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Come Russia e Serbia si gasano con Gazprom (e non solo)

Russia e Serbia hanno iniziato a ridiscutere i contratti di importazione del gas. Il punto di Giuseppe Gagliano

Secondo l’agenzia di stampa russa Tass, Russia e Serbia il 7 ottobre hanno incominciato i negoziati per ridiscutere i contratti legati all’importazione del gas. Colui che, per quanto riguarda la parte serba, si occuperà di discutere le condizioni contrattuali sarà il responsabile del comitato intergovernativo russo-serbo, e cioè il ministro Nenad Popovic.

Quanto alle industrie coinvolte, queste saranno da un lato naturalmente Gazprom e la serba Srbijagas.

Tecnicamente questo avverrà attraverso l’apertura del gasdotto Balkan Stream.

Tutto ciò naturalmente non farà altro che rafforzare la cooperazione bilaterale tra Russia e Serbia, come d’altra parte dimostra il fatto che gli investimenti da parte del Cremlino fino a questo momento ammontano a 4 miliardi di euro, e come dimostra il fatto che il maggior investimento russo è quello relativo al settore del gas fatto attraverso la Gazprom Neft nei confronti della multinazionale serba Naftna Industrija Srbije (NIS). Infatti Gazprom Neft ha acquistato NIS nel 2008 per 400 milioni di euro, con la prospettiva di investire 500 milioni di euro.

Sul fronte dell’Afghanistan, l’inviato speciale russo Zamir Kabulov ha comunicato attraverso l’agenzia di stampa russa Ria Novisti che inviterà i delegati dei talebani ai colloqui internazionale sull’Afghanistan che si terranno a Mosca il 20 ottobre.

Se da un lato questo dimostra come la Russia sappia abilmente sfruttare il vuoto creato dagli Stati Uniti, dall’altra questo incontro nasce anche da una questione legata alla sicurezza nazionale russa: esiste infatti la preoccupazione da parte delle autorità russe che l’azione terroristica jihadista possa giungere all’Asia centrale.

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