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Tamponi Cina

Quanto inquinano i tamponi? Lo studio sui dati (non rivelati) della Cina

La politica zero Covid impone alla Cina di utilizzare enormi quantità di tamponi, tanto che è la prima al mondo per test effettuati. Un primato che porta con sé anche il peso dell’inquinamento prodotto, ora quantificato da un gruppo di ricercatori. Tutti i dettagli

 

Mentre i Paesi europei continuano a godersi l’estate e a non applicare quasi nessuna restrizione anti Covid, in Cina ci sono ancora decine di milioni di persone in almeno 30 regioni e province attualmente in lockdown totale o parziale, con situazioni di carenza di cibo e di beni di prima necessità.

Tutto questo, stando ai dati del 12 settembre riportati da Ansa, per 949 casi rilevati, di cui 164 contagi confermati e 785 portatori asintomatici. E per monitorare la situazione ormai non si contano più i tamponi utilizzati.

Ma quanto inquinano i tamponi? Alla domanda ha risposto un gruppo di ricercatori di Guangdong University of Technology, Beijing University of Chemical Technology e University of Michigan con uno studio pubblicato sulla rivista Environmental Science & Technology.

LO STUDIO

I ricercatori hanno preso in considerazione l’intero ciclo di vita di un singolo tampone molecolare: dalla produzione dei kit di analisi al trasporto fino al trattamento dei rifiuti per quantificare le emissioni di gas a effetto serra e l’inquinamento di aria e acqua.

IL CICLO DI VITA DEL TAMPONE

Un tipico test Covid-19, dopo essere stato prodotto, inizia normalmente il suo ciclo di vita con un tecnico che utilizza un tampone monouso per raccogliere materiale respiratorio dal naso o dalla bocca di un paziente. Lo sigilla in una provetta e lo invia al laboratorio clinico.

Seguono l’estrazione dell’Rna, l’amplificazione dell’acido nucleico e l’analisi. I rifiuti sanitari vengono poi disinfettati e smaltiti in un inceneritore ad alta temperatura.

QUANTO INQUINA UN SOLO TAMPONE

Secondo la ricerca, un singolo test Pcr comporta l’emissione di 612,9 grammi di anidride carbonica, “circa la metà delle emissioni di anidride carbonica prodotte dall’utilizzo quotidiano pro-capite di energia elettrica nel Paese”, afferma il South China Morning Post.

La ripartizione del processo di analisi dell’inquinamento derivato dall’utilizzo dei test rivela inoltre che il trattamento dei rifiuti rappresenta la maggior parte delle emissioni (71,3%). La produzione del kit di analisi e il trasporto contribuiscono rispettivamente al 14,5 e al 13,3% del totale.

UN PICCOLO OGGETTO DI GRANDE IMPATTO AMBIENTALE

“Anche se la diagnostica Covid-19 è della massima importanza per porre fine alla pandemia, il suo impatto ambientale non dovrebbe essere ignorato”, scrivono i ricercatori.

“Quando vediamo un piccolo kit di analisi, spesso tendiamo a ignorare il suo impatto ambientale. Ma quando viene eseguito milioni di volte a livello globale e quotidiano, ci sarà sicuramente un impatto”, ha dichiarato al Scmp Su Xin, tra gli autori dello studio e professore di ingegneria biomedica.

MA QUANTI TAMPONI HA UTILIZZATO LA CINA?

La Cina ha adottato fin da subito politiche più severe in nome della strategia “zero Covid” e dopo l’ultima epidemia scoppiata a Shanghai nel marzo scorso non ha allentato la presa nonostante quasi tutto il mondo stia andando nella direzione opposta con l’obiettivo di imparare a convivere con il virus.

Alcune città, riferisce il Scmp, come l’hub tecnologico Shenzhen, da marzo hanno reso i test la norma: i residenti vi si devono, infatti, sottoporre ogni 24, 48 o 72 ore attraverso una vasta rete di strutture di analisi gratuite.

La Cina, però, afferma il quotidiano, non ha reso noto il numero totale di tamponi eseguiti dall’inizio della pandemia, ma secondo Our World In Data, dall’inizio del 2020 all’11 aprile di quest’anno, ha effettuato più di 9 miliardi di test – 10 volte di più degli Stati Uniti, che sono al secondo posto della classifica.

E QUANTO HA INQUINATO?

Se i numeri di Our World In Data sono giusti, i ricercatori hanno calcolato che la Cina potrebbe aver generato attraverso l’uso dei tamponi 5,4 milioni di tonnellate di emissioni di gas serra.

Il Paese, che si è impegnato a raggiungere l’azzeramento delle emissioni di carbonio nel 2060, ricorda Scmp, ha emesso più di 11,9 miliardi di tonnellate di gas serra nel 2021, pari al 33% del totale globale.

UN COSTO ELEVATO ANCHE A LIVELLO ENERGETICO

Ovviamente l’energia gioca un ruolo rilevante nel ciclo della vita di un tampone e, dunque, nella produzione di emissioni di gas serra. I ricercatori riferiscono, infatti, che nel processo di analisi, le apparecchiature di solito impiegano da 7 a 15 minuti per estrarre gli acidi nucleici, a cui segue un’ora e mezza in un termociclatore per ottenere i risultati dell’analisi.

Anche il processo di trasporto fa la sua parte perché, osserva Scmp, “i kit di analisi devono essere mantenuti a meno 20 gradi Celsius durante il trasporto per mantenere l’attività dei loro ingredienti, e i furgoni diesel convenzionali sono attualmente il percorso logistico della catena del freddo medica più comune in Cina”. Inoltre, “per il trasporto su lunghe distanze è necessario un ulteriore raffreddamento, che consuma ulteriore carburante”. Secondo lo studio, la distanza media che un tampone percorre dai produttori ai centri di analisi è di circa 5.960 chilometri.

Per concludere con il processo di trattamento dei rifiuti che è una fonte di emissioni pesanti, in quanto tutti i rifiuti vengono sterilizzati con vapore ad alta temperatura e smaltiti in un inceneritore che va dagli 850 ai 1.200 gradi.

In realtà, aggiungono i ricercatori, l’impatto ambientale potrebbe essere anche maggiore perché l’impatto del trasporto dei rifiuti medici dai centri di analisi agli impianti di trattamento dei rifiuti è escluso a causa della mancanza di dati.

LE PROPOSTE DEI RICERCATORI

Nonostante i tamponi continuino a essere uno strumento indispensabile, per avere un approccio più sostenibile i ricercatori suggeriscono di utilizzare materiali più ecologici e riciclabili per i kit di analisi, ripensare i metodi di trattamento dei rifiuti medici e utilizzare veicoli elettrici per i trasporti.

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