Il mondo delle rinnovabili attende ancora il Decreto Ministeriale per le Fonti rinnovabili, che darebbe dovuto esser redatto alla fine del 2016
Il settore dell’energia elettrica in Italia vive una profonda rivoluzione, che porterà, tra le altre cose, a confini sempre più ristretti tra produttori e consumatori, in cui struttura e regole del mercato elettrico cambieranno radicalmente. Ma anche ad un nuovo mix energetico: meno carbone e più rinnovabili.
Questo percorso è scandito da obiettivi, da investimenti privati delle aziende, da Decreti Ministeriali che programmano le linee di sviluppo del settore. Il Decreto sulle FER per il triennio 2017-2020 sarebbe dovuto essere redatto a fine 2016, ma ancora non se ne vede traccia. Di questo si è parlato al Convegno dal titolo “I futuri strumenti di promozione delle Fonti di Energia Rinnovabile”, organizzato dal coordinamento Free.
“Ci troviamo di fronte ad un punto di svolta importante per il settore dell’energia elettrica in Italia, in una transizione in cui diventeranno sempre più ristretti i confini tra produttori e consumatori, tra le diverse tecnologie di produzione, e che sarà basata su criteri di flessibilità, di dinamismo, di maturità tecnologica. A questa esigenza di cambiamento occorrerà quindi rispondere con misure adatte ad assecondare tali esigenze, in un periodo in cui tra l’altro ci troviamo in una situazione di stallo per quanto riguarda i provvedimenti per le rinnovabili. Il convegno ha quindi lo scopo di indicare per le diverse tecnologie le misure più appropriate a favorirne lo sviluppo. Va pertanto inteso come un contributo per l’atteso decreto sull’incentivazione alle rinnovabili per il periodo 2017 – 2020, che doveva da tempo essere licenziato“, lo ha dichiarato Gb Zorzoli, Presidente del Coordinamento Free.

“L’obiettivo di tutto il settore è guidare la transizione, favorendo gli investimenti giusti. Crediamo che al 2050 l’elettricità possa essere il vettore energetico principale. Ma bisogna fare scelte politiche giuste. Sul fronte mobilità per esempio: sappiamo che il settore è in trasformazione, si guardi al Salone di Francoforte in corso in questi giorni: sono necessari progetti e investimenti a lungo termine – ha affermato Simone Mori, presidente di Elettricità futura. La Sen, con tutti i suoi difetti, rimane un buon documento, ma possiamo fissare target più alti per la riduzione delle emissioni climalteranti al 2030. Dobbiamo puntare su efficienza energetica e sulle rinnovabili”.
Per Ermete Realacci, Presidente della Commissione Ambiente della Camera dei Deputati è “inaccettabile il ritardo nella presentazione del Decreto Ministeriale, non è così che si favorisce la crescita. Condivido che il quadro conoscitivo della Sen sia buono, io mi ero opposto alla vecchia Sen, nata come strategia segnata da interessi esistenti e poco ambiziosa: gli obiettivi sono stati ampiamente superati dai fatti. Ora, l’approccio è diverso, grazie anche alle indicazioni europee e all’evoluzione veloce che vive il mondo. Indicare uno scenario al 2050 è importante: credo che il 100% dell’energia elettrica a quella data dovrebbe essere fornita da rinnovabili. Al 2030 il carbone dovrebbe essere già eliminato, mentre il metano è un’energia di transizione importante. Potenziare e allungare la vita degli impianti esistenti è importante: questo consentirebbe una penetrazione migliore delle energie pulite”.

“Condividiamo in linea di massima la Sen, ma riteniamo che il tema dei piccoli impianti, con riferimento alla risorsa idroelettrica in particolare, non possa e non debba passare in secondo piano. Chiediamo che il Governo acceleri sul Decreto Fer, rendendo attivi anche i 160 MW degli impianti idroelettrici, già autorizzati, esclusi dall’ultimo registro”, ha dichiarato Flavio Sarasino, presidente di Federidroelettrica.
Per Emilio Conti, Segretario Generale ANEST, “la Sen rappresenta un importante passo in avanti per il settore, c’è un incremento delle rinnovabili, un accenno all’efficienza energetica e valorizza il gas come fonte di transizione, ma presenza delle mancanze sulle nuove tecnologie, come il solare termodinamico. Questa tecnologia, che non è pienamente matura, ha bisogno di incentivi per superare la sua fase start up”.
“La Sen dovrebbe avere una pianificazione più a lungo termine: dobbiamo progettare al 2050 e non al 2030 ed essere molto più ambiziosi sulle rinnovabili. Concentrandoci sul fotovoltaico: nella Sen dovrebbero esserci delle misure per preservare e potenziare la capacità già installata da fotovoltaico e degli indirizzi strategici per ottenere gli oltre 40TWh/anno di energia da fotovoltaico previsti”, ha affermato Paolo Rocco Viscontini, Presidente Italia Solare.
“Nessun impianto geotermico ha beneficiato degli incentivi dei decreti ministeriali, fino ad oggi. Nonostante questo, il settore è cresciuto e si è evoluto, e tra soli 5 anni, la geotermia non avrà bisogno di incentivi se le nuove centrali a ciclo binario e a reiniezione totale saranno disposte in aree limitrofe ai centri urbani, fornendo con il teleriscaldamento un’alternativa alle fossili”, ha affermato Fabio Roggiolani, Vice presidente Giga.







