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Iren, tutte le novità con Armani

Gianni Vittorio Armani sarà il nuovo amministratore delegato di Iren. Sostituirà Massimiliano Bianco. Tutti i dettagli

 

Sarà Gianni Vittorio Armani, l’attuale direttore Strategy, development e regulatory della multiservizi lombarda A2A, il nuovo amministratore delegato di Iren. Armani subentra all’amministratore delegato Massimiliano Bianco, che resterà in carica fino al 30 novembre, dopo aver siglato un accordo per lo scioglimento consensuale del rapporto con la società.

Tutti i dettagli.

L’INCARICO A GIANNI VITTORIO ARMANI

Partiamo dai fatti. Il consiglio di amministrazione di Iren ha nominato Gianni Vittorio Armani amministratore delegato di Iren, come proposto dal Comitato del Sindacato del Patto parasociale tra soci pubblici composto da Marco Bucci, Sindaco di Genova, Chiara Appendino, Sindaco di Torino e Luca Vecchi, Sindaco di Reggio Emilia.

I TERMINI DELL’ACCORDO

Fissati anche i termini dell’accordo contrattuale. Secondo quanto riporta Ansa, Armani “riceverà una retribuzione annua lorda fissa pari a 400.000 euro; retribuzione variabile annua lorda pari, nel valore target, al 35% della retribuzione annua lorda, in relazione al conseguimento degli obiettivi definiti annualmente dal consiglio di amministrazione. Prevista inoltre una retribuzione incentivante aggiuntiva, per il solo anno 2021, pari al 35% della retribuzione annua lorda in relazione al raggiungimento degli obiettivi previsti dal piano di incentivazione a lungo termine 2019-2021”.

CHI E’ GIANNI VITTORIO ARMANI

Direttore Strategy, Development and Regulatory del Gruppo A2A da luglio 2020 e Consigliere di Amministrazione di Green Energy Storage Srl e di Ital Gas Storage S.p.A, Gianni Vittorio Armani è stato Presidente e Amministratore Delegato di Anas dal 2015 al 2018, traghettando l’azienda verso l’ingresso nel Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane. Tra il 2005 e il 2015, Armani ha lavorato per Terna ricoprendo diversi ruoli e precedentemente ha lavorato anche presso Grtn (gestore della Rete Elettrica Nazionale), McKinsey & Company e Telecom Italia.

L’ascesa rapida di Armani, ha sottolineato Repubblica, è stata “interrotta nel novembre del 2018 da un blitz di Danilo Toninelli, allora ministro dei Trasporti dei Cinque Stelle”.

L’ADDIO A MASSIMILIANO BIANCO

Armani sostituirà Massimiliano Bianco, che ha sciolto in modo consensuale il rapporto con Iren.

“L’esperienza che ho vissuto in questi anni alla guida di Iren è stata fonte di grande crescita professionale e umana”, ha commentato Bianco, ricordando “importanti obiettivi raggiunti a cui, mi auguro, se ne aggiungeranno altri ancor più ambiziosi e sfidanti per il gruppo”.

IL GIUDIZIO DI EQUITA SULL’ADDIO A BIANCO

“Sebbene l’uscita di Bianco rappresenti un elemento negativo (considerato il miglioramento apportato da management alla gestione di gruppo), riteniamo che la rapida risoluzione del cambio di management renda il passaggio meno problematico accelerando sulla definizione della nuova strategia da parte del nuovo amministratore delegato” commentano gli analisti di Equita. Secondo gli analisti, inoltre, “la scelta di Armani sembra positiva’. ‘Giudichiamo quindi positivamente la scelta di un manager tecnico (nel settore energia) e riteniamo che il consolidamento della nuova governace possa consentire ad Iren di riassorbire rapidamente le incertezze relative ai cambi” al vertice, si conclude il report di Equita.

I NUMERI DI IREN

Cambi di guardia a parte, Iren, la multiutility che venderà sul mercato libero solo energia verde dal 2025, prevede 2,25 miliardi di investimenti sostenibili.

Attualmente l’Ebitda è di 927 milioni e l’utile è salito a 235 milioni, con il titolo che in questi anni con Bianco come amministratore delegato è cresciuto di oltre il 130%.

I SUBBUGLI DELL’AZIONARIATO

Armani, dunque, è chiamato a gestire quello che di fatto è un gruppo a tre teste (composto da Genova, Torino e Reggio Emilia) che fattura 4 miliardi l’anno e dà lavoro a oltre ottomila addetti.

Iren infatti è partecipata al 18,85% da Fsu, Comune di Genova, al 13,80% da Fct, Comune di Torino, al 6,42 dal Comune di Reggio Emilia e dal 3,16% dal Comune di Parma. Il 12 aprile di quest’anno, Città Metropolitana di Torino, con il supporto di Intesa Sanpaolo, ha acquistato il 2,5% di Iren, provando a recuperare il vecchio peso nell’azionariato che un tempo aveva il capoluogo piemontese.

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