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Metalli

Materie prime, il riciclo salverà l’Ue dalla dipendenza dalla Cina? Report Cdp

Il riciclo e l’economia circolare possono mitigare i rischi di approvvigionamento di materie prime critiche dall'estero. Cosa dice il rapporto di Cdp.

Incrementare la resilienza della UE e garantire un approvvigionamento sicuro e sostenibile impone di considerare strategie di mitigazione dei rischi lungo le supply chain.

L’economia circolare può fornire un contributo importante per attenuare il disallineamento tra domanda e offerta. Ad esempio, al 2040, tramite il riciclo delle batterie esauste, l’Europa potrebbe soddisfare oltre la metà della domanda di litio (52%) e di cobalto (58%) attivata dalla mobilità elettrica.

La UE già ricorre all’uso delle materie prime secondarie derivanti dal riciclo:

  • per alcune materie prime, come il tungsteno e i metalli del gruppo del platino il riciclo riesce già a soddisfare tra il 20% e il 40% della domanda;
  • nel caso di altre materie prime, soprattutto impiegate nelle tecnologie per le energie rinnovabili o in applicazioni altamente tecnologiche, come le terre rare, il gallio o il litio, la produzione secondaria fornisce un contributo marginale o nullo.

LE MINIERE URBANE

Per potenziare la produzione de materie prime secondarie, occorre sfruttare le “miniere urbane”, ovvero valorizzare la raccolta, il recupero e il riciclo di prodotti tecnologici, quali i rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche (RAEE) e pile/accumulatori.

Tra i principali vantaggi delle miniere urbane è la loro ampia disponibilità: la quantità degli apparecchi elettrici ed elettronici dismessi è infatti in crescita (+2 milioni di tonnellate all’anno a livello globale13) anche a causa di tempi di obsolescenza tecnica sempre più ridotti, specie per cellulari e computer.

Inoltre, dai prodotti tecnologici è possibile recuperare una varietà considerevole di MPC. Basti pensare che in uno smartphone sono presenti più di 30 elementi naturali, di cui almeno la metà critici.

riciclo

LE DEBOLEZZE EUROPEE SUL RICICLO DELLE MATERIE PRIME CRITICHE

Sebbene già avviato in Europa, il recupero di tali materie su scala industriale presenta punti di debolezza in termini di:

  • fattibilità economica e costi elevati degli impianti per il recupero di alcune materie come il litio e le terre rare;
  • sistemi di raccolta imperfetti che impediscono alle MPC di raggiungere il luogo di trattamento;
  • una crescente complessità dei prodotti da riciclare, dovuti alla miniaturizzazione e miscelazione di materiali che portano a una maggiore complessità di riciclo;
  • un trattamento improprio dei rifiuti elettronici, ad esempio attraverso operazioni di riciclaggio informali, che portano a perdite materiali;
  • l’esportazione di rifiuti a cui si collega il rischio che gli stessi non vengano riciclati oppure lo siano in modo meno efficiente.

IL POTENZIALE ITALIANO SUL RICICLO

In Italia, il potenziale derivante dal riciclo dei prodotti tecnologici è elevato: a fronte del raggiungimento del tasso di raccolta dei best performer europei (70-75%) si potrebbero recuperare circa 7,6 mila tonnellate di MPC, pari all’11% delle importazioni dalla Cina nel 2021.

Tuttavia, alcune criticità non consentono di sfruttare appieno tale potenziale. Tra esse:

  • un tasso di raccolta inferiore alla media europea sia per i RAEE (39,4% vs 46,8%) che per pile e accumulatori (43,9% vs 51,3%)17;
  • lo scarso sviluppo di una rete impiantistica a tecnologia complessa per il recupero di MPC. Sono ancora poche le aziende che hanno la capacità di completare il riciclo delle materie prime critiche: la lavorazione si ferma in una fase intermedia, ovvero alla triturazione che è solo la preparazione per il riciclo.

I RIFIUTI ESTRATTIVI

Come i prodotti tecnologici, anche i rifiuti estrattivi potrebbero costituire una fonte alternativa per il recupero di materie prime seconde. L’Italia presenta grandi quantitativi di rifiuti estrattivi stoccati in strutture di deposito in cui sono reperibili MPC.

Nonostante l’avanzamento delle conoscenze sui residui minerari, ad oggi le informazioni riguardanti la loro composizione mineralogica e chimica, le proprietà fisiche e la loro localizzazione sono ancora parziali e poco omogenee.

Tuttavia, il recupero dai rifiuti estrattivi è ritenuto meno efficiente che dai prodotti tecnologici poiché nei primi:

  • è possibile recuperare solo poche materie prime, al contrario dei prodotti tecnologici;
  • le concentrazioni delle materie prime sono fino a 1.000 volte più basse22

La circolarità è dunque un elemento centrale della strategia europea per la mitigazione del rischio di fornitura. Tuttavia, l’aumento del tasso di raccolta non è di per sé sufficiente ad assicurare l’autonomia.

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