Snam, la società che gestisce la rete nazionale di trasporto del gas naturale, ha fatto sapere nei giorni scorsi di aver rinunciato ad acquisire una quota del 24,99 per cento in Open Grid Europe, il più grande operatore indipendente di trasporto del gas in Germania: un’operazione dal valore di 920 milioni di euro.
I NUMERI DI OPEN GRID EUROPE
Il mercato tedesco del gas naturale è il più grande a livello europeo. Open Grid Europe gestisce una rete lunga circa 12.000 chilometri, con oltre venti miliardi di metri cubi all’anno di volumi riconsegnati e più di quattrocento clienti finali. L’intero capitale dell’azienda è detenuto da Vier Gas Holding, società con sede in Lussemburgo.
IL RUOLO DI ABU DHABI
La quota del 24,99 per cento che Snam avrebbe voluto acquistare era detenuta da Infinity Investments, veicolo di investimento posseduto interamente da Abu Dhabi Investment Authority, il fondo sovrano dell’emirato di Abu Dhabi.
IL RIPENSAMENTO DI SNAM
Lo scorso aprile l’ex-amministratore delegato di Snam, Stefano Venier, aveva commentato i piani su Open Grid Europe dicendo che “al completamento di questa acquisizione, Snam sarà la prima società italiana a fare un ingresso di queste dimensioni nel settore delle infrastrutture energetiche tedesche”.
A settembre, però, il nuovo amministratore delegato Agostino Scornajenchi aveva detto al Sole 24 Ore di essere stupito per la lunghezza dell’operazione e per la mole di documenti richiesti dalle autorità tedesche: specificò anche che Snam non avrebbe inseguito l’acquisizione di Open Grid Europe “a tutti i costi”.
LA VERSIONE DI SNAM
Nella nota del 14 novembre con la quale ha comunicato la rinuncia, Snam ha spiegato che “la decisione è stata presa al termine di una lunga procedura connessa a tale autorizzazione e a valle di interazioni formali con le autorità competenti, durante le quali le parti hanno appreso che le misure offerte da Snam per facilitarne l’approvazione non sono state ritenute sufficienti”. “Il completamento dell’operazione era subordinato”, ha aggiunto, “all’ottenimento da parte di Snam dell’autorizzazione ai sensi della normativa tedesca sugli investimenti esteri”.
IL PROBLEMA CON LA PRESENZA CINESE IN CDP RETI
Reuters ha scritto che le riserve della Germania – in particolare del ministero dell’Economia – sull’operazione per Open Grid Europe erano legate alla presenza nell’azionariato di Snam di State Grid, la compagnia statale che gestisce la rete elettrica della Cina. Si tratta di una presenza indiretta: il maggiore azionista di Snam è Cdp Reti, con il 31,4 per cento; ma il 35 per cento di Cdp Reti – ovvero la controllata di Cassa depositi e prestiti che amministra le partecipazioni nelle aziende italiane di infrastrutture energetiche – è posseduto da State Grid.
Cassa depositi e prestiti, il cui azionista di maggioranza è il ministero dell’Economia e delle finanze, ha il 59,1 per cento di Cdp Reti.
Il capo della rappresentanza italiana di State Grid è Qinjing Shen, presente nei consigli di amministrazione di Cdp Reti, di Snam, di Terna (trasmissione dell’energia elettrica) e di Italgas (distribuzione del gas).
I PRECEDENTI
L’ostacolo all’operazione tra Snam e Open Grid Europe non è un caso isolato in Germania: già nel 2018 le autorità tedesche avevano bloccato il tentativo di State Grid di acquisire una quota di 50Hertz, azienda che gestisce la rete di trasmissione dell’energia elettrica nel paese.
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L’ANALISI DI PICOTTI
“Postura severissima di Berlino, che solo qualche anno fa faceva entrare Pechino nei porti, tale per cui la presenza cinese al 35% in Cdp Reti, che controlla Snam, rende Snam soggetto attenzionato. Il che ovviamente sul fronte societario è discutibile – i cinesi non controllano Cdp Reti – ma assume un forte connotato politico”, ha spiegato Luca Picotti, avvocato ed esperto di golden power.






