“Gli imprenditori hanno compreso prima dei politici la necessità di una svolta ecosostenibile. Ora siamo noi a dover comprendere che ambiente ed economia possono e devono camminare insieme”. Con queste parole il ministro dell’Ambiente, Sergio Costa, ha inaugurato martedì 5 novembre la ventitreesima edizione di Ecomondo, la fiera internazionale dedicata ai temi dell’economia sostenibile e del riciclo in programma a Rimini fino al prossimo venerdì. E come lasciato intendere dal ministro politica e imprese sono sotto i riflettori in una kermesse che è al contempo vetrina internazionale per 1.300 imprese di settore e sede di importanti conferenze e tavole rotonde a tema.
In primo luogo gli Stati Generali della Green Economy con un’intera sessione plenaria e internazionale sul Green New Deal, la rivoluzione globale ed ecosostenibile da perseguire stipulando “un patto tra imprese e governi”, come recitava il titolo di una delle conferenze a tema ospitate alla fiera di Rimini il 6 novembre.
Durante i lavori presentati nel corso della conferenza promossa in fiera dal Consiglio Nazionale della Green Economy sono stati forniti numeri e dati sugli impatti economici dei cambiamenti climatici in Italia e le strategie in chiave ecosostenibile messe in campo da aziende come Snam, Ferrovie e Illy.
NUMERI E DATI: L’IMPATTO DEI CAMBIAMENTI CLIMATICI NEL MONDO E IN ITALIA
Centosessanta miliardi di dollari di danni economici nel mondo dovuti ai cambiamenti climatici, secondo gli studi condotti da Munich Re nel 2018. Quattrocento ventisei miliardi di danni economici in Europa e sessantacinque miliardi in Italia secondo gli studi condotti da Efa, che si riferiscono al periodo 1980 – 2017. Eccoli i numeri forniti durante la sessione plenaria degli stati generali della Green Economy a Ecomondo. Per l’Italia i numeri certificano anche il numero dei decessi provocati dai cambiamenti, che sempre secondo Efa ammonta a 25mila morti negli ultimi 37 anni.
L’ITALIA È IL PAESE CHE HA SUBITO PIÙ DANNI
Come spiegato da Andrea Barbabella di Italy4Climate, “l’Italia è il paese più vulnerabile ai cambiamenti climatici. È quello che ha subito più perdite economiche e più morti”. E occorre prendere le contromisure giuste. Per quel che riguarda le emissioni di gas serra, “è bene precisare – ha spiegato ancora Barbabella – che continueranno a crescere fino al 2030 malgrado i numerosi progressi tecnologici portati avanti negli ultimi anni. Per fare ulteriori passi avanti sarà necessario stipulare un patto tra imprese per la corretta gestione del periodo di transizione tra un’era che ha visto un largo impiego delle energie fossili e un il futuro carbon neutrale e votato allo sfruttamento delle energie rinnovabili”.
LE STRATEGIE DELLE IMPRESE: SNAM GUARDA ALL’IDROGENO
Alla conferenza degli Stati generali della Green Economy è stato dato ampio spazio alle riflessioni del mondo dell’imprenditoria. Un esempio? La sfida lanciata da Luca del Fabbro, presidente di Snam: “Per fare in modo che si verifichi una vera e propria svolta ecosostenibile è necessario un approccio olistico e integrato. Snam guarda all’impiego dell’idrogeno. Se l’idrogeno brucia non produce anidride carbonica ma acqua e può essere addirittura utilizzato per decarbonizzare l’industria siderurgica”. Andrea Illy, presidente di Illy Caffè, ha annunciato che entro il 2033, anno del centenario dalla fondazione della storica industria. “L’obiettivo è quella di rendere Illy sarà completamente carbon free”.
TRENITALIA: “ENTRO IL 2050 IL 50% DI MERCI TRASPORTATE SU FERRO”
Più a lungo termine gli obiettivi di Trenitalia in chiave ecosostenibile presentati a Rimini e con un’ambizione non da poco: “Entro il 2050, il nostro obiettivo è quello di trasportare il 50% del volume delle merci in Italia su ferro e il restante 50 su gomma”, ha spiegato Gianfranco Battisti, amministratore delegato di Ferrovie.