La produzione di energia elettrica in Germania da fonti rinnovabili ha continuato ad aumentare: secondo i calcoli preliminari resi noti dal Gruppo di lavoro sulle statistiche delle energie rinnovabili dell’Agenzia federale per l’ambiente (AGEE-Stat), la produzione del 2022 risulta superiore del 9% rispetto all’anno precedente. Può sembrare una buona notizia per un governo a trazione verde, ma non lo è.
La produzione totale di elettricità verde, pari a circa 256 terawattora, sarà superiore a quella degli anni precedenti, aggiungono gli esperti dell’agenzia, ma è inferiore all’obiettivo di 269 terawattora fissato dalla legge sulle fonti energetiche rinnovabili. Di più. Per coprire l’obiettivo dell’80% del consumo lordo di elettricità con elettricità rinnovabile nel 2030, è necessaria una quantità di elettricità pari a circa 600 terawattora. Ciò significa che la produzione di elettricità verde dovrebbe più che raddoppiare nei prossimi otto anni.
Obiettivo possibile? A sentire le dichiarazioni dei ministri, il verde Robert Habeck in testa, sembrerebbe il minimo. La transizione energetica resta il marchio di fabbrica con cui gli ecologisti sono andati al governo e la crisi energetica causata dalla guerra russa all’Ucraina dovrebbe rappresentare anche una chance per accelerare il passaggio alle fonti rinnovabili. E Habeck, dallo scranno di titolare dell’Economia, ha in mano le leve della politica energetica. I compromessi necessari sulle fonti fossili per affrontare l’emergenza immediata sono stati venduti all’elettorato verde come passaggio pragmatico inevitabile per non restare a secco, ma il futuro è verde, senza compromessi.
La realtà è un po’ diversa. Si prenda l’esempio dell’eolico. Sempre il rapporto preliminare di AGEE-Stat rivela che il fotovoltaico e l’eolico si confermano essere le fonti più importanti di produzione di energia elettrica rinnovabile nel 2022. Nel dettaglio, la produzione di energia elettrica da impianti fotovoltaici è aumentata del 23%, raggiungendo i 61 terawattora, grazie a impianti aggiuntivi, ma anche al tempo molto soleggiato che ha caratterizzato tutte le stagioni di quest’anno. Con 128 terawattora, la produzione di energia elettrica da fonte eolica è stata superiore del 12% rispetto all’anno precedente. La parte del leone la fanno le turbine eoliche onshore con 103 terawattora rispetto ai 25 terawattora delle turbine offshore.
E tuttavia anche questi numeri sono insufficienti. Secondo la denuncia dell’Associazione tedesca dell’energia eolica, proprio l’espansione delle turbine eoliche onshore stenta a decollare in Germania. Anche qui l’organizzazione fornisce dati preliminari, secondo i quali tra gennaio e settembre si è registrato un aumento del 5,5% delle nuove installazioni rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. E non basta, perché per raggiungere gli obiettivi di espansione che il governo si è preposto sono necessari aumenti molto più consistenti.
Tanto più che il numero di nuove turbine eoliche approvate nei primi tre trimestri è diminuito del 16,2%. “Poiché le approvazioni rappresentano aggiunte future, questa situazione è preoccupante”, ha commentato un esponente dell’associazione. Il presidente Hermann Albers ha dichiarato all’agenzia di stampa tedesca Dpa che 10.000 megawatt di progetti completati giacciono presso le autorità per l’approvazione. “Per elaborare le procedure entro la fine dell’anno, è necessario una decisa accelerazione nelle decisioni. Per questo i Länder devono ora imporre alle autorità l’immediata attuazione dell’interesse pubblico prioritario della legge sulle fonti energetiche rinnovabili”, ha auspicato Albers.
Critiche anche aspre arrivano direttamente dagli imprenditori del settore. Carsten Bovenschen, presidente di Juwi, una delle aziende leader mondiali del settore, in un’intervista alla Frankfurter Allgemeine Zeitung ha denunciato che “da nessuna parte l’approvazione per la realizzazione di impianti eolici richiede così tanto tempo come in Germania, in questo paese ogni turbina eolica è oggetto di lamentele e di ricorsi giudiziari, per questo motivo, ci vogliono in media sette anni dalla progettazione al completamento”.