Il governo degli Stati Uniti, attraverso la International Development Finance Corporation, ha fornito un prestito di 465 milioni di dollari al gruppo minerario svizzero Serra Verde: le risorse verranno utilizzate per il finanziamento della miniera di terre rare di Pela Ema, in Brasile, contribuendo così allo sviluppo di una filiera alternativa alla Cina per questi metalli critici.
IL DOMINIO DELLA CINA SULLE TERRE RARE
Le terre rare sono un gruppo di diciassette elementi utilizzati in tanti settori critici – dalla difesa all’energia pulita, dall’elettronica all’automotive – di cui la Cina controlla l’estrazione, la raffinazione e la trasformazione in magneti con delle quote che vanno dal 70 all’85-90 per cento del totale globale. Per di più, al momento la Cina è l’unico paese a disporre di capacità di lavorazione su vasta scala delle terre rare pesanti (un sottogruppo) che vengono estratte nella miniera di argille ioniche di Serra Verde.
UNA FILIERA DELLA RAFFINAZIONE FUORI DALL’ASIA
L’unica azienda attiva nella raffinazione delle terre rare pesanti al di fuori della Cina è l’australiana Lynas, che opera in Malaysia ma vuole espandersi in Texas. Anche l’americana Mp Materials, che estrae principalmente terre rare leggere dalla sua miniera in Nevada, sta lavorando allo sviluppo di un impianto di separazione delle terre rare pesanti negli Stati Uniti.
Thras Moraitis, amministratore delegato di Serra Verde, ha detto al Financial Times che “quando nei prossimi due o tre anni la separazione su larga scala delle terre rare pesanti diventerà una realtà al di fuori dell’Asia, saremo in grado di fornire prodotti a questi impianti”. “Dato che siamo l’unico produttore [di terre rare pesanti, ndr] nel breve-medio termine”, ha aggiunto, “siamo stati contattati da diversi governi”.
I PIANI DEGLI STATI UNITI E DI SERRA VERDE
Attualmente, gli Stati Uniti dipendono dalla Cina per l’80 per cento delle loro importazioni di terre rare: si tratta di una vulnerabilità critica, che la precedente amministrazione di Joe Biden e quella attuale di Donald Trump vogliono risolvere attraverso lo sviluppo di catene di approvvigionamento alternative – posizionate in paesi alleati o affini – e di una filiera nazionale.
Nel 2024 gli Stati Uniti hanno importato circa 8000 tonnellate di terre rare. Serra Verde, che ha avviato la produzione commerciale l’anno scorso, conta di raggiungere un output di 4800-6500 tonnellate di ossidi di terre rare all’anno entro l’inizio del 2027.
Stando alla International Development Finance Corporation, la miniera di Pela Ema in Brasile sarà “la prima produttrice significativa di terre rare pesanti al di fuori della Cina”. Peraltro, non si tratta del primo progetto di questo tipo finanziato dall’istituzione negli ultimi mesi: ha fornito 5 milioni di dollari ad Aclara Resources, che sta sviluppando un progetto di terre rare sempre in Brasile, e 3 milioni a Millennial Potash per una miniera di potassa in Gabon.
CHI CONTROLLA SERRA VERDE
Serra Verde è stata fondata nel 2007 e ha sede a Zugo, in Svizzera. Tra i suoi investitori ci sono il fondo americano-britannico Denham Capital (specializzato in asset legati alla transizione energetica), il fondo texano Energy & Minerals Group e il fondo londinese Vision Blue, fondato da Mick Davis della ex-compagnia anglo-svizzera delle materie prime Xstrata.




