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Come gli Stati Uniti accelerano di botto sulle batterie

Gli Stati Uniti recuperano terreno nella corsa alle batterie grazie ai sussidi dell'Inflation Reduction Act: nel 2022 hanno attirato investimenti da oltre 73 miliardi di dollari. Tutti i dettagli e le previsioni di Tesla, Ford e General Motors.

Nel 2022 gli Stati Uniti hanno ricevuto investimenti in fabbriche di batterie per i veicoli elettrici da oltre 73 miliardi di dollari, stando ai dati di Atlas Public Policy. Il risultato è stato favorito dall’Inflation Reduction Act, la legge di stimolo alla manifattura americana di tecnologie per le energie pulite.

IL CREDITO D’IMPOSTA ALLA PRODUZIONE DI BATTERIE

Relativamente alle batterie, l’Inflation Reduction Act offre alle imprese un credito d’imposta di 35 dollari per kilowattora per ogni cella realizzata negli Stati Uniti, andando a ridurre di un terzo i loro costi di produzione.

Dunque – come spiega Axios -, se un’azienda producesse batterie per 70 kWh di capacità, una quantità in grado di alimentare un milione di veicoli elettrici, riceverebbe crediti per 2,45 miliardi di dollari all’anno.

GLI STATI UNITI SUPERANO LE ASPETTATIVE SULLE BATTERIE?

Stando al volume degli investimenti, il piano dell’amministrazione di Joe Biden per stimolare lo sviluppo di una filiera statunitense per la mobilità elettrica – la supply chain delle batterie, fin dai metalli di base, è attualmente dominata dalla Cina, principale rivale economica e politica di Washington – potrebbe dunque superare le aspettative: l’Inflation Reduction Act è legge solo da metà agosto 2022.

Quando la scorsa estate l’Inflation Reduction Act era ancora in fase di discussione al Congresso, l’ufficio di bilancio, anche noto come CBO – è l’agenzia federale incaricata di fornire dati economici ai legislatori -, stimò che i crediti d’imposta della legge sarebbero stati di 30,6 miliardi per un periodo di dieci anni. Il totale sarà tuttavia probabilmente più alto, scrive Axios, grazie ai tanti progetti di nuove fabbriche di batterie nel paese.

Stando a una stima della società di consulenza Benchmark Mineral Intelligence, i crediti per le batterie avranno un costo di 136 miliardi di dollari in dieci anni, che pare destinato ad aumentare ancora. Inoltre, se i produttori automobilistici trasferiranno ai consumatori i risparmi garantiti dal governo, abbassando il prezzo di vendita dei veicoli elettrici – la batteria è infatti l’elemento che incide di più sul prezzo finale di queste vetture -, il mercato statunitense della mobilità elettrica potrebbe conoscere una grande espansione.

I CALCOLI DI TESLA

Solo Tesla prevede di ottenere quest’anno 1 miliardo di dollari dai crediti d’imposta per le batterie.

La gigafactory – si chiamano così le fabbriche di batterie – della società nel Nevada dovrebbe raggiungere presto la capacità produttiva di 100 gigawattora di celle batteria, che potrebbe in futuro venire ampliata a 500 GWh. Una produzione di 500 GWh all’anno significa crediti d’imposta da 17,5 miliardi.

FORD, GENERAL MOTORS E NON SOLO

Anche altre case automobilistiche stanno aumentando la produzione di batterie in territorio statunitense, e dunque prevedono di ricevere ricchi crediti. Ford, per esempio, si aspetta sgravi fiscali da oltre 7 miliardi di dollari dal 2023 al 2026, e poi un aumento importante a partire dal 2027.

General Motors incasserà 300 milioni di dollari quest’anno grazie ai crediti.

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