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Spesa Pubblica

Tutte le mosse di Bruxelles contro il carbone russo e non solo

Dopo il massacro di civili compiuto dalla Russia a Bucha, la Commissione europea sta pensando di vietare le importazioni di carbone e, forse, di petrolio. Ma la Germania è contraria. Tutti i dettagli.

 

Oggi la Commissione europea proporrà agli stati membri dell’Unione l’imposizione di nuove sanzioni economiche alla Russia in risposta al massacro di civili a Bucha, una città vicino Kiev, in Ucraina.

Bruxelles vorrebbe imporre un divieto di importazione di carbone, legname, prodotti chimici, cemento, gomma e altro ancora dalla Russia, per un valore totale di 9 miliardi di euro.

COS’ALTRO VUOLE FARE L’UNIONE EUROPEA

L’Unione europea intende anche mettere al bando l’esportazione di dispositivi e componenti tecnologici (semiconduttori, computer, macchinari per il gas liquefatto, componentistica elettrica) verso Mosca, per altri 10 miliardi di euro di valore annuo. In totale, tutte le nuove restrizioni andrebbero a ridurre il valore del commercio tra Unione europea e Russia di 20 miliardi di euro.

Le navi e i camion russi (il traffico aereo è già stato sospeso) non potranno più accedere al mercato dell’Unione, ad eccezione di quelli che trasportano prodotti energetici, cibo e medicinali.

Bruxelles vorrebbe anche vietare tutte le transazioni con la banca russa VTB e con altri tre istituti già esclusi dallo SWIFT, lo standard internazionale per i pagamenti finanziari. La lista degli individui russi sanzionati dall’Unione, infine, si allungherebbe di decine di altri nomi di oligarchi e politici.

LA MESSA AL BANDO DEL CARBONE

Qualora la messa al bando del carbone venisse approvata dai membri dell’Unione europea, si tratterebbe del primo divieto di importazione legato all’energia applicato dal blocco nei confronti della Russia dall’inizio della guerra in Ucraina: l’invasione è iniziata il 24 febbraio scorso.

Non è detto che la proposta si concretizzerà, però: la Germania, l’economia più grande dell’Unione nonché profondamente dipendente dalla Russia per il suo fabbisogno energetico, è contraria al ban e – come riporta Reuters – ha già bloccato tentativi simili in passato. Berlino potrebbe tuttavia sostenere una riduzione graduale degli acquisti di carbone da Mosca, ma non un blocco totale e immediato.

VERSO UN BLOCCO DEL PETROLIO?

Il presidente francese Emmanuel Macron ha dichiarato che l’Unione europea dovrebbe applicare sanzioni anche verso il petrolio russo. La presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, ha detto che si sta lavorando verso quella direzione.

L’Unione europea si è finora rifiutata di seguire gli Stati Uniti (e del Regno Unito, in parte), che hanno vietato le importazioni di petrolio, gas liquefatto e carbone dalla Russia; la Commissione vuole arrivare sì all’indipendenza dagli idrocarburi russi, ma entro il 2030. Ad oggi il gas russo vale circa il 40 per cento del totale importato dall’Unione europea; il petrolio circa il 30 per cento; il carbone circa il 45 per cento.

Le importazioni europee di carbone russo hanno valore annuo di circa 4 miliardi di euro; quelle di petrolio e gas sono valse circa 100 miliardi nel 2021.

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