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Economia Ue Usa

Sulla carbon tax i rapporti fra Usa e Ue si bruciacchiano

Gli Stati Uniti minacciano ritorsioni contro l'Ue in caso di carbon tax. Il segretario al commercio Wilbur Ross ha avvertito che gli Usa potrebbero "reagire" con possibili misure punitive contro Bruxelles

Davos è già lontana. “Un accordo con gli Usa sul commercio potrebbe essere pronto da qui a qualche settimana” aveva dichiarato la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, a margine di un incontro con il presidente Donald Trump al Forum mondiale economico. Ma oggi gli Stati Uniti tornano a minacciare l’Europa con ritorsioni economiche contro i piani europei di una carbon tax, equiparata “nel suo intento protezionista”, alla digital tax sui colossi tech. Ecco i dettagli.

LA CARBON TAX EUROPEA

Tra le priorità del piano ambientale della commissione europea, Bruxelles sta valutando se applicare una tassa sulle frontiere del carbonio. La carbon tax è volta a proteggere i produttori di acciaio europei e altri settori ad alto consumo energetico dall’importazione di materiali più economici da paesi con politiche sul clima meno rigide (come Cina, Russia e India) ma estenderebbe il controllo ad altri partner commerciali gli Stati Uniti.

I PIANI VERDI DELL’UE A GUIDA VON DER LEYEN

Alla fine del 2019 la presidente von der Leyen ha presentato infatti il Green Deal, un pacchetto di regole mirato a ridurre drasticamente le emissioni di carbonio del blocco dei 28.

La tassazione delle importazioni di carbonio è una delle massime priorità del nuovo esecutivo europeo, ma i piani sembrano destinati ad aumentare l’attrito tra Bruxelles e Washington sull’ambiente.

PERCHÉ UNA CARBON TAX

Intervenuta al Forum di Davos la scorsa settimana, Ursula von der Leyen ha sottolineato che l’Ue non può consentire alle sue aziende di subire uno svantaggio competitivo dal momento che il blocco dei 28 perseguirà l’obiettivo di emissioni nette pari a zero entro il 2050.

Al fine di compensare gli sforzi delle imprese europee, la presidente della commissione Ue ha sottolineato che le imprese di altri paesi dovranno intraprendere azioni simili a livello nazionale o far fronte a una tassa sulle frontiere del carbonio qualora vendano i propri prodotti nel mercato europeo.

“Non ha senso ridurre le emissioni di gas a effetto serra solo a casa, se aumentiamo le importazioni di CO2 dall’estero. Non è solo una questione climatica, è anche una questione di equità”, ha dichiarato von der Leyen a Davos.

LA MINACCIA DI WASHINGTON

Ma i funzionari statunitensi avevano subito sollevato preoccupazioni su tali piani, sostenendo che potrebbero danneggiare le imprese americane. E ora Washington è tornato alla carica. Il segretario al Commercio Usa, Wilbur Ross, ha infatti paragonato una eventuale carbon tax alle recenti iniziative di diversi Paesi europei di imporre una web tax, che hanno spinto Washington a minacciare dazi sui prodotti Ue. “A seconda di quale sarà la forma della carbon tax, noi reagiremo”, ha riferito Ross al Financial Times, “ma se sarà sostanzialmente protezionistica come le tasse sul digitale, reagiremo”.

L’ALTRO TERRENO DI SCONTRO USA-UE: LA WEB TAX

L’ultimo scontro tra gli Stati Uniti e l’Unione europea è emerso infatti solo pochi giorni dopo che le tensioni sulla web tax si sono allentate. Sempre dal palcoscenico di Davos, l’inquilino della Casa Bianca aveva attaccato l’Europa pronta ad applicare la tassa digitale sui giganti del web statunitensi: “Applicheremo tariffe sulle auto fino a 25%”.

Nel frattempo la Francia, capofila della compagine europea sulla web tax adottando un’imposta digitale nel 2019, ha convenuto di ritardare i primi pagamenti dovuti fino alla fine del 2020, mentre vanno avanti le trattative e l’accordo globale sul tema in ambito Ocse. In cambio, gli Stati Uniti hanno accettato di sospendere le tariffe sulle merci francesi.

LA GUERRA COMMERCIALE A COLPI DI DAZI

Se la miccia della web tax europea pare al momento disinnescata, quella ambientale potrebbe dunque acuire la tensione. Dopo la tregua commerciale raggiunta con la Cina a metà gennaio, Trump è pronto a un altro campo di battaglia. Venerdì scorso il presidente degli Stati Uniti ha firmato un atto per aumentare i dazi sulle importazioni di prodotti derivati da acciaio e alluminio dal prossimo 8 febbraio. La carbon tax potrebbe dunque complicare i negoziati per un nuovo accordo commerciale transatlantico prima della fine del 2020.

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