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Gas Russo

Tutte le schizofrenie europee sul gas russo

Che cosa si cela dietro le tensioni sul gas fra Ue e Russia. Il corsivo di Giuseppe Gagliano

 

Ancora una volta – ammesso che ce ne fosse bisogno – la realtà ci conferma l’infinita debolezza dell’Unione europea sotto il profilo dell’autonomia energetica rispetto alla Russia. La sua intrinseca fragilità.

A cosa stiamo alludendo?

Le consegne di gas naturale russo alla Germania, attraverso il gasdotto Yamal-Europe, sono state completamente interrotte.

Infatti, secondo l’agenzia stampa russa Interfax, Gazprom il 20 dicembre ha autorizzato solo l’esportazione di soli 3,8 milioni di metri cubi di gas e ciò ha determinato un nuovo aumento dei prezzi del gas nei mercati energetici europei facendo salire il costo a oltre 1.700 dollari per 1.000 metri cubi. Percentualmente, questo aumento dei prezzi del gas può essere quantificato nel 70% in più rispetto a settembre.

Il gasdotto Yamal-Europe attraversa la Bielorussia e la Polonia per arrivare in Germania. Se consideriamo che il gasdotto è in grado di trasportare qualcosa come 89 mmc al giorno, ciò significa che fino a questo momento il gasdotto ha utilizzato solo il 4% delle sue capacità.

Se ciò è accaduto, la responsabilità, tuttavia, non è della multinazionale russa ma è – apparentemente – delle pastoie burocratiche dell’Unione europea che sono tre volte tanto quelle del nostro paese.

Infatti la Germania deve stabilire la conformità alla normativa tedesca europea attraverso il rilascio di un’adeguata certificazione che può essere rilasciata al colosso energetico russo solo se crea una filiale in Germania dove trasferisce i suoi fondi. Fino a quando questa certificazione non sarà rilasciata dall’autorità competente, la multinazionale non potrà esportare il proprio gas.

In altri termini, al di là del rigore delle normative europee, queste stanno di fatto danneggiando l’Unione europea stessa e la Germania. Certo non la multinazionale russa.

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