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Big Oil

Petrolio, che cosa succederà negli Stati Uniti

L'Eia prevede che la domanda di petrolio degli Stati Uniti quest'anno raggiunga quota 19,51 milioni contro i 19,79 milioni di barili al giorno previsti in precedenza.

 

Il governo degli Stati Uniti prevede che la produzione di petrolio americana aumenterà di circa il 3,5% l’anno prossimo, stimolata dall’aumento dei prezzi del greggio e da un rimbalzo della perforazione shale. Nel 2022 addirittura, la produzione di petrolio sarà in media di 11,49 milioni di barili al giorno, secondo le previsioni fornite dall’Energy Information Administration.

STIME DI PRODUZIONE INVARIATE

petrolioL’agenzia americana, che ha lasciato la sua stima di produzione per quest’anno invariata a 11,1 milioni, ha affermato che i recenti aumenti del prezzo del greggio e l’aggiunta di impianti di perforazione aiuteranno la produzione ad aumentare sopratutto nel secondo trimestre di quest’anno.

PREZZI IN RIALZO

L’Eia ha anche rivisto al rialzo le previsioni di prezzo 2021 per il West Texas Intermediate (Wti) aggiornandole a 49,70 dollari al barile, quasi 4 dollari in più rispetto alla precedente stima di dicembre di 45,78 dollari al barile e ha stimato il prezzo 2022 a 49,81 dollari al barile.

LA DOMANDA USA E QUELLA MONDIALE

L’Eia prevede che la domanda di petrolio degli Stati Uniti quest’anno raggiunga quota 19,51 milioni contro i 19,79 milioni di barili al giorno previsti in precedenza.

L’offerta globale per il 2021 sarà, invece, in media di 97,13 milioni di barili al giorno rispetto ai 97,42 milioni precedenti. La domanda mondiale dovrebbe invece attestarsi a 97,8 milioni, in calo rispetto alla vecchia previsione di 98,2 milioni.

NEL 2022 RIPRESA MAGGIORE MA MAI AI LIVELLI DEL 2020

Le stime dell’Energy Information Administration forniscono il primo assaggio di quella che sarà la produzione degli Stati Uniti nel 2022 con una ripresa sostanziale, ma per niente completa. Basti pensare che nel 2020 la produzione statunitense ha raggiunto quasi i 13 milioni di barili al giorno.

“Non è chiaro se la produzione tornerà mai ai livelli 2020, in parte a causa delle incognite sulla futura domanda globale e sui prezzi. Inoltre, gli investitori sembrano non avere pazienza di aspettare anni di investimenti in crescita elevata a scapito dei rendimenti”, sottolinea Axios.

PRODUTTORI SHALE CONCENTRATI SUI DEBITI

“La maggior parte dei produttori di shale è ora più concentrata sulla cancellazione del debito e sul rispetto delle promesse fatte agli investitori che di mantenere la disciplina fiscale”, osserva Bloomberg.

PERMANE L’INCERTEZZA LEGATA ALCOVID-19

In ogni caso, osserva la stessa Eia, l’analisi “rimane soggetta a livelli elevati di incertezza perché le risposte a COVID-19 continuano ad evolversi”.

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