Per il gigante dell’e-commerce fondato da Jack Ma sarà un’estate davvero calda. Profitti e ricavi corrono (+60%) e la divisione finanziaria Ant si prepara a fare shopping per il mondo. Moneygram incluso, anche se la partita si è arenata. Per ora.
Sarà senza dubbio un’estate calda quella di Alibaba. Ci sono almeno tre fattori a rendere incandescente l’ambiente intorno al gigante dell’e-commerce. Punto primo, i conti ben oltre le attese. Secondo, la strategia di espansione della divisione pagamenti Ant e terzo l’affaire Moneygram.
Il boom dei conti
Il fatturato nel trimestre è salito del 60% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, a 5,2 miliardi di dollari. Alibaba per quest’anno prevede un ulteriore aumento dei ricavi del 45-49%, con ricavi per 34,3 miliardi sull’anno. Un risultato che supera tutte le stime, anche le più ottimistiche, dei 43 analisti messi insieme da Bloomberg e che ha messo il turbo al titolo a Wall Street. Alibaba e Tencent, le due società che dominano in Cina, rispettivamente, lo shopping online e i social media, si sono avventurate negli ultimi mesi in nuove aree di business come i servizi di cloud computing o lo streaming di musica e video. Per il gruppo fondato da Jack Ma è andata molto bene la raccolta pubblicitaria. Il buon andamento delle vendite è stato favorito dall’introduzione di elementi social e di video nei siti di e-commerce.
Uno sprint che non si ferma
Ma la trimestrale non è stata certo una fiammata. Il futuro di Alibaba è infatti parecchio roseo. Il gruppo di Ma prevede per l’anno fiscale 2018 un fatturato in crescita a doppia cifra, compreso nella forbice tra il +45 e il +49%. Lo ha annunciato durante l’investor day nel quartier generale del gruppo, ad Haangzhou, la Chief financial officer del colosso cinese dell’e-commerce, Maggie Wu. I ricavi dovrebbero a questo punto toccare quota 34,3 miliardi di dollari, rispetto ai 31,42 previsti dagli analisti. Come conseguenza di queste previsioni, nelle contrattazioni che precedono l’apertura dei mercati, il titolo di Alibaba è arrivato a guadagnare fino al 12,66%.
Il cibo spinge l’e-commerce cinese
Ma l’exploit di Alibaba ha trovato terreno fertile anche nel momento dell’e-commerce cinese. Sono quasi 1 miliardo i click nel Dragone con cui ogni giorno vengono comprati prodotti online. Un trend spinto in particolare dall’acquisto di prodotti alimentari, la nuova frontiera dell’e-commerce cinese. un po’ di numeri. Tra il 2012 e il 2016, il valore del mercato cinese di cibi freschi in questo canale è cresciuto da 580 milioni di dollari a quasi 13,2 miliardi, registrando una crescita dell’80% solo l’anno scorso, stando all’analisi del China international electronic Centre (Ciecc). E il valore di mercato, a fine 2017, dovrebbe toccare quota 21,9 miliardi di dollari.
Jack Ma pigliatutto?
Fine del capitolo bilanci, si apre quello degli investimenti. Ant, la divisione finanziaria di Alibaba, ha aperto diversi fronti negli ultimi mesi. Per esempio investendo un miliardo di dollari in Ele.me, uno dei più grandi player del food-delivery in Cina. Non solo. Alibaba è impegnata nella lotta per la supremazia con Meituan Dianping, startup sostenuta appunto da Tencent, in un’industria dei servizi locali dove le persone si rivolgono al loro smartphone per ordinare il cibo ma anche per fissare un appuntamento in un salone di bellezza o per assumere collaboratori domestici.
Battaglia per Moneygram
Ma la vera sfida di Jack Ma si chiama Moneygram, gigante statunitense delle rimesse all’estero (qui l’articolo di Start Mag). La autorità americane si sono opposte al deal, agitando lo spettro di rischi per la sicurezza. Ma il magnate non demorde, anzi alza l’offerta per Moneygram attraverso la Ant Financial. Una mossa destinata a mettere all’angolo i rivali Usa di Euronet, che parimenti volevano assicurarsi la società di trasferimento di denaro, e che coinvolge anche il livello politico. La cessione di Moneygram, quotata al Nasdaq, è infatti finita nel radar delle autorità e gli osservatori non escludono che il dossier della potenziale acquisizione da parte del colosso cinese possa finire sulla scrivania di Donald Trump per un giudizio finale. Ma ha messo sul piatto un miglioramento dell’offerta del 36%, portandola a 18 dollari per azione dai precedenti 13,25. Il nuovo tentativo di accordo, che piace al board di MoneyGram e ai suoi azionisti (fondi privati) valuta il complesso di azioni comuni e risparmio della società 1,2 miliardi di dollari. Euronet si era fermata a 15,2 dollari per la società dei pagamenti di stanza a Dallas.
Lo scontro in patria con Wei
Ma non è tutto oro quel che luccica e anche Jack Ma ha le sue grane in patria. Tutto è nato quando Alibaba ha chiesto a SF-Express, corriere fondato dal miliardario Wang Wei e di cui Alibaba si serve per la consegna dei prodotti, di aumentare le informazioni catturata da SF: orari, abitudini, acquisti più gettonati e tanti altri dati. Che valgono una montagna di soldi visto che sapere con un certo anticipo quali sono i prodotti più in voga vuol dire piazzare sul mercato un bene che con ogni probabilità verrà venduto. Tutto bene se non fosse che la SF di Wei si è rifiutata di fornire le informazioni aggiuntive, scatenando le ire di Jack Ma. Il quale per ritorsione ha prontamente depennato SF dalla lista dei corriere utilizzati da Alibaba. Per tutta risposta la società di Wei ha invitato gli altri corrieri a fare altrettanto, ovvero a rifiutarsi di cedere informazioni sensibili ad Alibaba. Questione di privacy? Forse, o forse no. Per i fan della realpolitik è più una ripicca tra miliardari. Ma tanto basta a dare un grattacapo anche all’uomo più ricco di Cina.