si guarda alla catena di valore, la maggior parte di quel denaro proviene da società di telefonia mobile – ha detto Osano -. Quindi, dagli altri servizi di supporto, il contributo non è molto, ma si prevede che aumenti man mano che la tecnologia finanziaria si sviluppa per rispondere alle esigenze finanziarie delle persone o per rendere i servizi più accessibili”.

SECONDO LA BANCA MONDIALE CIRCA IL 21% DEGLI ADULTI DELL’AFRICA SUB-SAHARIANA HA UN CONTO DI DENARO MOBILE

Safaricom Plc, il più grande operatore di rete mobile dell’Africa orientale, ha sviluppato uno dei primi servizi di trasferimento di denaro basati su telefoni cellulari al mondo, e dice che l’88% dei suoi quasi 30 milioni di clienti ora lo utilizzano. Secondo il Global Findex Data della Banca Mondiale, circa il 21% degli adulti dell’Africa sub-sahariana ha un conto di denaro mobile, quasi il doppio della quota del 2014 e la più alta di qualsiasi altra regione del mondo.

SPAZIO ANCHE PER IL MICROCREDITO NEL FINTECH AFRICANO pagamenti elettronici

Da non trascurare nemmeno la domanda di credito. Secondo l’International Finance Corp., il braccio privato della Banca Mondiale che eroga prestiti, le piccole imprese africane si trovano ad affrontare un gap di 331 miliardi di dollari. In Kenya, per esempio, la domanda delle micro, piccole e medie imprese, o MSME, è stimata a 6,5 miliardi di dollari all’anno, secondo 4G Capital, un fornitore di prestiti alle piccole imprese del Kenya e dell’Uganda con sede a Nairobi.

FSD AFRICA LAVORA PER AUMENTARE L’USO DELL’ANALISI DATI

FSD Africa sta lavorando con alcuni finanziatori, assicuratori e società finanziarie in diversi paesi tra cui Nigeria, Ghana, Tanzania, Malawi, Malawi, Costa d’Avorio, Etiopia, Kenya, Mozambico, Sierra Leone e Zambia per aumentare l’uso dell’analisi dati, ha detto Paul Musoke, direttore di Fsd Africa Financial Institutions. “Quello su cui ci stiamo concentrando è la disponibilità dei dati. La disponibilità dei dati e il modo in cui le istituzioni possono acquisire questi dati e utilizzarli per ottenere una migliore comprensione dei loro clienti e dello sviluppo dei prodotti”, ha detto Musoke.

AL LAVORO ANCHE SU RIMESSE E ASSICURAZIONI

Fsd sta lavorando anche con aziende che stanno sviluppando la tecnologia per raccogliere le rimesse dalla diaspora africana e per consentire agli assicuratori in vari paesi di coprire la morte e le spese mediche, ha detto Musoke. Inoltre sta studiando la tecnologia per raccogliere fondi tra gli africani della diaspora per investire nella costruzione di case. Tuttavia, ha ammesso Fsd “per i governi africani è ancora troppo presto per iniziare a tassare le aziende start-up attive nell’industria della tecnologia finanziaria e i regolamenti dovrebbero incoraggiare l’innovazione piuttosto che provare a controllare il settore”. “Da un punto di vista normativo, si tratta di proteggere i consumatori che utilizzano queste applicazioni, ed è qui che sta la vera preoccupazione”, ha concluso Musoke.

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