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Assicurazioni

Ania: Insurtech sta rivoluzionando il mondo assicurativo

Per gestire questi grandi cambiamenti e farli diventare delle opportunità per tutti è necessario che la regolamentazione dell’Insurtech faciliti e consideri le innovazioni inserendole in un contesto nato quando queste tecnologie non c’erano   “Per Insurtech si intende tutta l’innovazione prodotta dalla tecnologia nel campo assicurativo. Vorrei far presente che nel nostro settore ci si…

Per gestire questi grandi cambiamenti e farli diventare delle opportunità per tutti è necessario che la regolamentazione dell’Insurtech faciliti e consideri le innovazioni inserendole in un contesto nato quando queste tecnologie non c’erano

 

“Per Insurtech si intende tutta l’innovazione prodotta dalla tecnologia nel campo assicurativo. Vorrei far presente che nel nostro settore ci si rivolge con questo termine a tutti i servizi alla persona che rappresentano qualcosa in più del Fintech che riguarda solo i servizi finanziari”. È quanto ha affermato la presidente dell’Associazione nazionale fra le imprese assicuratrici (Ania), Maria Bianca Farina, ascoltata dalla commissione Finanze delle Camera nell’ambito dell’indagine conoscitiva sulle tematiche relative all’impatto della tecnologia finanziaria sul settore finanziario, creditizio e assicurativo. Tre i punti sostanziali toccati dalla presidente di Ania: il primo riguarda i cambiamenti attuati finora, le linee di sviluppo di questi cambiamenti e le strategie che gli operatori assicurativi stanno mettendo in atto. Gli altri due riguardano, invece, i fattori abilitanti di tutta l’innovazione tecnologica e cioè la regolamentazione e il finanziamento degli investimenti anche infrastrutturali che devono essere fatti per abilitare concretamente queste novità.

I cambiamenti riguardano in primi i comportamenti dei consumatori

“I cambiamenti a cui stiamo assistendo nel mondo assicurativo riguardano un mutamento sostanziale e radicale nei comportamenti dei consumatori – ha ammesso Farina -. Ad esempio da un lato e non solo a causa della tecnologia, si stanno modificando i bisogni dei nostri clienti che sono sempre più legati a cambiamenti climatici o all’invecchiamento popolazione tanto per citare qualche caso. Ogni cliente poi, prima di acquistare una soluzione assicurativa fa ricerche online e arriva molto più informato nel momento della stipula del contratto”. In questo contesto “stanno nascendo anche nuove richieste dei consumatori orientate sui servizi di prevenzione e assistenza – ha sottolineato la presidente di Ania -. I consumatori più giovani, inoltre, non sono più interessati al possesso dei beni e chiedono la protezione di beni che usano ma di cui non hanno la proprietà e questo è un bel cambiamento. In sostanza il cliente ha più in generale un’attesa in termini di rapidità, trasparenza, semplicità di acquisizione del servizio pari a quella che loro stessi ottengono nel web accedendo alle grandi piattaforme. E questo richiede, di nuovo, al mondo assicurativo cambiamenti molto importanti”.

La mole di dati cambia la professione stessa di fare l’assicuratore

Altro aspetto fondamentale dell’innovazione tecnologica è la grande mole di produzione dati. “Affinché siano utili per il lavoro che facciamo devono essere organizzati e interpretati. Ma soprattutto dobbiamo considerare che stanno modificando in modo profondo la tecnica assicurativa, e cambiando la professione dell’assicuratore – ha spiegato Farina -. Perché grazie ai dispositivi di cui tutti facciamo uso, ormai conosciamo bene il rischio corso da ogni individuo. Anche se ciò non è efficiente perché in questo modo si perde il vantaggio della mutualità, c’è però in questo senso un cambiamento forte. Mentre prima si stabilivano ex ante i rischi ai quali un certo cluster di clienti era esposto e su quelle conoscenze si basavano calcoli e servizi, i moderni sistemi di monitoraggio del nostro stile di guida o di vita consentono di definire questo rischio in maniera dinamica e non più statica. Pertanto, ad una mutualità tradizionale, si va sostituendo una mutualità dinamica e tecnologica. E questo cambia la professione stessa di fare l’assicuratore”.

Sempre più competizione cross su più industrie

Altre tema messo in evidenza dalla presidente di Ania è la competizione che il mercato sta subendo. “Oggi c’è una grande vicinanza e in qualche caso sovrapposizione di rischi e di servizi tra le industrie. La competizione sia per accaparrarsi le risorse sia per poter collocare i propri prodotti quindi, non è più all’interno del proprio settore di attività ma è cross su più industrie. Per esempio facciamo molta fatica a trovare chi gestisce i dati. E non c’è dubbio che chi si accaparra per primo le risorse e i fattori produttivi utili avrà un vantaggio rispetto agli altri”.

Con la tecnologia arrivano soluzioni assicurative più mirate

Al fianco di questo aspetto si aprono però nuove opportunità di mercato con soluzioni assicurative più mirate. “Per esempio le scatole nere montate sulle auto di cui siamo i maggiori utilizzatori al mondo, sfioravano i 5 milioni a fine 2016. La black box documenta bene gli incidenti ma ha anche contribuito a diminuirli visto che hanno avvisatori dei comportamenti di guida che attivano misure di prevenzione”. Tutto questo, quindi, ha evidenziato la presidente di Ania “attenua i rischi e innesca dei cicli virtuosi di prevenzione” tanto che le assicurazioni “si stanno sviluppando sempre più verso servizi e strumenti per garantire la più efficace prevenzione possibile. Ci auguriamo – ha precisato Farina – che ciò possa servire a colmare l’ampio gap che ci separa dagli altri paesi europei per sviluppare una quota assicurativa più alta della nostra”. Al momento infatti “il nostro paese è più vulnerabile e ciò lo espone a rischi che possono frenare lo sviluppo. Ci auguriamo quindi che prevenzione e gestione dei danni eventuali possa portare tutti a favorire e a prendere vantaggio da una mutualità della condivisione dei rischi”. Molto sta accadendo anche all’interno delle aziende, ha proseguito Farina “che stanno adeguando la loro organizzazione e usando molto la tecnologia per attivare e ottimizzare i propri processi produttivi”. Senza trascurare la minaccia di nuovi entranti nel mercato, spesso non appartenenti al mondo assicurativo “come le grandi piattaforme di Google e Amazon che stanno pensando di integrare il proprio business in maniera orizzontale, vendendo e producendo assicurazioni. Che è un tema così delicato da dover essere lasciato in mano ai professionisti”.

IliadLe principali tipologie di Insurtech

Le principali tipologie di iniziative assicurative qualificabili come Insurtech applicate al mondo assicurativo sono, ad esempio, “i portali comparativi online oppure i broker digitali o specifiche app studiate per i telefoni. C’è poi il fenomeno del p2p Insurance che mette in contatto privati che sono interessati allo stesso rischio e alla stessa copertura e si basa sul principio della mutualità fai da te. Infine, c’è l’on demand insurance cioè offerta assicurativa per periodi di tempo predeterminati”, ha ricordato la presidente di Ania. Si stanno poi sviluppando i temi legati a Blockchain e smart contract, “soluzioni interessanti che permettono transazioni realizzate attraverso un sistema di database che intanto non consente manomissioni, dando certezze, ma allo stesso tempo consente discorsi diretti tra uno a uno, uno a molti o da molti a uno. Questa sarà probabilmente una delle tecnologie che avrà impatti significativi sul nostro mondo”, ha confessato Farina.

Le iniziative di Ania

“Noi di Ania siamo molto attenti a questo mondo perché si tratta del futuro del nostro settore e abbiamo lanciato diverse iniziative. Una di queste è Innovation by Ania, un Osservatorio che guarda al mondo alle tecnologie più avanzate e le mette a disposizione degli associati per confrontarsi su tematiche di grande attualità. Recentemente – ha sottolineato Farina – abbiamo tenuto un evento sul tema della mobilità che è uno dei settori più impattati dalle nuove tecnologie. Pensiamo alla guida autonoma o alla guida assistita che influiscono sul modo di guidare, sui rischi e modificano gli attori in gioco. Non sai se il responsabile è il proprietario della macchina o la sta solo utilizzando o magari il software non ha funzionato come doveva”.

Le criticità di privacy e proprietà dei dati

“Altra cosa che abbiamo fatto come Ania è uno studio sui Big Data perché i dati sono tanti e se non li organizzi bene si rischia confusione. Siamo facendo molto sull’IoT e sulle sperimentazioni di black box più sofisticate. Tutta questa ricchezza di dati fa emergere naturalmente anche delle criticità significative: prima di tutto il discorso della privacy e della proprietà dei dati. A mio giudizio dovremo convergere verso un mondo in cui sia divisa la proprietà dall’utilizzo:  e sarebbe opportuno che l’utilizzo fosse dato a tutti coloro che ne beneficiano”.

I cyber riskcybersecurity

“Un altro grande rischio che corrono le assicurazioni, che però sono anche le più vocate a proteggere, è il cyber risk. Finora lo abbiamo trattato con riferimento ai clienti corporate che per primi hanno cominciato a pensare ai rischi che possono derivarne. Ma il tema sta diventando rilevante anche per il retail. Per questo stiamo studiando contratti di assicurazione e ci aspettiamo una grande evoluzione. Pensate che il costo annuo globale legato alle frodi informatiche è stimato in un intervallo tra 100 miliardi e 1 trilione di dollari e il costo medio di incidente oscillerebbe tra 2 e 4 milioni di dollari. Si è stimato, inoltre, che questi rischi potrebbero avere l’incidenza di un mezzo punto percentuale sul pil degli Stati Uniti o di un punto su quello tedesco. Secondo l’Insurance Information institute i premi per coperture cyber risk raddoppieranno in pochissimo tempo e raggiungere i 7,5 miliardi entro il 2020”.

Il RegTech per promuovere l’innovazione

“Per gestire questi grandi cambiamenti e farli diventare delle opportunità per tutti è necessario che la regolamentazione li faciliti e li consideri perché molte delle nostre regole sono legate a un mondo in cui queste tecnologie non c’erano – ha spiegato Farina -. Stiamo parlando di RegTech e debbo dire che ci sono molti studi da noi e in Europa e molte iniziative che mirano a promuovere l’innovazione finanziaria nelle giurisdizioni. Tra queste l’innovation hub in cui i regolatori offrono assistenza ad hoc alle imprese che non sono abituate alla regolamentazione finanziaria o hanno dei dubbi e le sand-box di cui abbiamo visto esempi in Inghilterra. Anche noi insieme all’Ivass stiamo studiando e avviando una sand-box in Italia per sperimentare in vitro nuovi contratti e nuove procedure con una regolamentazione meno invadente. Siamo convinti che tutte queste iniziative debbano rispettare i principi chiave della vigilanza che sono la neutralità tecnologica, la proporzionalità, l’integrità del mercato ma soprattutto la tutela del cliente che è il bene il prezioso”.

Mettere nelle stesse condizioni start up e assicuratori tradizionali

“Infine, quello che mi preme sottolineare è che mentre è giustissimo che si facciano queste semplificazioni per le start up bisogna mettere nelle stesse condizioni anche gli operatori che già stanno sul mercato perché anch’essi hanno bisogno di semplificazioni – ha proseguito la presidente di Ania -. Su questo vorrei fare due raccomandazioni: la prima è che sia regolatori sia i supervisori siano incoraggiati ad assumere iniziative e a creare strumenti a supporto dell’innovazione e a beneficio dei consumatori. La seconda è che queste iniziative siano appunto messe a disposizione dei nuovi soggetti ma anche degli assicuratori tradizionali che magari stanno sviluppando soluzioni innovative”.

Un ultimo punto e altro fattore abilitante dell’innovazione tecnologica è il finanziamento degli investimenti che sono importanti e servono a supportare le innovazioni tecnologiche e a creare i presupposti affinché l’innovazione tecnologica possa diventare esperienza concreta. Penso alle smart cities, all’uso dell’elettricità per le auto, alla fibra. E da questo punto di vista noi assicuratori possiamo porci nella doppia veste di chi sviluppa queste iniziative e dall’altro come investitori istituzionali” ha concluso Farina.

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