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Aziende Sostenibilità

Superbonus per le ristrutturazioni: norma e problemi

Quanto tempo ci vuole per avviare la macchina organizzativa sul superbonus al 110% per le ristrutturazioni green? Che lavoro comporterà per le imprese specializzate? Come si devono muovere i cittadini? L'articolo di Nunzio Ingiusto

Tutto sulla carta, o quasi. Il superbonus del 110% per la riqualificazione energetica e il fotovoltaico degli edifici contenuto nel Decreto Rilancio è in un limbo.

Giudicato con slancio da imprese energetiche e cittadini come segnale di buona volontà verso la sostenibilità ambientale, al provvedimento manca la marcia giusta.

Rispetto a chi come il sottosegretario Riccardo Fraccaro l’ha definito “una svolta storica”, c’è Aceper (Associazione Consumatori e Produttori Energie Rinnovabili) che vuole vederci chiaro su tempi, procedure e fattibilità.

Il governo ha ascoltato le richieste tanto dei costruttori quanto delle aziende delle rinnovabili. Ma i tempi e la noiosa burocrazia non lasciano tranquilli.

“Senza dubbio ai cittadini fa gola la prospettiva di ristrutturare casa propria a costo zero, migliorandone la classe energetica con tutto ciò che ne consegue in termini di risparmio in bolletta”, dice Veronica Pitea, presidente di Aceper, ma il salto in avanti deve essere chiaro e trasparente. Quanto tempo ci vuole per avviare la macchina organizzativa? Che lavoro comporterà per le imprese specializzate? Come si devono muovere i cittadini? Conviene affrettarsi a chiedere preventivi e firmare contratti o è meglio aspettare?

Per i condomini – vero core business del superbonus 110% – Aceper spiega, per esempio, l’intervento deve essere realizzato da tutto il condominio. Se si muove il singolo proprietario, che ristruttura solo il proprio appartamento, valgono le detrazioni classiche del bonus casa 50% e dell’ecobonus 65% e non sempre.

Se si tratta di prima casa, la detrazione al 110% è applicabile a ville, villette e altri edifici indipendenti. Nella seconda casa, invece, il diritto scatta solo per gli appartamenti con esclusione di ville al mare o in montagna. I lavori complessivamente dovranno portare a un miglioramento di almeno 2 classi energetiche.

Se la ristrutturazione prevede impianti fotovoltaici, le agevolazioni terranno conto dell’abbinamento con altri interventi di riqualificazione energetica in rapporto alla potenza installata ed all’energia prodotta. In tutti i casi è prevista la cessione del credito, ad un soggetto terzo: banca o una società finanziaria, cosa che stuzzica appetiti.

I lati deboli del provvedimenti riguardano i 19,5 milioni di proprietari di prime case da accontentare in un tempo ristretto, la conversione in legge del decreto, le tempistiche per permettere all’Enea di asseverare le pratiche, il rischio di truffe tecniche da parte di installatori poco seri o i raggiri finanziari per la cessione del credito.

Il giro di soldi alla fine è ciò che sta angosciando davvero il sistema nel suo complesso, per cui Aceper avverte di non fare nulla finché non sarà tutto ben chiaro e definito. Al cliente finale, aggiunge Veronica Pitea, “suggeriamo di non affrettarsi a firmare contratti. È molto più opportuno affidare una diagnosi energetica della propria abitazione a uno studio di professionisti, per capire quali sono gli interventi più indicati per approfittare del beneficio fiscale una volta chiarita la situazione”.

Al di là dei legittimi interessi delle aziende specializzate, è chiaro che le svolte non possono avvenire a metà. E se il governo le annuncia è bene completarle in fretta.

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