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Rifiuti

Rifiuti, tutti i numeri sull’emergenza impianti in Italia. Report Utilitalia

Presentato a Ecomondo (Rimini) lo studio di Utilitalia sull'emergenza rifiuti. Chi c'era e che cosa si è detto

In Italia gli impianti di trattamento dei rifiuti urbani sono insufficienti sia per gestire il riciclo e lo smaltimento dei flussi attuali, sia in vista dei prossimi obiettivi europei. È quanto emerge dallo studio “Il fabbisogno nazionale di trattamento dei rifiuti” realizzato da Utilitalia (la Federazione delle imprese idriche, ambientali ed energetiche) e presentato a Ecomondo, la fiera per l’innovazione industriale e tecnologica dell’economia circolare che si chiudea Rimini. La mancanza di impianti, soprattutto nel Sud e, in misura minore, nel Centro Italia, costringe a un ricorso eccessivo alla discarica e a fare viaggiare tonnellate di spazzatura da una regione all’altra. “Il problema – spiega Filippo Brandolini, vice presidente di Utilitalia – non è solo di capacità installata, ma soprattutto di dislocazione geografica. Serve una strategia nazionale per definire i fabbisogni che operi un riequilibrio a livello territoriale per limitare le esportazioni, abbattendo le emissioni di CO2”.

I NUMERI DEI RIFIUTI

Nel 2017 sono state prodotte 29,6 milioni di tonnellate di rifiuti urbani (500mila in meno rispetto al 2016). Circa due milioni sono state smaltite in Regioni diverse da quelle di produzione. Il Nord ha importato il 12% dei rifiuti urbani, pari a 1.680.000 tonnellate (più 3%) e ha conferito in discarica il 10%; il Centro ne ha esportati il 16% (pari a oltre 1 milione di tonnellate), avviandone a discarica il 36%; il Sud ha invece esportato il 7%, mentre il 29% è finito in discarica.

Sono state raccolte 6,6 milioni di tonnellate di organico (100mila in più rispetto al 2016). Circa 1,3 milioni sono migrate principalmente dal Centro–Sud verso il Nord, pari al 22% (+5%). Sempre nel 2017, oltre ai rifiuti indifferenziati, sono state smaltite negli inceneritori 2,8 milioni di tonnellate di rifiuti urbani trattati e circa 650mila tonnellate, il 23%, portate al Nord, ma prodotte nel Centro-Sud.

ECCESSIVO UTILIZZO DELLE DISCARICHE

Il ricorso alle discariche, il sistema di trattamento dei rifiuti con il maggiore impatto ambientale, è ancora troppo elevato: ci sono finiti 6,5 milioni di tonnellate di rifiuti urbani, il 23%, quota lontana dall’obiettivo fissato dall’Unione Europea che ci impone di scendere al di sotto del 10% entro il 2035. A questo ritmo di conferimento, saremo obbligati a scegliere se costruire nuovi impianti o continuare a smaltire in discarica incorrendo in nuove procedure di infrazione.

GLI SCENARI

Nel 2035, altro obiettivo fissato dall’Europa, l’Italia dovrà portare al 65% la quota di rifiuti urbani riciclati. Se entro quella data si volesse annullare l’export tra le macro-aree del Paese, il fabbisogno impiantistico stimato da Utilitalia ammonta a una capacità di 5,3 milioni di tonnellate.

“L’Italia — sottolinea Brandolini — ha urgentemente bisogno di nuovi impianti soprattutto per il trattamento della frazione organica, in mancanza dei quali non sarà possibile raggiungere i target Ue che nel 2024 saranno introdotti anche per i rifiuti speciali”. “Nei prossimi anni la raccolta differenziata è destinata ad aumentare, ma senza impianti di digestione anaerobica e senza termovalorizzatori — conclude — non si chiude il ciclo dei rifiuti. Risulta sempre più evidente la necessità di una strategia nazionale che guidi il processo di transizione verso l’economia circolare”.

 

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