Saipem, società di infrastrutture energetiche controllata da Eni e Cassa depositi e prestiti, ha annunciato di essersi aggiudicata un nuovo contratto in Libia per lo sviluppo di un progetto nel giacimento di Bouri. La commessa ha un valore di circa 1 miliardo di dollari.
ENI CONTROLLA SIA IL COMMITTENTE CHE L’APPALTATORE
Il contratto è stato assegnato da Mellitah Oil & Gas B.V. Libyan Branch, un consorzio formato dalla compagnia petrolifera libica National Oil Corporation e da Eni North Africa, divisione del gruppo energetico italiano che possiede il 31,1 per cento di Saipem. In sostanza, dunque, Eni è azionista sia il committente che l’appaltatore.
A questo proposito, Saipem ha specificato che l’operazione è qualificabile come “operazione con parte correlata” e che “beneficia dell’esclusione” dell’art. 13, comma 3, lett. c) del regolamento Consob in materia in quanto “operazione ordinaria e conclusa a condizioni equivalenti a quelle di mercato o standard”.
COSA FARÀ SAIPEM IN LIBIA
Il contratto aggiudicato da Saipem per il progetto Bouri Gas Utilisation Project prevede l’ingegneria, l’approvvigionamento, la fabbricazione, l’installazione e l’avviamento di un modulo di recupero del gas da circa 5000 tonnellate. Verrà inserito sulla piattaforma offshore DP4 già presente nel sito, insieme alla posa di 28 chilometri di condotte di collegamento tra le strutture DP3, DP4 e quella di Sabratha. La piattaforma Sabratha, gestita da Mellitah Oil & Gas, si trova nel mar Mediterraneo, a un centinaio di chilometri a nordovest di Tripoli, e produce gas dal grande giacimento Bahr Essalam.
Il giacimento di gas di Bouri si trova al largo delle coste libiche, in acque profonde tra i 145 e i 183 metri.
L’OPERAZIONE CON KCA PER IL DRILLING ONSHORE
Quanto alle perforazioni a terra (onshore), Saipem sta trasferendo tutte le sue attività alla società britannica di servizi petroliferi KCA Deutag. Dopo il profit warning di gennaio 2022 – quando venne preannunciata la chiusura del bilancio civilistico dell’esercizio 2021 con perdite superiori a un terzo del capitale sociale -, la conseguente ricapitalizzazione e il piano di ristrutturazione, Saipem disse infatti di volersi distaccare dalle attività di perforazione a terra per concentrarsi sul segmento delle trivellazioni in mare (offshore).