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Germania Gnl

Tutti i progressi e gli intoppi della Germania sul Gnl

La Germania ha firmato un grosso accordo di fornitura di Gnl con il Qatar, ma il rigassificatore galleggiante di Lubmin entrerà in funzione in ritardo. Tutti i dettagli.

Da un lato la firma dell’accordo con cui il Qatar si impegna a divenire dal 2026 uno dei principali fornitori di gas naturale liquefatto della Germania. Dall’altro la notizia dello slittamento di un mese dell’entrata in funzione del primo rigassificatore galleggiante tedesco a Lubmin: doveva essere operativo dal primo dicembre, non lo sarà prima della fine del mese.

Nella stessa giornata due notizie contrastanti mostrano accelerazioni e rallentamenti della prima economia europea nella corsa alla sostituzione delle fonti energetiche russe. Il ritardo a Lubmin, dove peraltro arrivano i tubi ormai prosciugati dei due gasdotti di Nord Stream, non è di quelli per cui strapparsi i capelli, ma certo suscita qualche preoccupazione sulla capacità tedesca di rispettare le tempistiche dell’immane progetto di riconversione della strategia di approvvigionamenti energetici. Tanto più che sul primo rigassificatore galleggiante tedesco pende ancora la spada di Damocle degli ambientalisti. L’agguerrito gruppo Deutschland Umwelthilfe ha infatti presentato un ricorso all’ufficio statale competente per bloccarne in extremis l’approvazione, evidenziando impatti ambientali sulle adiacenti riserve naturali.

Insomma la partita di Lubmin è tecnicamente ancora aperta, anche se nessuno – tra gli operatori interessati e dirigenti politici locali e a Berlino – ritiene probabile un suo stop. Deutsche Regas, la società che sta realizzando il progetto, è in attesa delle ultime  autorizzazioni dell’Ufficio di Stato per l’agricoltura e l’ambiente della Pomerania Occidentale e della Commissione Europea, mentre la nave FSRU prescelta è arrivata la scorsa settimana a Mukran, porto sull’isola baltica di Rügen, e attende di essere trasportata a Lubmin.

Per accogliere il gas naturale dal Qatar c’è comunque tempo e il rigassificatore interessato sarà quello di Brunsbüttel, ancora in costruzione nello Schlsewig-Holstein, alla foce dell’Elba con il Mare del Nord. L’accordo con gli emiri è giunto dopo nove mesi di trattative, sbloccate con il compromesso su una durata complessiva di 15 anni. Il Qatar spingeva per tempi più lunghi, ma la Germania non vuol rinunciare all’obiettivo di diventare neutrale dal punto di vista delle emissioni di carbonio entro il 2045 e quindi deve ridurre il consumo di gas a partire dalla metà degli anni Trenta.

“Quindici anni sono ottimi”, ha ora commentato il ministro dell’Economia tedesco Robert Habeck. L’intesa con il colosso Qatar Energy coinvolge anche la società statunitense ConocoPhillips cui è affidato trasporto e consegna di due milioni di tonnellate di gas naturale liquefatto all’anno a partire dal 2026. “Un tassello per il futuro approvvigionamento energetico della Germania”, ha commentato il cancelliere Olaf Scholz, “faremo in modo che siano molti e diversi i Paesi che garantiscono il nostro approvvigionamento energetico”.

Troppo poco, secondo l’opposizione cristiano-democratica: per il presidente della Cdu Friedrich Merz i volumi trattati sono di gran lunga insufficienti e le forniture arriveranno tardi e non risolvono nessuno degli attuali gravi problemi. Secondo l’associazione di settore Zukunft Gas, il volume annuale concordato corrisponde a circa 30 terawattora rispetto ai 500 terawattora coperti finora dalle forniture di gas russo, appena il 3% del consumo annuale di gas in Germania. “Una quantità che non avrà alcun impatto sui prezzi”, lamenta il presidente degli industriali Siegfried Russwurm in un’intervista alla Bild, “per una maggiore sicurezza degli approvvigionamenti e per l’indipendenza energetica, devono seguire rapidamente altri contratti per il gas con diversi Paesi”.

Anche i liberali al governo storcono il naso. Per il responsabile della politica energetica del partito Michael Kruse, l’accordo “dimostra la dipendenza del nostro paese da Stati che non condividono i nostri valori, per questo è importante rafforzare la sovranità energetica facendo produrre alla Germania il proprio gas”. Un vecchio pallino dell’Fdp che trova però la feroce opposizione dei Verdi: “La Germania dovrebbe inoltre promuovere la produzione di gas di scisto onshore per diventare più indipendente”, dice Kruse.

Gli unici a sollevare la questione dei diritti e dei valori comuni nella questione dell’approvvigionamento energetico, sono proprio i liberali, anche sulla scorta dell’esperienza russa. E, a parti invertite, il ministro dell’Energia del Qatar, Saad al-Kaabi, che è anche amministratore delegato di Qatar Energy. E che, in un’intervista alla Bild, si è mostrato decisamente scocciato delle continue critiche al proprio paese da parte di media e politici tedeschi, amplificate in questi giorni dallo svolgimento nell’emirato dei mondiali di calcio. “L’uomo che rifornirà la Germania di gas ha sferrato un attacco a tutto campo, lanciando accuse gravi al ministro dell’Economia tedesco Robert Habeck e attaccando la Germania e l’Occidente, e dice che il suo Paese non accetterà mai gli omosessuali”, ha sintetizzato l’intervista il tabloid popolare.

Ma su tutto restano le rassicurazioni che lo stesso Kaabi aveva fatto qualche giorno prima: “Le osservazioni di Habeck non sono utili per le relazioni, ma i nostri rapporti commerciali proseguiranno”, aveva detto. E infatti poco dopo è arrivato l’annuncio dell’accordo sul Gnl.

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